Perché se ne parla così poco? Più di 3.500 minori in Italia sono in terapia per curare la dipendenza dai social network e i gravi danni che provoca (ma è solo la punta dell’iceberg).
Il 50% dei bambini tra i 5 e gli 11 anni possiede già un cellulare e il 75% usa tutti i giorni quello dei genitori o degli amici, nonostante gli esperti sconsiglino fortemente l’uso abituale dello smartphone (almeno) sotto i 14 anni.
Nel 2020 il Parlamento italiano ha approvato una legge che impone ai fornitori del traffico internet (come Vodafone, Wind, Tim, Iliad, Sky, Fastweb…) di impostare un blocco automatico per tutti i contenuti vietati ai minori, che può rimuovere solo un adulto.
Questa legge non è ancora stata attuata, sapete perché? La sua attuazione dipende dall’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), che solo fino al 21 marzo raccoglierà pareri e contributi per adottare le linee operative necessarie per proteggere i minori online.
Ecco perché è importante far sentire la nostra voce ADESSO: perché adesso è aperto l’orecchio che ci deve ascoltare. Il rapporto malato con la rete è spesso la causa dell’attitudine sempre più violenta e aggressiva di molti adolescenti. Pensiamo alle baby gang che si riuniscono per commettere crimini e organizzare risse o atti vandalici da diffondere sui social network come fossero ‘imprese’ di cui gloriarsi, innescando l’emulazione da parte di altri adolescenti.
Sulla rete sono poi presenti contenuti fortemente ideologici che iniettano nei bambini e negli adolescenti dubbi atroci sulla loro identità, portandoli spesso a mettere in questione il fatto stesso di essere maschi o femmine. Infine, è dimostrato che l’abuso di pornografia (che comincia a un’età sempre più giovane) impedisce di creare relazioni affettive e sessuali sane e ordinate, favorendo comportamenti predatori e violenti specialmente contro le donne.
Spesso il problema è la scarsa coscienza dei genitori rispetto alla gravità di questi fenomeni, alle loro cause e ai modi per fronteggiarli. Su questo tema Pro Vita & Famiglia vuole investire sempre più energie e risorse.
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Jacopo Coghe
Portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus
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