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LETTERE AL DIRETTORE

GRAZIANO FERRARI (CLP ALBIANO) * PROCESSO “PERFIDO”: « CON CORAGGIO SI ELABORINO ANTICORPI, NO AI CONDIZIONAMENTI A CHI AMMINISTRA I NOSTRI COMUNI »

Scritto da
12.26 - domenica 5 marzo 2023

Gentile direttore Franceschi

invio questo mio intervento sul processo “Perfido”. Ringrazio per l’attenzione.

Graziano Ferrari

Albiano (Tn)

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Il giorno 22 febbraio nel primo pomeriggio inizia l’udienza in Corte d’Assise del processo “Perfido”. Siamo davanti all’entrata del Tribunale di Trento. In aula si dovrebbe decidere per il “rito abbreviato” degli imputati che eventualmente sceglieranno questa modalità. Noi del CoordinamentoLavoroPorfido non siamo d’accordo con questo procedere “inusuale”, così l’ha definito il nostro avvocato di fiducia, non riusciamo a comprendere fino in fondo perchè non si voglia proseguire con il dibattimento pubblico, un percorso scelto più di un anno fa, e ora, dopo un anno di lavoro, che erano terminate le traduzioni delle intercettazioni dal dialetto calabrese e trentino poteva proseguire iniziando a sentire i testi della Procura e giù, tutti gli altri.

Ci convince poco la penuria di personale del Tribunale, piuttosto a noi sembra che questa direzione ondivaga rischi di ottenere una giustizia parziale lasciando fuori dal dibattito pubblico il contesto economico e sociale nel quale il malaffare, negli anni, si è sviluppato in tutte le sue forme. Davanti al Tribunale oltre noi, sono venuti a dare sostegno rappresentanti dell’ANPI,di Libera,e del sindacato USB. Si distribuiva un volantino ed un appello dove si esprimono le nostre ragioni, e i nostri dubbi che il procedere processuale ci pone.

Sapevamo che con tutta probabilità i nostri sguardi avrebbero incrociato quelli di alcuni imputati, nostri conoscenti, paesani, scarcerati pochi giorni prima. Non ho pensato a come avrei reagito o come avrebbero reagito loro, magari questo sfugge alla razionalità e a volte l’emozione ti tira brutti scherzi. Ma al momento dell’incontro dopo un attimo di incertezza il silenzio era protagonista. Ci siamo guardati, ognuno con i propri pensieri. Un attimo dopo mi passa davanti Pietro Battaglia, mi guarda di sottecchi, e mi dice:”..non pensavo di vedere anche te quì”. Lo guardo entrare vorrei rispondergli ma non mi esce nulla.

Nei decenni precedenti, anche quando vivevo a Lases, con lui non ho mai avuto modo di parlare, quando ci si incontrava non ci si scambiava che un cenno di saluto.
Ma cosa facevo io lì da tempo ha una sua risposta. Chiara ed inequivocabile. Dopo il sequestro ed il pestaggio di Xu Pai con le relative condanne in Appello ed in Cassazione non si poteva rimanere a guardare, senza fare nulla, aspettando l’oblio della coscienza. Capire, e non restare indifferente.

Perchè è da lì che si è scoperchiato un mondo di miserie fatte di angherie e sopprusi che nessuno vorrebbe subire. Grazie al lavoro degli investigatori dei Ros dei carabinieri e dell’inchiesta giornalistica di Questotrentino che ha permesso di vedere e mettere in controluce uno spaccato della nostra società corrotto e colluso a tutti i livelli. Pietro Battaglia,ma non solo lui, me lo ricordo nella veste di consigliere comunale a Lona-Lases durante uno degli ultimi consigli comunali presieduti dal sindaco Roberto Dalmonego. Nell’occasione di una mozione presentata dal CLP a sostegno del lavoratore cinese Xu Pai. Dove tutti i consiglieri e gli amministratori comunali intervenuti si sono distinti nel negare una situazione che sembrava già evidente. La definizione mafia li scandalizzava. Tutto si concluse nel nulla. Negando di fatto al povero lavoratore sequestrato e picchiato, oggi è una delle parti civile costituitasi nel processo “Perfido”, quel minimo di solidarietà che gli era dovuta in un paese che si definisca civile.

Le nostre comunità in tutte le espressioni sociali si sono contraddistinte per il silenzio, e chi ha parlato lo ha fatto per negare o minimizzare. Un’armonia malata che accetta come un fatto “normale” che dei paesani possano essere accusati, incarcerati, e processati per reati gravissimi quali “associazione mafiosa e resa in schiavitù di lavoratori”. Alcune condanne in primo grado sono già state emesse a carico di cinque imputati, tre delle quali pur con lo sconto di pena per il rito abbreviato scelto vanno dagli otto agli undici anni di reclusione. E siamo solo agli inizi del percorso processuale.

Io come cittadino di queste comunità mi sento gravemente danneggiato da questi comportamenti delittuosi che nulla hanno da spartire con lavoro, onestà, e rispetto. Mi sento addosso una responsabilità che mi impedisce di fregarmene. Per questo cercherò di seguire per quanto possibile il processo “Perfido”.

È’ un mio diritto! Cercare di capire, di conoscere i risvolti dei fatti, di informarmi, e di informare.

Saranno i giudici che condanneranno o assolveranno gli imputati sancendo una verità giudiziaria, che avrà senz’altro la sua importanza ed il suo peso. Ma resto convinto che solo le comunità interessate se lo vogliono e con coraggio dovranno elaborare quegli anticorpi che possano servire a cambiare verso e ad impedire il ripetersi di miserie che altrimenti continueranno a condizionare ed amministrare i nostri comuni.

 

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Graziano Ferrari
Componente del CLP Albiano

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