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LETTERE AL DIRETTORE

ELENA ADAMI E 1.037 INSEGNANTI: TRENTINO – SCUOLE INFANZIA, « RAPPRESENTIAMO 175 REALTÀ, BISESTI FA CREDERE CHE IL PROLUNGAMENTO DI LUGLIO VADA A VANTAGGIO DELLA COLLETTIVITÀ »

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16.19 - lunedì 10 luglio 2023

Gentile direttore Franceschi,

siamo insegnanti della scuola dell’infanzia trentina. Scriviamo questa lettera in risposta alle recenti dichiarazioni dell’Assessore Bisesti sulla alla proroga del mese di luglio al calendario delle scuole dell’infanzia. Naturalmente, l’Assessore ha tentato ancora una volta di far credere che questo prolungamento vada a vantaggio della collettività. Tuttavia a noi insegnanti, ma ormai anche a buona parte delle famiglie e dell’elettorato, è sempre più chiaro che l’unico obiettivo di questo intervento goffo e maldestro è quello di racimolare una manciata di voti in più, e che lascerà una scuola dell’infanzia ancor più in difficoltà di prima. Un intervento a gamba tesa, scomposto e pericoloso, mosso da mero tornaconto elettorale. Qualcuno si è chiesto chi ne pagherà le spese? La risposta è davanti a noi: i bambini e le loro maestre. Perché? Le ragioni sono presto dette. Per comprenderle bisogna tener presente che questa trovata elettorale, aggiungendo un mese di scuola ai dieci del calendario tradizionale, va di fatto a dimezzare la pausa estiva dei bambini e delle insegnanti. Vediamo perché ciò arreca danno non solo alla scuola dell’infanzia ma, indirettamente, anche alla comunità trentina.

Per quanto riguarda i bambini, chiunque abbia un minimo di competenze pedagogiche sa bene che dopo dieci mesi di scuola un bambino di 3, 4 o 5 anni ha bisogno di staccare, di fare esperienze diverse, di stare all’aperto e rapportarsi con altre persone. Dario Ianes, pedagogista trentino di fama internazionale, ha più volte sottolineato questo aspetto, ma è stato completamente ignorato non solo da Bisesti e dalla Giunta Fugatti al completo, ma persino dal Dipartimento Istruzione e Cultura, al quale spetterebbe il compito di valutare le ricadute pedagogico-didattiche delle scelte politiche in tema di scuola. Anche la Sovrintendenza Scolastica, istituita qualche anno fa per garantire alla scuola un minimo di indipendenza dalla politica, non ha fatto nulla per stemperare le ricadute negative di questa forzatura.
Per quanto riguarda le maestre, le affermazioni di Bisesti “giusto lavorare a luglio” e quelle del suo collega di partito Paccher “fa comodo agli insegnanti stare a casa il mese di luglio, pagati, senza lavorare” mostrano chiaramente la superficialità e l’incompetenza dell’amministrazione in carica. Affermazioni dalle quali, ancora una volta, né il Dipartimento Istruzione e Cultura né la Sovrintendente Scolastica hanno preso le distanze, per cui presumiamo ne condividano forma e contenuto.

Assessore Bisesti, Consigliere Paccher, Dirigente Ceccato, Sovrintendente Sbardella, lo sapete che secondo le statistiche disponibili la categoria professionale degli insegnanti è una delle più esposte al rischio di burnout, una forma di esaurimento psico-fisico che negli ultimi anni sta conoscendo un incremento allarmante? Ne ha parlato proprio in questi giorni il Dott. Parolari. Ci chiediamo se state ignorando questa piaga professionale e sociale – nel qual caso va detto che si tratta di una forma di ignoranza che la classe politica e dirigente non può permettersi – o se ne siete al corrente ma per convenienza personale avete comunque deciso di dimezzare il periodo di recupero psico-fisico delle insegnanti. Lasciamo ai lettori l’onere di stabilire quale delle due alternative sia la più deprecabile.

Assessore Bisesti, invece di infarcire di retorica le pagine dei giornali, farebbe bene a farsi un giro nelle scuole dell’infanzia, magari approfittando di questo mese aggiuntivo. Farebbe bene a osservare i bambini, desiderosi di uscire da quelle quattro mura in cui sono chiusi dallo scorso autunno, e di fare nuove esperienze all’aperto. Come del resto fanno i loro coetanei della provincia di Bolzano, dove una classe politica degna di questo titolo ha deciso di stanziare ben 17 milioni di euro affinché i bambini possano esperire valide alterative formative al tempo scuola. Farebbe bene, Assessore, a parlare con noi insegnanti, che per dieci mesi ci siamo dedicate ai bambini. Anche a quelli in difficoltà, che un tempo erano l’eccezione e oggi stanno diventando la regola. Bambini che richiedono attenzioni e cure continuative, nonché interventi celeri in collaborazione con l’azienda sanitaria, anch’essa sempre più in affanno nel gestire l’esplosione di casi problematici.

Assessore Bisesti, Consigliere Paccher, se volete sapere di che cosa state parlando potete provare voi a fare il nostro lavoro. Forse, dopo dieci mesi, sarete meno convinti che è “giusto lavorare a luglio”. A chiacchiere si fa presto, ma nei fatti le cose sono un po’ più complesse di come le state vedendo e vendendo.

Dopo quattro anni, nessuna provincia in Italia ha pensato bene di “rubare” questa idea. Non è forse il caso che vi facciate qualche domanda, e magari anche un minimo di autocritica? E, per favore, risparmiateci fantasie del tipo “l’Alto Adige ci sta guardando” perché, come detto prima, i nostri vicini altoatesini hanno fatto scelte ben più informate e lungimiranti delle nostre.

Dirigenti del Dipartimento, Sovrintendente Scolastica, non avete mosso un dito per limitare i danni delle politiche scolastiche scellerate partorite dalla Giunta Fugatti. E non avete espresso il minimo dissenso in merito alle affermazioni del Consigliere Paccher, che hanno gratuitamente squalificato un intero comparto del personale scolastico. Noi addette ai lavori, come parte delle famiglie che ci affidano i loro bimbi, cominciamo a chiederci quale ruolo abbia la moltitudine di Dirigenti e Funzionari lautamente stipendiati che affollano il palazzone di via Gilli. Nella comunità trentina comincia a serpeggiare il sospetto che si tratti dell’ennesima “magnadora”, foraggiata a patto che i convitati assecondino prontamente i capricci del potere politico di turno. Date un segno di vita, se potete, perché il vostro silenzio sta diventando più eloquente di qualunque risposta.

 

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Cordialità

Elena Adami
e altre 1037 insegnanti di 175 scuole dell’infanzia trentine

 

 

 

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