Gentile direttore Franceschi,
dati infanzia. Il prolungamento della scuola dell’infanzia continua a far discutere, ieri sono stati inoltrati ai consiglieri provinciali i dati raccolti in 199 scuole, numeri che smentirebbero la frequenza del 75% dichiarata fino ad oggi. Dai dati le presenze nel mese di luglio si attesterebbero al 65% degli aderenti, corrispondente al 45% degli iscritti all’anno scolastico, quindi significativamente inferiori a quanto utilizzato a giustificazione della scelta.
A fronte di una partecipazione inferiore ai due terzi degli aderenti, meno di metà degli iscritti annuali, sarebbe opportuno chiedersi se la decisione di offrire il servizio a tutti gratuitamente, e senza la richiesta di alcun requisito preselettivo, non abbia generato un inutile spreco di risorse pubbliche attivando sezioni e trasporti poi risultati sottoutilizzati. Se aggiungiamo inoltre che le risorse destinate si attestano ad oltre 2 milioni di euro, a carico delle casse provinciali, non si può che suggerire di rivalutare l’utilizzo dei buoni di servizio che a parità di costo per la Provincia porterebbero ad una ricaduta superiore ai 10 milioni (ben cinque volte superiore) sul territorio diversificando l’offerta e le opportunità per bambini e famiglie.
In ultimo non resta che chiedersi a quale titolo una candidata si autoproclami rappresentante di tutti gli insegnanti di 199 scuole e al contempo li esponga al rischio di potenziali contestazioni pubblicando dati riservati a cui si ha accesso nell’esercizio della propria professione.
Sarebbe opportuno che gli interessi personali non interferissero su tematiche importanti per la serenità di bambini, famiglie e insegnanti.
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Maurizio Freschi