Il Grillo ducesco: un enorme problema per Enrico Letta. È antipatico il giochino per cui occorre sempre dare del fascista a qualcuno. Fa parte di una strumentalizzazione un po’ oscena della storia. Alcide De Gasperi veniva sempre accusato dalla sinistra di essere “fascista” e come noto non lo era affatto. Lui stesso però, con moderazione e non in pubblico, spiegava agli amici che c’è una gran differenza tra “antifascisti” ed “antifascisti”, per poi definire i comunisti del suo tempo “fascisti rossi”. Epperò, se questo aggettivo lo vogliamo proprio usare, se dobbiamo per forza cercare qualcuno che, in senso lato, lo “meriti”, allora Beppe Grillo è a mio giudizio il candidato numero 1.
Non voglio entrare nel merito delle vicende del figlio, tristi e miserabili: forse si arriverà alla verità, forse no; forse lo stupro c’è stato, forse qualcosina di meno… Lo si vedrà…
Rimane però che un figlio così è certamente una croce, per chi ha il buonsenso di capirlo (cosa che non sembra accadere, nel caso della coppia Grillo-Tadjk).
Grillo, si diceva, ha tutte le carte in regola per assomigliare, più di tutti, all’uomo del Ventennio.
Anzitutto, direi, per il piglio dittatoriale con cui guida un partito di cui è il padre padrone, girando e rigirando come vuole un manipolo di persone che spesso ha trovato, in parlamento, il suo primo lavoro. Lui li ha creati, lui li tiene per il bavero, costringendoli a danzare come vuole. Questo anche perché, come Mussolini, è un grande comunicatore, un ottimo oratore, mentre attorno a lui girano per lo più personaggi sbiaditi, con molta aggressività grillina, scarso carisma e pochi titoli (come molti dei parvenu che il duce si portò prima in parlamento e poi al potere).
In secondo luogo Grillo ha in comune con Mussolini la capacità straordinaria ed unica di cambiare idea e casacca senza alcuna remora morale. Chi ama la storia ricorderà il Mussolini socialista e poi fascista, internazionalista e poi nazionalista, pacifista e poi interventista, nemico giurato della Germania e poi alleato di ferro dei tedeschi…
Chi, più di Grillo, ha saputo imitare questa capacità camaleontica di mutare pensiero e posizione politica? Lo ricordiamo no euro e no Europa, nemico acerrimo del Pd e alleato della Lega… per poi trovarlo abbracciato in modo spasmodico e indissolubile con il Pd di Zingaretti e di Letta….
Eppure, tralasciando il possibile passato neofascista di Grillo, andrebbe ricordato che negli anni in cui Grillo accusava il Pd di trescare con “ex fascisti e piduisti”, era il PD – lo stesso partito che da alcuni anni vuole rinsaldare sempre più l’alleanza con i grillini-, a definire Grillo “fascista del web”!
Se andiamo indietro di alcuni anni, prima che tra Grillo, Renzi e Zingaretti fiorisse l’amore, Grillo veniva accusato di ripetere slogan fascisti, di gestire il partito in modo non democratico, di “andare a braccetto con CasaPound” (Bersani, Franceschini…)…
E adesso? Grande imbarazzo, immagino, nel partito di Enrico Letta, che vuole presentarsi come “partito femminista” -rubando l’idea ad un altro maschio-rivale, Matteo Renzi- e che però ha bisogno vitale dell’alleanza con un signore che non appare propriamente né un fine cavaliere, né un seguace del Dolce Stil Novo!
Come farà ora il povero Enrico a spingere tanto su un’alleanza così imbarazzante?
Quanto al movimento 5 stelle, dopo la dipartita di Gianroberto Casaleggio e lo tsunami che sembra travolgere Beppe Grillo, potrebbe accadere di tutto. E’ probabile che qualcuno lasci il partito per andare a destra, qualcuno si accasi nel Pd, e qualcuno provi la rifondazione. Certamente alle elezioni del 2023 i 5S finiranno dissanguati. Per il nostro Paese, non certamente una brutta notizia.
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Francesco Agnoli
Segretario di “Si può fare!”