Negli ultimi anni si assiste sempre più alla creazione di nuovi movimenti politici; sembra quasi che una persona facente parte di un partito decida, per vision diversa o per “mania di protagonismo”, di abbandonare la lista con la quale ha candidato, ed è stato eletto, per dar vita ad un nuovo movimento politico. Tale “modus operandi” porta alla presenza di innumerevoli liste creando molta confusione all’elettore.
Infatti, tutti i nuovi movimenti portano valori quali l’autonomia e la territorialità. Ma se tutti questi movimenti hanno valori comuni, perché non unire le forze confluendo, in sede di elezioni, in una unica lista di riferimento della propria area politica? Ha senso l’esistenza di una lista composta da almeno 25 nomi portatori di una manciata di voti e solo qualche candidato di buon peso?
Un tempo c’era la Margherita, un grande contenitore, punto di riferimento del monto popolare e autonomista. Chi ieri frequentava la Margherita oggi frequenta tavoli molto diversi tra di loro; chi frequenta il tavolo della destra, chi il tavolo del centrosinistra, chi il tavolo del terzo polo. Il lato positivo della Margherita era l’accorpamento di anime molto simili tra di loro, ma anche molto diverse tra di loro. Lo strumento politico della Margherita potrebbe essere lo strumento adatto per le prossime elezioni provinciali, ma forse anche per le elezioni fuori dai confini della nostra Provincial Autonoma di Trento; certo, in versione 2.0, e quindi molto modificata. Ma, a mio parere, questa potrebbe essere la strada giusta da percorrere per tornare ad avere successo.
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Lorenzo Rizzoli