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LETTERE AL DIRETTORE

MARGHERITA COGO * ELEZIONI 2023: « PER LA PRESIDENZA DELLA PROVINCIA DI TRENTO QUESTA VOLTA VORREI UNA CANDIDATURA FEMMINILE, SONO STANCA DI VOTARE UOMINI »

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09.08 - mercoledì 11 maggio 2022

La scelta. Il periodo drammatico che stiamo vivendo impone un insieme di riflessioni, dopo aver esplicitato che sostengo e capisco le ragioni dell’Ucraina.

La prima: è che la guerra, i conflitti sono sempre presenti su questo pianeta.

La seconda: è che la storia non riesce ad insegnare mai nulla e che gli errori si continuano a ripetere.

La terza: è che in tutte le vicende belliche c’è un tasso di testosterone che fa spavento.

La quarta: è quella che viene definita la propaganda di guerra, ma che è semplicemente la capacità di dire tante bugie al proprio popolo e con una faccia di bronzo che non ha uguali.

La quinta: è che le democrazie, per quanto complicate e spesso caratterizzate da diatribe propagandistiche tra i partiti, sono sempre migliori delle autocrazie e assolutamente preferibili.

La sesta: è che pensi che non valga la pena di impegnarsi in politica perché è difficile riuscire a cambiare le cose, perché troppi uomini occupano tutte le posizioni più importanti e non consentono cambiamenti radicali e sostanziali.

Se però noi donne decidiamo di lasciar sempre fare agli uomini, poi non dobbiamo lamentarci e quindi non dobbiamo assumere un atteggiamento passivo e “vinto”, “piegando il capo davanti alle vicende avverse della vita”.

Il pensiero va alla politica locale e alle prossime elezioni provinciali.

Tutti sanno che ci sono già dei movimenti per proporre dei candidati, tutti rigorosamente uomini, mi riferisco al centro sinistra (forse anche autonomista), che è la parte in cui mi riconosco.

Non mi piace e non condivido il solito sistema che pare essere adottato anche in vista delle elezioni del 2023.

Pare ci sia un gruppo politico che ha già individuato un super tecnico bravissimo, che, mi permetto di dire, nessuno conosce, e che però si presuppone che venga fatto conoscere solo ad alcuni per preparare poi forse chissà, una super presentazione; c’è poi un altro gruppo politico, che si sta organizzando, per presentare un altro supercandidato, questo già più famoso e conosciuto, e poi ci sono singoli possibili candidati, sempre rigorosamente maschi, che cercano di trovare il modo di emergere, prima all’interno del proprio partito, per poi imporsi sugli altri.

È abbastanza facile immaginare che prima o poi la coalizione di centro sinistra (autonomista?)si riunirà attorno ad un tavolo per stabilire forse il programma, ma certamente come individuare il candidato alla presidenza della provincia e con tre o quattro opzioni tutte maschili e forse una candidatura di bandiera femminile, tanto per essere subito bocciata. Si possono immaginare “bisticci”, superabili con opportune distribuzioni di candidature nei vari collegi elettorali, vista la fortunata coincidenza delle politiche in primavera e delle provinciali in autunno.

Personalmente di votare uomini sono decisamente stanca e quindi vorrei che questa volta ci potesse essere una candidatura femminile per la presidenza della nostra Provincia.

Penso che l’unica possibilità, affinché il centro sinistra (autonomista?) possa concordare su una candidatura femminile sia attraverso il percorso delle primarie, con la vittoria di una donna.

Ecco, penso che attualmente le varie forze politiche, a cui faccio riferimento, tutto pensino tranne che ricorrere alla primarie di coalizione e tutti pensano di riuscire ad imporre il proprio candidato, pensando naturalmente ai premi di consolazione per gli esclusi.

Le primarie non sono il bene assoluto ma, come i concorsi, sono uno strumento percettibile e il più democratico presente in campo politico per dare visibilità e far emergere leadership ed infine è l’unico metodo, che può consentire di far emergere una donna per concorrere alla guida della nostra Provincia.

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Margherita Cogo

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