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LETTERE AL DIRETTORE

GUGLIELMI (CONSIGLIO PAT – FASSA) * TERZO MANDATO – CAPIGRUPPO CENTRODESTRA: «NOI GREGGE? C’È STATA UNA PROCEDURA D’AULA CHE HA PORTATO AD UN VOTO DEMOCRATICO»

Scritto da
08.05 - domenica 13 aprile 2025

Gentile direttore Franceschi,

 

allego quanto oggi pubblicato sul quotidiano “Il T“, anche per consentire la visione ai lettori di Opinione.

 

*

Luca Guglielmi

Consiglio Provincia autonoma Trento (Fassa)

 

Editorialisti, professori e professorini. Negli ultimi dieci giorni, forse perché distratti da questioni epocali che stanno preoccupando tutti, è sfuggita la penna a molti colleghi e a qualche eminente cattedratico rispetto alla questione del terzo mandato. Ho già chiesto che venga rispettata l’iniziativa dei capigruppo che hanno firmato il disegno di legge 52, tra i quali mi onoro di essere, ma non abbiamo  avuto questo rispetto. Anzi. Ho letto e sentito in aula frasi del tipo “ tutte le osservazioni che ho sentito non hanno alcun merito e alcun pregio” o persino “è necessario svegliarsi dall’ipnosi”; sui giornali termini come “malafede” o “degenerazione” riferiti alla nostra iniziativa legislativa. C’è persino chi ci ha definito “gregge” dimenticando di esserlo a sua volta…

A tutti questi personaggi vorrei ricordare che, a tre anni e mezzo dalle prossime elezioni provinciali è stata fatta una completa procedura d’aula che ha portato ad un voto democratico dal quale è scaturita una maggioranza, diciannove voti contro sedici, che ha definito una nuova norma : la possibilità futura per un Presidente votato con la legge attuale di fare tre  mandati, quindi di governare per un massimo di quindici anni.

Definiti i fatti incontrovertibili passiamo alle considerazioni. Considero veramente indecente che qualcuno sia insultato e deriso per il lavoro che svolge, quindi ancora più grave che qualcuno subisca questo trattamento nel suo ruolo di rappresentante della Collettività trentina. Ma la vera malafede sta in chi, all’interno delle istituzioni o sui mass media continua a definire populista o sovranista, o peggio ipnotizzato o gregge, chi porta avanti le iniziative nel suo campo politico e si dimentica del suo passato, di ciò che tutti abbiamo vissuto a parti invertite. Chi, in buone parole, si è comportato esattamente allo stesso modo, rispettando le regole come noi, ma per una buona causa: la propria. Ecco quindi che diventano legittime, degne e accettabili tutte le manovre politiche per fare prevalere le buone cause.

Ma in politica, viva il cielo, tutte le cause sono buone. Chi può arrogarsi il diritto di distinguerle???

Lor signori, lor signori possono farlo. Quelli che ad esempio hanno trasformato un provvedimento non approvato sui diritti LGTBQ+ in una mozione operativa che ha consentito libertà di movimento alla Giunta di sinistra; quelli che hanno svuotato in aula una legge sull’elezione diretta del Presidente della Giunta e degli Assessori  nella legge sulla preferenza di genere, senza alcun dibattito in commissione, cambiando persino il titolo della legge all’ultimo giorno in “Legge sulla parità di genere”. Tutto questo a nove mesi dalle elezioni dell’ottobre 2018! Com’era quella frase? “Non si cambiano le regole prima del voto” ?

Lor signori possono tenere in scacco il Consiglio provinciale, il tempio dell’Autonomia, sul tema della Valdastico: poco importa se sia nel programma di chi ha vinto le elezioni dal 2018, poco importa se da trent’anni tutti gli industriali e i commercianti l’abbiano sempre chiesta. A loro non va bene, quindi si possono usare tutti i mezzi, ma guai se li usano gli altri, allora si grida allo scandalo, si tirano in ballo sovranisti e populisti, si analizzano le parole di Salvini e di Meloni, e perché no, chiamiamo in causa anche Trump e Musk. Ciò che conta è che quello che vogliono gli altri sia messo in cattiva luce, sia dileggiato e denigrato.

Ecco, questi professori della democrazia che distinguono il bene dal male a seconda che sia una loro iniziativa o meno, si ricordino di come è andata questa vicenda del terzo mandato, si ricordino di rispettare anche chi non la pensa come loro. E ai professorini che  aspettano in aula di essere gli utimi a parlare pensando che tutti siano in attesa del loro verbo, ricordo che nessuno di noi ha la verità in mano, nessuno di noi è eterno, specialmente se alla fine del 2028, diversamente da altri, sarà costretto a tornare al suo lavoro per i limiti di mandato. Forse un po’ rosicano anche per questo…

 

 

 

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