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LETTERE AL DIRETTORE

ITALIA NOSTRA – TRENTO * LETTERA APERTA AL SINDACO IANESELLI: BALDRACCHI, « NUOVE STRUTTURE CHIUSE A SERVIZIO DEI RISTORANTI, INSTALLAZIONI CHE TRAVALICANO IL CONCETTO DI PLATEATICO »

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19.09 - martedì 21 dicembre 2021

Nelle settimane scorse sono comparse all’improvviso, nel centro storico di Trento, nuove strutture chiuse a servizio dei ristoranti, dapprima una o due, e nel giro di pochi giorni si sono moltiplicate fino ad arrivare ad una decina. Alcuni locali ne hanno installate perfino due negli spazi ad essi antistanti o adiacenti. L’iniziativa nasce per dare accoglienza ai numerosi turisti che si riversano in città in questo periodo prenatalizio, attratti dal richiamo dei mercatini, e che durante la bella e media stagione trovavano posto ai tavolini all’esterno degli esercizi ricettivi.

 

La tipologia delle installazioni ora proposte però travalica notevolmente il concetto di plateatico, che ha origini antiche, nato per le bancarelle dei mercati all’aperto, e che consiste nella possibilità di utilizzo temporaneo del suolo pubblico da parte degli esercenti in cambio di una tassa comunale. In questo periodo vessato dal covid le amministrazioni pubbliche, per agevolare la ripresa economica, hanno concesso una deroga al pagamento di tale tassa e quindi abbiamo assistito ad un graduale ampliamento degli allestimenti dei luoghi di ristoro esterni, che spesso hanno avuto il piacevole effetto di conferire alla città una certa vivacità, un’idea di ospitalità, un valore aggiunto di luogo di incontro che permette anche di godere all’aperto dei luoghi della città.

 

Ma di pari passo all’offerta di accoglienza, risulta importante e necessario assicurare la salvaguardia dello spazio pubblico, della percezione della sua dimensione ed ampiezza, della permeabilità delle prospettive visive sulle vie e sulle architetture. Al cittadino e al visitatore dobbiamo offrire, e nel contempo richiedere, il rispetto e la leggibilità dell’armonia di questo pregiato luogo urbano.

I plateatici, come regolamentati da normative comunali, dovrebbero permettere di utilizzare tali spazi, ma assolutamente evitare che gli stessi possano essere privatizzati ed interclusi, i tavolini dovrebbero essere collocati sulle piazze o negli slarghi delle vie senza recinzioni di sorta e senza pedane, dato che trattasi di una concessione d’uso, non di una autorizzazione ad impadronirsene sottraendoli alla dimensione urbana.

 

Certo è plausibile cercare soluzioni che mitighino i rigori delle fredde temperature invernali, con funghi scaldanti o stufette da esterno o fiammelle da tavolo, ma non è ammissibile, cavalcando motivazioni di ripresa economica, stravolgere il senso delle concessioni dello spazio pubblico installando veri e propri volumi chiusi costituiti da solide strutture metalliche, tettucci opachi e pareti perimetrali in spessi teli di nylon, che ingombrano le pubbliche vie e piazze.

E non si voglia far passare queste nuove strutture come spazi “all’aperto”, dove accogliere chi non può entrare nelle sale del ristorante, perché sono veri e propri volumi chiusi, perimetrati da impermeabili superfici.

Siamo difronte ad un eccesso di falsa provvisorietà.

 

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Manuela Baldracchi Presidente

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