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LETTERE AL DIRETTORE

LUCIA COPPOLA * A22: « QUALE FUTURO PER L’AUMENTO DI EMISSIONI INQUINANTI E RUMOROSE? DA OTTO ANNI LA CONCESSIONE È SCADUTA ED AUTOBRENNERO OPERA IN REGIME DI PROROGA »

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10.05 - venerdì 20 maggio 2022

Qualche riflessioni su A22 – Da oltre otto anni la concessione per la gestione dell’ A22 è scaduta ed Autobrennero opera in regime di proroga. I molti tentativi per ottenere il rinnovo della concessione si sono via via scontrati con disposizioni legislative, norme comunitarie e, probabilmente, con interessi di altre società interessate al subentro nonché con vari Governi incapaci di assumere qualsiasi decisione in merito. La Regione e le due Province di Trento e Bolzano hanno ripetutamente manifestato la volontà di mantenere l’Autostrada in mani pubbliche e, finalmente, quattro anni fa è stata approvata una legge regionale che prevede la trasformazione della Società Autobrennero in una società “in house”, vale a dire a completa ed esclusiva partecipazione pubblica, liquidando i soci privati. Tale legge regionale avrebbe dovuto consentire – a legislazione vigente – il rinnovo della concessione.

L’interesso pubblico per il rinnovo della concessione – a parte la partita economica, pure consistente – trova giustificazione proprio con la necessità che la gestione del “Corridoio del Brennero” sia governata localmente e le scelte che via via si adottano non contrastino con i più vasti interessi della popolazione, interessi economici e sociali che potrebbero venire compromessi proprio da scelte di ampliamento dell’arteria, dai collegamenti con altre arterie autostradali (Valdastico nord e non solo) che avrebbero come conseguenza l’aumento del traffico e quindi dell’inquinamento da emissioni e da rumore.

Innumerevoli studi effettuati negli ultimi trent’anni hanno messo in evidenza la criticità e la delicatezza dell’ambiente alpino ed ogni anno possiamo constatare come sia necessario adottare, nei centri principali, misure di contenimento del traffico su gomma; è forse opportuno ricordare che proprio in questi giorni l’ Unione Europea ha sottoposto l’Italia ad una procedura di infrazione perché in molte città e per molti anni sono stati superati i limiti fissati dalle norme europee sulle emissioni inquinanti.

In questi giorni il cda di Autobrennero, ignorando la succitata legge regionale che prevede la trasformazione della società a partecipazione pubblica (oltre il 90% delle quote sociali) in una “società in house”, ha sottoposto al Governo – con il via libera dei soci, per quanto ci riguarda dei due presidenti delle province di Trento e Bolzano Fugatti e Kompatcher– un piano di “parternariato pubblico privato (ppp) che prevede investimenti per oltre 7 miliardi, prevalentemente interessanti il territorio extra regionale, con costruzione di nuove bretelle e altre infrastrutture, l’aggiunta di una terza corsia fra Verona e Modena e la realizzazione della cosiddetta “terza corsia dinamica” fra Verona e Bolzano, che significa, sostanzialmente, l’abolizione della corsia di emergenza, ignorando quindi elementari norme di sicurezza autostradale.

Nell’illustrazione del progetto si sono sprecate parole come “corridoio green”, “riconversione ecologica” e simili, ma in realtà altro non si tratta che di aumentare il traffico di oltre un milione di autoveicoli, in prevalenza autotreni per trasporto merce e simili: insomma avremo più rumore e più sostanze inquinanti sul territorio. E’ forse perfino superfluo ricordare che l’Autostrada scorre accanto ai principali centri abitati della valle dell’Adige, Ala, Rovereto, Trento, Rotaliana e su fino a Bolzano e oltre, in tratti di vallata anche molto stretti, con scarso ricambio di aria e dove il rumore diventa assordante.

In tale contesto è facile prevedere che il tanto sbandierato (e finora poco realizzato) trasferimento delle merci da gomma a rotaia rimarrà a lungo una chimera, per lo meno fino al completamento della linea ferroviaria ad Alta Capacità.

Infine – ma non ultima questione per quanto riguarda le regole della democrazia – i Consigli regionale e provinciali sono stati tenuti all’oscuro di tutto fino a cose fatte.

Sara interessate, ammesso che succederà, che i decisori politici provino a giustificare per quali motivi si è ritenuto di ignorare quanto previsto dalla legislazione regionale vigente, per quanto concerne la forma della società autostradale, e le norme dello Statuto di Autonomia, per quanto riguarda le competenze legislative del Consiglio in materia di opere pubbliche, trasporti e comunicazioni di interesse provinciale: a meno di non voler sostenere che “l’autostrada non è affare nostro, cioè dei trentini e dei sudtirolesi, anzitutto”. Resta una domanda:in quale modo si intenda far fronte, in futuro agli inevitabili ed ampiamente previsti problemi derivanti dall’aumento consistente di emissioni inquinanti e rumorose che avranno altrettanto evidenti ricadute sul benessere e sulla qualità della vita delle popolazioni trentine e sudtirolesi.

Qualcuno risponderà, o meglio, ne risponderà?

 

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Lucia Coppola

Consigliere regionale e provinciale Tn-AA (Europa Verde)

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