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LETTERE AL DIRETTORE

ETTORE ZAMPICCOLI * APPARTAMENTI TURISTICI: « SONO SENZA CONTROLLI, SI CREINO NORME PER CHI HA UN DIVANO O UN LETTO DA AFFITTARE (COME ORA PER GLI ALBERGHI)»

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15.42 - martedì 29 novembre 2022

Silvio Rigatti, presidente dell’Apt Garda trentino, nei giorni scorsi ha lanciato un grido di allarme a proposito degli appartamenti turistici: sono troppi – ha detto – e per lo più senza controlli. Silvio Rigatti si riferiva alla situazione del basso Sarca ma nelle altre aree turistiche trentine non è che la musica cambi. Grazie a piattaforme digitali quali Airbnb e simili negli ultimi anni la disponibilità degli appartamenti turistici è aumentata a dismisura. Una vera e propria esplosione. Un solo esempio: a Venezia gli appartamenti turistici sono più degli appartamenti residenziali, quelli abitati dai veneziani. Che cosa accade? Uno si alza il mattino, vede che ha un divano in casa non utilizzato, si iscrive ad Airbnb e diventa così imprenditore turistico, Pochissimi gli obblighi.

L’università Ca’ Foscari di Venezia ha svolto una ricerca: i turisti i che alloggiano negli appartamenti turistici spendono mediamente 30/40 euro contro i 150/180 di chi va in alberghi. Questo la dice lunga sul profilo turistico di chi soggiorna negli appartamenti e porta a qualche ulteriore valutazione sulla differenza tra quantità e qualità del turismo.

Noi non siamo fanatici dei modelli turistici del Sudtirolo, ma bisogna pur ammettere che su qualche fronte sono più avanti di noi, soprattutto se si parla di qualità. Di recente, tra l’altro, hanno avviato una politica di contenimento dei posti letto, ponendo in legge dei limiti oltre i quali non si va. Questo in nome della difesa dell’ambiente, della qualità del turismo, della ricerca di targets di un certo livello. E teniamo presente che già ora il Sudtirolo, quanto alla consistenza della propria struttura ricettiva, se la cava meglio rispetto al Trentino. Vediamo. A prescindere dai posti letto presenti nelle seconde case (199 mila, una enormità) il Trentino conta nel settore alberghiero circa 1.480 alberghi con 92 mila posti letto. Nell’extralberghiero (agritur, campeggi, B&B, alloggi privati ecc.) i posti letto sono circa sono circa 190 mila. In Alto Adige gli hotel sono 3.900 con 150 mila posti letto mentre l’extra alberghiero fa 75 mila posti. In Alto Adige quindi il settore alberghiero è circa il doppio di quello extralberghiero, in Trentino invece l’extralberghiero è due volte maggiore dell’alberghiero, sempre escludendo le seconde case altrimenti sarebbe quattro volte maggiore.

Questo suggerisce alcune considerazioni. Primo: dal momento che l’extra alberghiero – si voglia o non si voglia – è l’alternativa all’hotel in Alto Adige gli alberghi sono meno esposti alla competizione o – se volete –alla concorrenza dell’extra alberghiero. In Trentino è l’esatto contrario. Secondo: l’extralberghiero, senza nulla togliere alla professionalità dei gestori, significa prezzi più contenuti rispetto agli alberghi, diversa capacità di spesa degli utenti, minor ricaduta economica sul territorio. Questo può spiegare anche la diversa qualità del turismo tra le due province con una serie di parametri che sono più alti in Alto Adige che non in Trentino (indice di occupazione, durata della vacanza, redditività delle strutture ecc.).

Ma torniamo agli appartamenti turistici. In Trentino non si sa quanti sono, se non a spanne. Non tutti si registrano e c’è quindi una sostanziale anarchia. Non portano grandi ricadute sul territorio, né in termini diretti che indotti. Anzi contribuiscono a far aumentare nei centri storici i costi degli affitti degli appartamenti in locazione ai residenti. Il presidente dell’Apt di Riva si chiede, in buona moneta, come arginare questa marea di appartamenti di basso costo e profilo, che contribuisce a danneggiare l’immagine complessiva del turismo. Qualche Regione si sta muovendo e tra queste il Veneto.

Tra le cose da fare innanzitutto sarebbe utile avere un censimento o una catalogazione degli appartamenti, in secondo luogo ci vorrebbe una normativa che obblighi chi ha un divano o un letto da affittare a rispettare almeno una parte delle norme alle quali devono attenersi gli alberghi: una superficie minima della stanza da affittare, una serie di prescrizioni per quanto riguarda la sicurezza dell’ambiente e dell’ospite (antincendio ), un bagno che sia tale, norme igieniche basilari, un posto auto o un garage ecc. Forse così si potrebbe frenare questa esplosione di turisti ” fai da te” prima che la qualità complessiva del turismo sia compromessa. Ovviamente, se si vuole andare in questa direzione, il primo passo spetta alla politica.

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Ettore Zampiccoli
Esperto turismo, già direttore
Apt Trentino e di Madonna di Campiglio

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