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LETTERE AL DIRETTORE

LEONARDI (FI) * VALDUGA – CITAZIONE IN GIUDIZIO: « SE IL SINDACO PENSA DI COMPORTARSI IN PIAZZA DANTE COME HA AGITO IN QUESTI 8 ANNI A ROVERETO, CIÒ DOVREBBE PREOCCUPARE I TRENTINI »

Scritto da
17.58 - domenica 23 aprile 2023

Gentile direttore Franceschi,

allego quanto oggi pubblicato sul quotidiano “Il Nuovo Trentino”, anche per consentire la visione ai lettori di Opinione.

Giorgio Leonardi

 

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Sono un garantista e ritengo che fino a quando la condanna non è definitiva vada tutelata la persona, anche se si tratta di un avversario politico. Detto questo la citazione in giudizio di Francesco Valduga, sindaco di Rovereto e candidato presidente in pectore per il centro sinistra, è fatto politico oltre che giudiziario. Umanamente auguro a Valduga di riuscire a giustificare il proprio operato davanti ai giudici ma politicamente quanto accaduto, soprattutto la reiterazione del fatto, non può non suscitare forti perplessità.

Anche perché un sindaco rappresenta una città e quindi la sua immagine, e quella di Rovereto nel contempo, non escono bene da quanto è accaduto.

Viene contestato al sindaco Valduga un reato erariale per l’importo di 460 euro: la contestazione arriva da parte della Corte dei Conti, dopo lunghe indagini. Ricordo che la Corte dei Conti  è l’organismo che vigila sulle amministrazioni dello Stato, quindi si tratta di organi specializzati che sanno come muoversi.

La gravità del fatto contestato a Valduga,  a mio avviso, sta proprio nel  di aver alzato le spalle di fronte ad una iniziale contestazione. Ne ricordo i passaggi: una prima condanna nel 2021 nei confronti di Valduga per aver conferito, per il periodo 2015-2020, un incarico prima di dirigente a tempo determinato, poi trasformato  in direttore generale, ad un funzionario della Provincia che sembra non possedere i requisiti richiesti per tale ruolo.

Nonostante questa prima condanna il sindaco di Rovereto ha confermato quell’incarico anche subito dopo la sua rielezione a primo cittadino. Sembra dunque quasi un atto di sfida da parte di Francesco Valduga ai giudici della Corte dei Conti.

Il fatto è che non si tratta di una sfida personale ma portata avanti a scapito della seconda città del Trentino.

Non solo: qualche riflessione andrebbe anche fatta in concreto sulle contestazioni dei giudici contabili: se il dirigente generale voluto e confermato da Valduga non possiede i requisiti per quel ruolo, le attività svolte dallo stesso hanno valore? Oppure si rischia di invalidare atti amministrativi e quindi di bloccare l’attività amministrativa di una città?

Perché dunque Valduga si è lanciato in questo tipo di “sfida” alla giustizia nei suoi panni di sindaco? Tutto mi risulta poco chiaro, ma soprattutto cozza con il buon senso ed il principio della prudenza che un buon amministratore dovrebbe mantenere.

Questo fatto, grave, si aggiunge ad  altri incidenti di percorso che hanno visto il sindaco di Rovereto e la sua amministrazione finire sotto la lente d’ingrandimento della Corte dei Conti.

Ecco che da un punto di vista politico mi sembra sia doveroso rimarcare, con preoccupazione, quanto  sta accadendo nel Comune di Rovereto, visto che Valduga si era sempre fatto portatore del concetto dei sindaci quali “buoni amministratori”, tutto votato al bene comune. Allo stato attuale mi sembra che l’esempio da lui incarnato non sia propriamente quello di chi ha agito ed amministrato con prudenza il bene comune ma, piuttosto di un politico che vuole imporre le proprie decisioni, anche a fronte di una prima condanna.

Un sindaco che sembra aver perduto dunque lucidità forse per via del suo scopo, quello di puntare a governare la provincia di Trento. Se pensa di comportarsi in piazza Dante come ha agito in questi 8 anni a Rovereto, la cosa dovrebbe preoccupare non poco i trentini, gente saggia che ad ottobre saprà valutare le persone in base al proprio operato.

Un’ultima annotazione: il centrosinistra provinciale che si è affrettato a difendere Valduga sino al classico grado di giudizio definitivo, è la stessa coalizione che ha chiesto a gran voce le dimissioni del presidente del Consiglio provinciale Walter Kaswalder che, tuttavia, un giudizio definitivo per il caso che lo vede coinvolto (in una direzione o in un altra) non lo ha ottenuto. Insomma una sinistra doppiopesista che professa garantismo solo quando le fa comodo.

 

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Giorgio Leonardi

Consiglio provincia autonoma Trento (Forza Italia

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