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LETTERE AL DIRETTORE

ITALIA NOSTRA – TRENTO * RIFORMA COMUNITÀ VALLE: PRESIDENTE BALDRACCHI, « RIFORMA DELLE COMUNITÀ. DI MALE IN PEGGIO? LE NOSTRE OSSERVAZIONI ALLA COMMISSIONE LEGISLATIVA PAT »

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11.00 - lunedì 27 giugno 2022

In questi giorni si discute l’inizio della riforma delle Comunità di Valle, che rischia di avviarsi nella direzione sbagliata.

Italia Nostra ha presentato le sue osservazioni alla Commissione legislativa – senza alcun risultato – ma spera ancora che il dibattito consigliare possa migliorare il disegno di legge che, nella sua forma attuale, certamente non consentirà di affrontare in modo adeguato le trasformazioni del territorio trentino.

Manuela Baldracchi

 

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Riforma delle Comunità. Di male in peggio?

Il paesaggio e il patrimonio culturale del Trentino sono preziosi e fragili, e la loro cura andrebbe affidata a commissioni dotate delle competenze necessarie per evitare che questi beni pubblici irriproducibili vengano compromessi, come purtroppo continua ad accadere.

La riforma delle Comunità dovrebbe mirare a rendere più qualificato ed efficace il controllo sulle trasformazioni del territorio; invece, il disegno di legge in discussione va in direzione opposta:

– le commissioni delle Comunità verranno private dell’esperto provinciale e il loro parere non sarà vincolante;

– le commissioni dei Comuni, meno qualificate, avranno un ruolo prevalente;

– tutte le commissioni saranno illegittimamente “presidiate” da soggetti politici all’evidente scopo di addomesticarne i pareri.

Questa improvvida riforma poggia su una grossolana mistificazione: che la familiarità col territorio produca competenza. Se così fosse, tanto varrebbe affidare la scelta della terapia ai congiunti del malato, visto che sono indubbiamente le persone che lo conoscono meglio. Sappiamo bene quanto sia difficile garantire la presenza sul territorio di medici qualificati, ma forse non ci rendiamo conto di quanto sia arduo – per non dire impossibile – trovare esperti qualificati in architettura, urbanistica, paesaggio e beni culturali per le commissioni edilizie di 166 Comuni trentini.

Colmare questa lacuna formando centinaia di esperti è irrealistico, e richiederebbe una radicale trasformazione – comunque opportuna – della Scuola per il Governo del Territorio e del Paesaggio (STEP) dimostratasi fin qui del tutto inadeguata. Dobbiamo quindi proporzionare il numero delle commissioni al numero degli esperti disponibili: in Alto Adige, per esempio, esclusi Bolzano e Merano, gli altri Comuni si avvalgono di 32 commissioni d’ambito sovracomunale, formate solo da esperti che hanno superato uno specifico esame. E in ciascuna di esse è essenziale la presenza dell’esperto del paesaggio di nomina provinciale. Anche in Trentino l’effettiva competenza degli “esperti” dev’essere garantita da una selezione per esami, il cui rigore dev’essere pari alle responsabilità che le commissioni si assumono.

Le osservazioni presentate da Italia Nostra alla Commissione legislativa mirano a contrastare la dequalificazione delle commissioni, a proteggerle dalle ingerenze politiche e a ridefinire il ruolo dei piani territoriali delle Comunità di cui, al pari dei precedenti piani comprensoriali, si deve ormai constatare il fallimento.

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