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LETTERE AL DIRETTORE

GIUSEPPE PAROLARI * LAVORO: “ ANCORA TROPPI MORTI, SI ISTITUISCA LA FIGURA DEL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (RLS) “

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21.13 - martedì 20 dicembre 2022

Ancora troppi morti sul lavoro in Trentino-Alto Adige. Che la sicurezza sul lavoro sia una questione prioritaria ce lo ricordano i 909 infortuni mortali avvenuti sul lavoro in Italia in dieci mesi, dal gennaio all’ottobre di quest’anno, dei quali 28 in Trentino-Alto Adige/Südtirol. Con questo numero, la nostra Regione si colloca al secondo posto – dietro la Valle d’Aosta – in quella graduatoria nazionale che nessuno vorrebbe condividere.

In entrambe le Province, di Trento e di Bolzano, funzionano i Comitati provinciali di coordinamento in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, voluti dalla legge nazionale per sviluppare misure contro infortuni e malattie professionali ed elaborare una programmazione coordinata e uniforme degli interventi nel settore.

Spesso, a dire il vero, l’attività si perde in rivoli non molto produttivi, ogni tanto però succedono cose che possono fare la differenza: ad esempio, recentemente nel Comitato trentino per la sicurezza è stato presentato, illustrato e discusso il documento “Sicurezza sul lavoro”, con cui i direttivi unitari di Cgil-Cisl-Uil hanno avanzato al Comitato stesso e alla Giunta provinciale varie interessanti proposte.

La prima riguarda l’utilizzo delle potenzialità della nostra Autonomia per istituire, in tutte le realtà che ne sono ancora prive, la figura del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (Rls), territoriale o di comparto. Utilizzando a tale scopo le risorse provenienti dalle sanzioni sulla sicurezza sul lavoro e dal Pnrr. Proposta significativa, se si pensa che gli Rls sono presenti in ogni azienda media o grande, ma non nelle realtà, come l’edilizia, l’agricoltura, i lavori nei boschi e foreste, formate di piccole imprese dove accadono in genere gli infortuni più gravi e mortali e che quindi ne avrebbero più bisogno. È lì che la presenza del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza può fare la differenza.

Come? Dando voce a chi non ne ha, ai lavoratori delle piccole imprese delle costruzioni, ai braccianti agricoli, agli addetti alle foreste; partecipando alla loro formazione sulla sicurezza; aiutandoli ad individuare ed eliminare rischi e pericoli; rappresentando le loro esigenze di salute con i datori di lavoro. È un peccato, uno spreco in termini di salute collettiva, che una figura così importante per la prevenzione sul lavoro non sia presente nei settori a maggior rischio.

La Provincia dovrebbe intervenire per aiutare a coprire il vuoto, anche con l’istituzione – in capo ad Agenzia del Lavoro come richiesto nel documento – di un albo provinciale degli Rls per monitorarne la formazione c ed il costante aggiornamento. Magari utilizzando, ai fini della sicurezza, le competenze degli agenti forestali in stretta collaborazione con l’ispettorato del lavoro, al fine di raggiungere anche le situazioni più lontane nei boschi e foreste, altrimenti irraggiungibili.

Seguono nel documento le richieste di un numero maggiore di ispettori del lavoro, di una loro migliore organizzazione sul territorio, della messa in atto di un sistema di incentivi pubblici che premi le aziende che applicano correttamente i contratti di lavoro e che rispettano le norme sulla sicurezza, quelle che utilizzano sistemi di certificazione in materia di sicurezza sul lavoro, considerando invece inaccettabile che chi non applica le regole possa beneficiare di contributi pubblici.

Infine, l’inserimento nei programmi scolastici di un percorso sulla cultura della sicurezza, a favore di studenti e docenti di tutti gli istituti scolastici, universitari e di formazione professionale, nonché la costruzione di una banca dati in grado di analizzare gli infortuni sulla base del numero di lavoratori/ore lavorate del singolo comparto (oggi i dati sono in termini assoluti, non sempre facilmente decifrabili).

Tali proposte hanno trovato, nel Comitato provinciale di coordinamento in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, il sostegno, la condivisione e l’appoggio dell’Ordine dei Medici di Trento, per bocca di chi scrive che lo rappresenta nel Comitato stesso. Si tratta di interventi concreti da attuare per migliorare la sicurezza sul lavoro, sui quali è auspicabile che il Comitato e la Provincia autonoma portino attenzione. Benché le prime risposte della Giunta provinciale non sempre siano state quelle attese, non è detta l’ultima parola.

* Giuseppe Parolari
(Torbole sul Garda)

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