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LETTERE AL DIRETTORE

MAURIZIO FRESCHI * SCUOLA E SPORT: « IN TRENTINO È STATO ATTIVATO IL “TUTOR SPORTIVO“ ALLE SUPERIORI, MA NON HA PRODOTTO I RISULTATI SPERATI (SI È RIVELATO PRESSOCHÉ INUTILE) »

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18.04 - lunedì 6 giugno 2022

Scuola & Sport un connubio possibile. Questi ultimi tre anni scolastici sono stati pesantemente condizionati da una pandemia che ha modificato radicalmente il modo di “fare scuola” con un forte impulso verso nuove tecnologie o piattaforme informatiche e l’utilizzo della didattica a distanza. Sull’efficacia di quest’ultima si è discusso molto e di sicuro la stessa non può ritenersi sostitutiva della didattica in presenza.

Tuttavia questa importante innovazione nella didattica tradizionale in alcune situazioni specifiche può avere anche degli utilizzi positivi.

In particolare potrebbe essere un valido strumento facilitante per le difficoltà che incontrano gli studenti-atleti impegnati nello sport agonistico, difficoltà che spesso portano la maggior parte di loro all’abbandono dell’attività sportiva per poter proseguire gli studi.

I dati ci dicono che per ogni 100 studenti che praticano sport alla secondaria di primo grado si passa a 40 (più che dimezzati) nel primo biennio della secondaria di secondo grado, per poi calare a meno di 10 nell’ultimo triennio (2 al quinto anno). In pratica perdiamo il 98% degli atleti prima della fine delle superiori.

Se consideriamo che una sana attività sportiva porta benessere psicofisico nei ragazzi educandoli ad affrontare seriamente gli impegni e ad una vita (generalmente) lontana da abusi e devianze, questo abbandono ci costa molto sia in termini di salute che di disagio sociale.

La Scuola trentina in questi anni ha cercato di affrontare questo problema attivando il tutor sportivo nelle scuole superiori, una proposta che, al di là delle buone intenzioni, non ha prodotto i risultati sperati rivelandosi pressoché inutile in assenza di uno spirito collaborativo che, allo stato attuale, è su base volontaria dei singoli docenti nei consigli di classe.

Oggi, alla luce di quanto attivato in questi tre anni, è giunto il momento per la politica di decidere se vuole trovare un modo per conciliare seriamente Scuola e Sport o se si vuole ammettere che gli studenti- agonisti non meritano nessun aiuto e devono essere messi di fronte ad un bivio rinunciando spesso ad una delle due opportunità: o l’istruzione o lo sport agonistico.

Non si dica che gli strumenti non ci sono, sarebbe già un enorme passo avanti riconoscere una forma di “bisogno educativo speciale” a quegli studenti-atleti che rientrano nei parametri definiti dalla provincia e, quindi, la possibilità di disporre di un Progetto personalizzato obbligatorio dei consigli di classe interessati in accordo con le famiglie e le società sportive.

Detto progetto deve prevedere almeno alcuni elementi essenziali:

⁃ calendario di massima degli allenamenti e delle competizioni;

⁃ deroga al limite delle assenze per competizioni ufficiali di federazioni riconosciute dal CONI;

⁃ messa a disposizione del materiale didattico sulla piattaforma digitale;

⁃ calendarizzazione delle verifiche

Resta poi necessario attivare un tavolo di confronto per affrontare seriamente questo tema e salvaguardare la conciliazione scuola-sport per il maggior numero di studenti-atleti, perché risulta contraddittorio parlare di “alfabetizzazione motoria“ nella scuola primaria e poi costringere quegli stessi studenti ad abbandonare lo sport nella scuola secondaria di secondo grado.

Invito quindi l’assessore all’Istruzione ad una attenta valutazione delle esigenze di questi ragazzi e a portare nella Scuola trentina un nuovo elemento di eccellenza, valorizzando le esperienze che alcuni Istituti già stanno realizzando autonomamente.

 

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Maurizio Freschi

Pres. Consulta Provinciale Genitori e Vicepres. Consiglio Sistema Educativo Provinciale

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