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LETTERE AL DIRETTORE

ITALIA NOSTRA E WWF – TRENTINO * LETTERA APERTA ALLA III COMMISSIONE PAT: « OSSERVAZIONI SULLA PROPOSTA DI RIACCENSIONE DEL FORNO DEL CEMENTIFICIO DI SARCHE »

Scritto da
19.35 - martedì 25 gennaio 2022

Terza Commissione Permanente Consiglio della PAT
Via Manci, 27
38122 TRENTO

 

 

Trento, 25.01.2022

 

Oggetto: Osservazioni sulla proposta di riaccensione del forno del cementificio di Sarche

Egregio Presidente e Spett.li Consiglieri,

abbiamo ragionato e valutato con la mente di chi vuole permettere a tutti di lavorare, ovviamente con il massimo rispetto e attenzione per l’ambiente, per la salute della popolazione che vive nel vicinato e per la tutela degli operai che lavorano nella cementeria. Sempre con spirito costruttivo abbiamo predisposto una piattaforma di punti da sottoporvi, in parte come richiesta di garanzie (trasformabili in prescrizioni) e in parte come proposte, prima che venga concesso il nullaosta per la riaccensione dell’inceneritore.

Come garanzie o possibili prescrizioni legate all’autorizzazione chiediamo:

a) Monitoraggio preventivo e continuativo della qualità dell’aria con centralina/e indipendente/i messa/e a disposizione da APPA (costi a carico dell’azienda)
b) Modello di simulazione della ricaduta al suolo di inquinanti al fine di avere dati di confronto sulla qualità dell’aria e dei suoli prima della riaccensione e durante l’attivazione (come richiesto anche dal Consiglio comunale di Madruzzo)
c) Messa in funzione prima del riavvio dei forni delle misure di tutela ambientale previste da Italcementi (impianto DeNox, copertura sito di lavorazione materiali)
d) Accertamento delle emissioni provenienti dalla cottura di ceneri pesanti, scorie di fonderie e fanghi di cartiere miscelate al calcare e alla marna per valutare se intercettate dai filtri
e) Rispetto dei limiti previsti dalla zonizzazione acustica (come richiesto anche dal Consiglio comunale)
f) Analisi delle acque di scolo del cementificio nel Rimone

 

Associazione WWF per il Trentino Via F.lli Bronzetti 29 – 38122 Trento wwftrentino@pec.it

Italia Nostra sezione Trentina Via Oss Mazzurana 54 – 38122 Trento trento@italianostra.org

 

Le Proposte che avanziamo sono:

a) Effettuazione della VIncA per valutare gli impatti sulla ZSC del Lago di Toblino prima di autorizzare il riavvio
b) Verifica di assoggettabilità alla VIA in relazione alle modifiche sostanziali all’AIA del 2016 conseguenza delle diverse condizioni di produzione rispetto ad allora
c) Adozione dei limiti alla emissione di CO2 previste dalle norme da emanare entro il I trimestre dalla CE
d) Applicazione delle nuove BAT non appena emanate dalla CE
e) Analisi a campione sui fanghi essiccati per accertare presenza di sostanze chimiche non intercettate dai filtri
f) Redazione di uno stato di consistenza del patrimonio edilizio posto nel raggio di 1 km dalla cava dove avvengono i brillamenti delle mine per il prelievo del materiale in modo da poter verificare l’eventuale presenza di danni successivi all’inizio dell’attività (come richiesto dal Consiglio comunale)
g) Organizzazione di un tavolo permanente (amministratori pubblici, azienda, portatori di interessi diffusi) per il monitoraggio e l’applicazione delle misure adottate (come richiesto anche dal Consiglio comunale)
h) Predisposizione di una fidejussione assicurativa al fine della tutela del paesaggio e/o della rimessa in pristino del sito allo scadere della concessione mineraria nel 2024

La riaccensione con prescrizioni tecniche (BAT), sigla inglese che sta per “le migliori soluzioni tecniche impiantistiche e gestionali in grado di garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente“, in realtà sono tecniche disponibili già dal 2013, tecniche a cui Heidelberg-Italcementi non si sono mai adeguati, vista la chiusura del forno appena prima della scadenza del tempo limite per poter continuare a lavorare.

