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LETTERE AL DIRETTORE

GIANFRANCO GIACONI * REPLICA A ON. URZÌ (FDI): « LE SUE PAROLE CONTRO “RISVEGLIO TIROLESE” NON FANNO TRASPARIRE UNA VISIONE DEMOCRATICA »

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14.42 - domenica 16 luglio 2023

Gentile Direttore Franceschi,

scrivo in risposta al veemente attacco dell’Onorevole Urzì di Fratelli d’Italia contro Risveglio Tirolese e le sue considerazioni in merito al busto in gesso di Cesare Battisti.

Nessun paese più dell’Italia ha avuto una scena politica nel Novecento influenzata da opposti estremismi. Nel primo dopoguerra il pericolo di una emulazione della rivoluzione d’ottobre diede forza ed appoggio al nascente partito fascista che poi occupò totalmente la scena politica. La guerra partigiana credeva in buona parte nella rivoluzione e, oltre alla sconfitta del nazifascismo, nella possibile affermazione del proletariato in uno stato comunista. E poi, perfino forze più democratiche, sventolarono lo spauracchio del nemico nella forma dei cosacchi che mangiavano i bambini. Nei decenni successivi gli attentati di matrice rossa si alternarono a quelli di matrice nera. Mentre il pentapartito governava tenendo gli estremi di destra e sinistra lontani. Fino a giungere al Berlusconismo, nato per tenere lontana la neo alimentata minaccia comunista, che come tale continuava ad essere raffigurata ad hoc nonostante il muro di Berlino fosse ormai solo un cumulo di macerie.

Solo più recenti toni distesi hanno permesso di vedere il secolo scorso in forma più distaccata ed obbiettiva, permettendo una revisione storica tanto richiesta dalla destra. Tale revisione ha permesso di riconoscere la buona fede e l’amor patrio di coloro che genuinamente, pur schierandosi dalla parte sbagliata (l’esercito della Repubblica di Salò), pensavano di servire il loro Paese.

L’incalzare di un’irrisolta immigrazione clandestina, estremamente mal gestita dall’Unione Europea e dai governi degli ultimi anni con le relative paure degli italiani, è stata il mezzo che ha sdoganato completamente la destra per farla divenire primaria forza di governo. Una destra che, dichiarandosi da decenni democratica, chiede legittimamente di poter essere valutata finalmente per le sue politiche ed azioni di governo, senza dover pagare il prezzo del pregiudizio della storia. Una destra che però pare non essere in grado di liberarsi del suo passato.

La figura di Cesare Battisti riassume in pieno le contraddizioni del secolo che lui ha vissuto solo negli inizi. Quasi ne fosse una figura premonitoria. Fu socialista, ma ne tradì in pieno i valori schierandosi contro il Partito Socialista e Giacomo Matteotti che non voleva che l’Italia entrasse in guerra cosi come il socialista russo Lenin che dovette rifugiarsi in Svizzera perché anche lui contrario alla guerra.

Battisti fu un vero guerrafondaio dato che il suo appoggio all’idea della guerra non fu solo ideologico ma fattivo, prodigandosi in più di cento comizi pubblici lungo la penisola, che furono causa di disordini e proteste popolari. Tradì il proletariato italiano e tirolese trascinandolo in trincea senza che il popolo, da una e dall’altra parte del confine gliene avesse mai dato mandato. Ricordiamo solo che la stragrande maggioranza dei trentini era contro la guerra e l’annessione al Regno d’Italia.

Battisti tradì i valori socialisti ed il proletariato perché espresse devozione e offri servigi e disponibilità alla casa reale dei Savoia (!), che non era di certo l’Internazionale Socialista.

Se il passare del tempo, con l’entrata nel terzo millennio, ci permette di valutare con più distacco gli eventi del secolo scorso, questo deve valere per tutti gli eventi e le figure storiche, ivi compresa quella di Cesare Battisti che, con grande dispiacere di Urzì, non è amata dalla totalità dei trentini.

Le parole all’olio di ricino del militante, o meglio milite noto, Urzì contro Risveglio Tirolese non fanno trasparire una visione democratica. Al contrario ribadiscono la stessa identica dottrina di stato nata dalle ceneri della Grande Guerra e forgiata dal Fascismo a sua immagine e somiglianza e poi solo marginalmente scalfita, per convenienza, dall’Italia repubblicana.

La tanto più volte invocata, soprattutto dall’area politica dell’ On. Urzì, obbiettiva revisione storica non può essere esercitata a macchia di leopardo in base alla convenienza. Ne va della onestà intellettuale di tutti.

 

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Gianfranco Giaconi

Risveglio Tirolese

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