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LETTERE AL DIRETTORE

INSEGNANTI DI 12 ISTITUTI – INFANZIA * RINNOVO CONTRATTUALE: « LA PAT CI SVILISCE, NO A TALI TRATTAMENTI ADERIAMO ALLO SCIOPERO NAZIONALE »

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14.06 - martedì 13 dicembre 2022

In tempi di rinnovi contrattuali e riconoscimento delle progressioni di anzianità, assistiamo ancora una volta al maltrattamento del personale insegnante delle scuole dell’infanzia, Ata e docenti delle scuole professionali. In comune queste tre categorie hanno quello di lavorare nell’ambito dell’istruzione di cui la PAT ha competenza primaria e dimostra di farne un pessimo uso. Per sanitari, enti locali, insegnanti dalla primaria alle superiori… tutto si incastra: aumenti, arretrati, adeguamento all’inflazione e progressioni economiche automatiche.

Quando è il turno delle categorie sopracitate tutto si ferma: nulla ci aspetta se non subordinato alla valutazione del personale. L’ultimo rinnovo, per la parte economica, risale al 2016. Nel frattempo inflazione, rincari e costo della vita alle stelle. Ancora una volta sembriamo “figli di un Dio minore” . Ancora una volta la Provincia denigra e svilisce lavoratori e lavoratrici che sono di sua esclusiva competenza. La domanda sorge spontanea: perché questo accanimento? Impossibile, per noi accettare un trattamento simile e allora non ci è rimasto che aderire allo sciopero nazionale per quanto riguarda la non adeguatezza della finanziaria nazionale.

Nello specifico, per la nostra categoria, chiediamo che il contratto sia firmato entro quest’anno (per il 2019 – 2021), con l’assegnazione degli arretrati dovuti, chiediamo che siano riaperte già da quest’anno le progressioni di livello e che siano poste quanto prima le basi per firmare il rinnovo contrattuale 2022. Vogliamo una scuola dell’infanzia con prospettiva, chiediamo che la stessa, primo gradino del percorso scolastico dei bambini e delle bambine, sia valorizzata come tale: in quanto “scuola” ragionevole in base alle risorse, che non può essere di 11 mesi all’anno, che funzioni con almeno il 90% di persone titolate a svolgere questo lavoro (diploma superiore pre 2002 oppure laurea), che si pongano le basi perché la scelta di lavorare in un ordine di scuola, piuttosto che in un altro, sia equivalente dal punto di vista economico e contrattuale.

Ci riferiamo allo stipendio, alle ore lavorate, ai periodi di riposo/ripresa equivalenti, alla stabilità di trattamento nel tempo – svincolato da scelte estemporanee della politica. Viceversa non avremo mai un numero adeguato di laureati/laureate che scelgono di lavorare nella scuola dell’infanzia. In questa circostanza non possiamo non menzionare lo sprezzante aumento di stipendio, con relativi arretrati, dei nostri politici che accade per automatismo ogni anno. Di fronte a tanta sfacciataggine è diventato per noi difficile fare silenzio e piegare la testa! Abbiamo difeso sempre la qualità della scuola come luogo di cultura e crescita di futuri cittadini è ora che ci prendiamo a carico anche dei nostri diritti di lavoratrici (siamo al 99% donne). Questa è una questione di dignità. Avremmo auspicato l’unità tra le tre sigle sindacali che vanno ai tavoli di contrattazione, perché non stiamo parlando di quisquilie, ma dei diritti fondamentali dei lavoratori che a noi della scuola dell’infanzia tocca conquistare faticosamente ogni anno.

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SCUOLA DI CLES
SCUOLA DI CUNEVO
SCUOLA DI FAI DELLA PAGANELLA
SCUOLA DI RALLO
SCUOLA DI ROVRE’ DELLA LUNA
SCUOLA DI SPORMINORE
SCUOLA DI VERVO’
SCUOLA DI COGOLO
SCUOLA DI CAVARENO
SCUOLA DI TERZOLAS
SCUOLA DI ROMENO
ALCUNE INSEGNANTI DELLA SCUOLA DI SAN MICHELE ALL’ADIGE

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