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LETTERE AL DIRETTORE

MARGHERITA COGO * ELEZIONE PRESIDENTE REPUBBLICA: « LA DISEGUAGLIANZA DI GENERE È VISTOSA, LE DONNE CHE RICOPRONO RUOLI APICALI DOVREBBERO ESSERE PARTE ATTIVA DEL CAMBIAMENTO »

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09.40 - venerdì 4 febbraio 2022

Addirittura una donna. Esserci per cambiare. L’elezione del Presidente della Repubblica ha fatto registrare un insieme di dichiarazioni “a vuoto”.

Con questo termine voglio dire che i leader politici parlando con la stampa riferivano di accordi e decisioni assunte e quindi con una possibilità effettiva di realizzazione, verificatesi poi assolutamente infondate.

La più infondata delle presunte intese è quella relativa alla individuazione di un profilo femminile per il Quirinale.

I termini usati sono stati altamente inadeguati e sessisti.

Salvini, il 28 gennaio, afferma che proporranno “una donna, in gamba, e non una donna in quanto donna, ma una donna in gamba.” Conte gli fa eco e afferma che stanno concordando l’elezione “addirittura di una donna”, come elemento d’innovazione.

Conte usa l’avverbio “addirittura”, per dire che il prossimo Presidente potrebbe essere perfino una donna, cosa mai vista in questo Paese!

Gli stessi leader, riferendosi ai candidati maschi, si esprimono diversamente, affermando che valutano personalità di “alto profilo”.

Insomma la solita strumentalizzazione della “donna” e poi le cose sono andate diversamente, con la riconferma di Mattarella, che è un ottimo Presidente e dato lo stato confusionale in cui versano i leader politici e la crisi permanente dei partiti, soprattutto di quelli più “pesanti” sotto il profilo della consistenza dei gruppi parlamentari, è decisamente un bene la rielezione del Presidente.

Nella settimana quirinalizia, si sono susseguiti incontri inconcludenti, le forze politiche arrivano impreparate all’appuntamento elettorale, eppure la scadenza del mandato presidenziale era chiara, si sa che ogni 7 anni va rinnovata la carica del Capo dello Stato e la mancanza di serietà e di responsabilità della classe politica è ora del tutto lampante.

Era certamente sperabile che i partiti fossero così avveduti da confrontarsi per tempo, nei mesi antecedenti la scadenza naturale del mandato presidenziale. Così non è stato, perché i partiti non hanno pensato alla governabilità del nostro Paese, agli impegni nazionali ed internazionali che la Pandemia e il PNRR impongono, non hanno valutato seriamente come il Presidente della Repubblica deve garantire la stabilità e la coerenza dell’azione di governo.

Invece l’attività politica é stata finalizzata, anche in questa occasione, a stabilire i rapporti di forza tra i partiti e a rivolgersi al proprio elettorato.
Al fine è andata bene, ma perché la base parlamentare si è imposta sui leader, che poi hanno cercato di accreditarsi il merito, non riconosciuto però da nessuno, questo è bene che lo sappiano e se leggono anche la stampa internazionale non possono che prenderne atto.

Morale: partiti sconfitti, donne strumentalizzate e leader deboli e barcollanti.

Una riflessione sulla candidatura della Presidente del Senato, M.Elisabetta Casellati.

Pare che sia stata una sorta di autocandidatura, non sostenuta nemmeno dalla coalizione a cui appartiene.

Cosa avrebbe significato, per le donne, la sua elezione? Avrebbe la Casellati fatto la differenza, avrebbe rafforzato il ruolo delle donne? La sua storia politica si è mai caratterizzata per un impegno a favore dell’empowerment femminile?

Quello che voglio affermare è che a noi donne serve che le donne credano che la società ha bisogno del contributo paritario di donne e uomini.

Donne, che nel momento storico in cui coprono ruoli apicali di grande prestigio, perseguano l’obiettivo della parità sostanziale dei generi.

C’è un dibattito in corso su come alla parità statistica della rappresentanza debba corrispondere la rappresentanza sostanziale, per cui le azioni delle persone che ricoprono cariche istituzionali dovrebbero difendere gli interessi dei propri elettori e dunque delle donne.

Nelle società in cui la presenza femminile è consistente e le donne ricoprono ruoli strategici, gli obiettivi politici perseguiti sono differenti da quelli dei colleghi uomini e hanno, rafforzato un insieme di servizi utili alle famiglie ai bambini e in ultima istanza hanno reso meno faticosa la vita delle donne.

Nel nostro Paese, dove la diseguaglianza di genere è vistosa, le donne che ricoprono ruoli apicali dovrebbero sentire la responsabilità storica di essere parte attiva del cambiamento, che è urgente e necessario.

 

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Margherita Cogo

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