Ora si chiede il riavvio, adeguando l’impianto alla normativa del 2013, ma ancora una volta cercando di evitare l’adeguamento alle nuove disposizioni in materia di Co2 che, come tutti sanno, saranno emanate dalla CE nei primi mesi di quest’anno e che, probabilmente, non permetteranno più di bruciare pet cock (un combustibile di pessima qualità) e fanghi essiccati o rifiuti. Alla faccia delle previste riduzioni di Co2 promesse a livelli mondiali, potranno così sfruttare le vecchie normative ancora per diversi anni, producendo almeno 300.000 Ton di CO2 all’anno a fronte di 250.000 Ton di cemento, grandi quantità di azoto per non parlare delle PM10 e PM 2.5, polveri molto dannose per gli esseri umani, per tutti gli animali e per la vegetazione.

Per quanto riguarda la richiesta di Vinca inviata dal WWF in data 5 gennaio 2022 tramite pec al servizio valutazione e Autorizzazioni ambientali per valutare le possibili interferenze con la Zona Speciale di conservazione “lago di Toblino”, vista la distanza di appena 390 metri, vi chiediamo con forza di valutarne tutti gli aspetti, dalla emissione in atmosfera di inquinanti, alla produzione di polveri, dai rumori prodotti dallo sparo delle mine all’incremento di traffico pesante e inquinante sulla SS45 bis che lambisce la zona protetta del lago.

Una seconda richiesta riguarda l’aggiornamento dell’AIA, viste in particolar modo le imponenti produzioni di Co2 nel processo produttivo del

clinker (1,5 Ton di Co2 per ogni Ton di clinker prodotto). In tutti gli anni di attività di questo stabilimento, la produzione lavorativa e gli impianti non sono mai stati sottoposti a Verifica di Impatto Ambientale. Non credete sia il caso di sottoporre almeno ora l’azienda a questo tipo di attenta verifica? Sono garanzie minime di prudenza per mettere in sicurezza la nostra popolazione, soprattutto i giovani, ma anche gli animali e la vegetazione dei boschi e dei vigneti.

Conclusioni

Le conclusioni non possono che essere pregne di forte allarmismo e di grande preoccupazione sia per quanto riguarda gli aspetti paesaggistici e ambientali, sia per quelli socio-sanitari, per l’inquinamento dai fumi, dalle polveri, dalla CO2 e dal traffico veicolare che sarà implementato di circa 100 camion al giorno, in andata e in ritorno, sulla strada “Gardesana”, già notevolmente congestionata, soprattutto nel periodo primaverile ed estivo e comunque in tutto l’arco dell’anno nelle ore di punta di inizio e fine giornata lavorativa, perché su questa direttrice converge verso Trento tutto il Trentino sud-occidentale. Voglio citare per l’appunto il nome di questa strada, la “Gardesana”, per sottolineare l’ambito territoriale in cui ci troviamo.

È la “porta” sul lago di Garda per chi proviene da nord, è il biglietto da visita, il punto di accoglienza, il momento in cui si passa da una ecosistema alpino a un ambiente semi-mediterraneo. Ma questo territorio è importante anche solo di per sé, unico esempio di macchia mediterranea in Trentino, ci offre l’apertura ad una luce diversa e al clima mite, dove la natura, con la presenza degli ulivi e dei lecci, oltre a quella dei pregiati vigneti, ci anticipa possibilità di immersione, di liberazione, di nuovo respiro.

Proprio come promette la campagna pubblicitaria del Trentino che in epoca Covid si è basata sullo slogan “Vieni in Trentino. Respira”. Ed è una campagna che ha dato i suoi frutti: il settore del turismo si è risollevato con la stagione estiva, che ha visto ottime presenze e in cui finalmente si è riusciti a far appassionare alla montagna anche la fascia dei giovani.

La zona delle Sarche e del Lago di Toblino, si sta caratterizzando sotto l’aspetto della proposta turistica con una certa autonomia e rilevanza: il turismo slow con i percorsi di trekking e di mountainbike, l’arrampicata, i percorsi fluviali, il volo con deltaplano, il base-jumping; il turismo eno-gastronomico con il biodistretto, le cantine dei vini, i prodotti agricoli Dop.

Questo è il Trentino che ha la potenzialità di richiamare una tipologia di frequentatori sempre più numerosa, alla ricerca di ambienti curati ma incontaminati. E questo è il turismo che potrà costituire la base della nostra economia futura.

