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LETTERE AL DIRETTORE

MAFFIOLETTI (FI) * REPLICA A SEN. CONZATTI (IV) * FEMMINICIDI: « LA PIAGA VA AFFRONTATA SENZA PREGIUDIZI E IDEOLOGIE, NO AD ANCORAGGI AD IPOTETICHE LEGGI CHE RISOLVONO TUTTO IN UN BALENO »

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13.09 - sabato 2 aprile 2022

Assistiamo oramai da diversi anni al moltiplicarsi dei casi di femminicidio, ovverossia il tragico fenomeno dell’uccisione di donne per mano di mariti, compagni o ex, che spesso non riescono ad accettare la fine di una relazione evidentemenre in nome del “possesso”. Negli ultimi giorni alla ribalta della cronaca è finito il caso accaduto in Valle di Fiemme, sul quale è intervenuta la sen. di Italia Viva Conzatti che, interrogata sul tema, ha attaccato il governo provinciale in maniera strumentale per aver depotenziato i progetti sociali. Ma prima di affrontare questo punto vorrei approcciarmi all’argomento riportando alcuni cenni alla normativa di riferimento.

La Legge italiana, in particolar modo a partire dall’approvazione della nuova norma in data 9 agosto 2019 (legge 173), prevede diversi strumenti atti a prevenire le violenze e a punire coloro che se ne siano resi colpevoli, rafforzano le pene in caso di condanna al carcere. Anche per quanto concerne la Provincia Autonoma di Trento (riferimento alla legge n. 6 del 9 marzo 2010), non siamo in mancanza di una normativa di riferimento che vada ad affrontare in maniera appropriata l’odiosa spirale. Ma la legge da sola non basta servono tutta una serie di azioni di contrasto e prevenzione capillare anche sul territorio: centri dedicati, sportelli di presa in carico e di aiuto che vadano a promuovere interventi specifici e mirati, misure di protezione ad hoc anche in accordo con le forze dell’ordine.

Insieme alle azioni concrete serve anche un approccio culturale adeguato. Si deve cioè iniziare ad educare fin da piccoli i bambini, gli uomini di domani, a porsi correttamente nei confronti delle donne, innanzitutto spogliandosi dell’insopportabile e oramai vetusto assioma di una presunta superiorità, fisica ma anche intellettiva e morale, del maschio sulla femmina. Solo comprendendo la necessità della complementarietà di uomini e donne si può operare il salto culturale che serve per cambiare del tutto l’approccio mentale al problema. Le peculiarità delle azioni e dei pensieri femminili non devono più apparire sciocca ed inutile esibizione, ma urge inquadrarla nella sua valenza di ricchezza e di unicità adatta a rendere piena e colma di valori la vita di tutti noi.

Ritornando poi sulle critiche mosse dalla senatrice di Italia Viva alla giunta attuale trovo davvero incomprensibile l’attacco politico mosso nei confronti dell’Assessore provinciale di merito dato che proprio per rispondere ad un fenomeno sociale che anche in Trentino ha dimensioni notevoli, il governo centrale ha deliberato l’art. 7 bis della L.P. 6/2010-interventi per la prevenzione della violenza genere e la tutela delle donne che ne sono vittime. Questa delibera permette alle donne vittime di violenza di usufruire dell’’assegno di autodeterminazione, anche senza che necessariamente le vittime abbiano sporto denuncia verso il partner maltrattante, provvedimento legislativo questo molto efficace e sicuramente concreto.

Concludendo vorrei aggiungere che il governo provinciale ha “stoppato”, ed in questo ha ragione la sen. Conzatti, i percorsi di educazione alla relazione di genere svolti in 24 scuole trentine, che però va detto in nome della educazione alla relazione di genere nel linguaggio della propaganda favorivano, la “teoria gender”che notoriamente è importante cavallo di battaglia dei partiti di centro-sinistra. Chiarito questo concludo il mio pensiero!

La piaga dei femminicidi può essere analizzata a dovere solo spogliandola di pregiudizi, ideologie e ancoraggi a ipotetiche leggi che risolvano tutto in un baleno. E’ necessario, a mio avviso, promuovere una coscienza culturale e agire su più livelli politici ed amministrativi anche mettendo in campo figure professionali competenti e capaci che lavorino sul territorio a fianco delle persone che cadono in situazioni di disagio determinate soventeda vari fattori, che ne segnano inequivocabilmente la vita e fanno sì che presentino segnali di aggressività e di disequilibrio mentale che possono poi sfociare in drammi veri e propri. La sfida politica è dunque quella di non lasciare che un crescendo di recrudescenza della violenza parlata, scritta e manifestata nei modi, prenda il sopravvento nella nostra società che deve recuperare valori imprescindibili come educazione, rispetto e buone maniere.

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Gabriella Maffioletti
Vice coordinatrice regioanale Forza Italia T.A.A.

 

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