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LETTERE AL DIRETTORE

FRANCO PANIZZA * SCOMPARSA ERNESTO TONINA: « UNA VITA PER LO SPORT E PER I GIOVANI, LA SUA UNA GENEROSITÀ SENZA LIMITI VERSO CHI RIMANEVA INDIETRO »

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17.52 - sabato 5 giugno 2021

Non avrei mai pensato che un giorno mi potesse arrivare la notizia che il nostro caro Ernesto se ne era andato. Ogni volta che lo incontravo alle tante manifestazioni a cui mi invitava (e alle quali si arrabbiava se le Istituzioni non partecipavano) lo vedevo sempre più caricato e, purtroppo, anche sempre più stanco, ma non per le fatiche del suo impegno, bensì per l’accanimento, per tutti inconcepibile, di una burocrazia ottusa.

Ernesto era molto di più di un dirigente sportivo. Il “presidentissimo” del Trilacum era l’esempio di un uomo deciso, pragmatico, schietto. Sempre educato quando doveva chiedere, ma altrettanto deciso perché sapeva di chiedeva per gli altri, per i bambini e i ragazzi affinché potessero godere dell’opportunità di fare sport e vivere in una società sana, che li accoglieva, li faceva sentire importanti e li aiutava a crescere bene con le loro famiglie. Ernesto dimostrava una generosità senza limiti verso chi aveva bisogno o rimaneva indietro, ma un rifiuto altrettanto netto verso l’arroganza di chi non voleva capire, chi metteva pali tra le ruote, verso l’insensibilità e chi faceva finta di non vedere. Ernesto le sue responsabilità se le prendeva tutte; era rispettoso delle Istituzioni, ma quando era utile alla causa non te le mandava a dire. E dai politici pretendeva rispetto e il mantenimento della parola data.

Per Ernesto contavano i fatti, non le belle parole e gli elogi di cui non sentiva il bisogno. Nei tanti incontri avuti, mai una volta mi ha chiesto un riconoscimento per sé; lui chiedeva solo per il suo Trilacum, per i suoi atleti, per lo sport. Nella sua Società hanno militato tantissimi atleti e si sono formati campioni eccellenti. Ma il Trilacum vinceva sempre per il numero dei partecipanti, di tutte le età, che riusciva a far gareggiare, perché per lui a contare non erano tanto le medaglie, ma l’esser riuscito a coinvolgere quanti più atleti possibile. E sul palco li faceva salire tutti, soprattutto i bambini che erano la sua vera carica motivatrice.

Ora Ernesto non è più materialmente fra noi, ma il suo sorriso divertito e a volte simpaticamente canzonatorio, le sue battute spontanee, rimarranno sempre nel ricordo riconoscente mio e di tutte le persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di apprezzarne le doti umane. E a ricordarcelo per sempre resteranno i suoi ragazzi, quelli di adesso e quelli cresciuti e diventati campioni sportivi, che al suo ultimo saluto ne hanno tratteggiato la figura con la voce piena di commozione. E rimarranno soprattutto le sue opere, in particolare quel Centro Trilacum bellissimo e dotato di tutto che oggi, per un accanimento inaudito, è chiuso privando i ragazzi della possibilità di praticare lo sport nella struttura costruita con mille sacrifici. Perché per Ernesto, le persone si misuravano dai fatti; di “ciacere” erano già troppo piene le fosse.

Infine, non voglio dimenticare la sua straordinaria famiglia. Ernesto non avrebbe mai potuto essere quello che era e non sarebbe riuscito a portare a termine progetti straordinari se non avesse avuto tutta la sua famiglia alle spalle. Dalla moglie, ai figli, al genero, alla nuora e ai nipoti, li sapeva coinvolgere tutti. E tutti dovevano seguirlo, perchè quando sapeva di essere nel giusto nessuno lo fermava. Ai suoi carissimi Diego, Annamaria, Lucio, Armando, Gianna, ai suoi adorati nipoti, siamo tutti vicini in questi momenti, nella certezza che a consolarli rimarrà per sempre lo straordinario esempio di dedizione generosa e disinteressata che ha lasciato a loro, ma anche a noi e a tutta la comunità sportiva del Trentino che l’ha conosciuto ed apprezzato e che l’ha salutato, commossa e riconoscente, al cimitero di Vigolo Baselga.

Grazie Ernesto per ciò che hai fatto e ci hai trasmesso. Da lassù continua a seguirci e a controllarci con i tuoi preziosi consigli e, quando servirà, con i tuoi simpatici rimproveri.

 

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Franco Panizza

 

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