Ma poco potrà fare la natura se noi continuiamo la nostra opera di aggressione. Cosa centra un cementificio in un ambiente così caratterizzato?
Se questa brutta struttura – e non si allude solo all’aspetto estetico, ma anche della componente del rumore, delle emissioni, del traffico indotto – non esistesse già, di certo nessuno penserebbe di inserirla in una previsione urbanistica. Sicuramente non qui, non in questo territorio così iconico per l’immagine dell’intero Trentino.

Amministrare significa pensare anche al futuro, assumersi l’onere di fare PROGRAMMAZIONE, implica la responsabilità di delineare un sistema organico a

servizio della società e del territorio. Tra questi oneri senz’altro c’è anche quello relativo alla necessità di rimuovere ciò che è dannoso, eliminare le dissonanze, riconvertire strutture e funzioni al fine di ottenere sistemi armonici.

Come può il Trentino guardare avanti mantenendo vecchi stereotipi ed evitando di delineare un chiaro progetto per il futuro di questa terra?

Davvero si intende reiterare decisioni di secoli fa (dico secoli perché gli ultimi 50 anni hanno cambiato il mondo)?

Davvero si vuole procedere con decisioni puntuali, senza inserire ogni argomento in un disegno più ampio di programmazione organica e complessiva?

Davvero non c’è ancora una immagine del Trentino del futuro, a cui tendere e in cui collocare ogni piccola o grande decisione che riguardi questo territorio?

Che bisogno ha il Trentino di questo cementificio, che produrrà cemento per l’area del Nord-Est nazionale, con un consumo enorme di energia per alimentare i forni (petcoke all’80% e fanghi biologici essiccati per il 20% recuperati perlopiù da fuori provincia), emissione di CO2 e gas clima-alteranti e l’escavazione di materie prime dai nostri versanti montuosi per la produzione di 250 mila tonnellate di cemento all’anno?

Come si inserisce questa iniziativa industriale nella la SproSS (Strategia provinciale per lo sviluppo sostenibile, nel PEAP (Piano Energetico Ambientale Provinciale) e nel Programma di lavoro Trentino Clima 2021-2023, che cercano di recepire quanto indicato nel SNSvS (Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile)?

Ogni sistema ambientale è molto sensibile a qualsiasi variante immessa. Abbiamo pensato alla possibilità di una micro-variazione climatica in un ecosistema unico in Trentino? In quella zona si produce il pregiato olio “più a nord d’Italia”, sarà ancora possibile mantenere questo primato naturale?

Le cantine del territorio, che hanno investito in sistemi biodinamici e biologici, potranno ancora proporre vini di alta qualità?

Che dice l’Osservatorio Trentino sul Clima?

I 30 posti di lavoro, unico fattore positivo portato da HeidelbergCement, potrebbero certamente essere trovati nei settori agricoli e turistici, che ancora in zona offrono ampi margini di sviluppo. Per avere un’idea dell’occupazione nell’Alto Garda basti pensare che con il Covid si parla di una crisi di un migliaio di posti.

La questione di fondo quindi è: che si intende fare nel 2024, quando la proprietà chiederà la possibilità di continuare a scavare e sparare mine? Che si intende fare nel 2027 quando l’attuale concessione scadrà e quando Heidelberg chiederà la sua proroga?

Noi chiediamo ai nostri amministratori di guardare avanti, di decidere che Trentino vogliono lasciare alle future generazioni e di essere coerenti con una visione d’insieme. Non è ammissibile che si facciano dichiarazioni d’intenti (il Trentino che respira, la Natura integra ecc.) e che poi si procede alla spicciolata, dove ogni Servizio provinciale agisce in autonomia e in modi divergenti.

È significativo che i manager pubblicitari riescano a cogliere in modo preciso le peculiarità ed i valori più significativi del nostro territorio e a proporli come elementi rari, distintivi e preziosi. Chiediamo ai nostri amministratori almeno la stessa sensibilità e lungimiranza.

Quindi ribadiamo la richiesta delle garanzie sopraesposte relativa a questo periodo di transizione, ma chiediamo anche di prospettare fin da ora una chiusura dell’impianto alla scadenza dell’attuale contratto.

 

*

Associazione WWF per il Trentino

Presidente Aaron Iemma

 

Italia Nostra, sezione Trentina

Presidente Manuela Baldracchi

 

 

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