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LETTERE AL DIRETTORE

DOTTOR ROBERTO PERGHER * AFT – AGGREGAZIONE FUNZIONALE TERRITORIALE: ” TRACCIA CONDIVISIBILE, MA INSUFFICIENTE PER AFFRONTARE LE PATOLOGIE CRONICHE “

Scritto da
12.29 - domenica 26 agosto 2018

La notizia che una nuova Aggregazione Funzionale Territoriale (Aft) di medici di base nascerà ad ottobre a Trento sud, la seconda dopo la precedente nata a Pinzolo, indica una traccia condivisibile ma insufficiente per affrontare concretamente il tema della cura territoriale ed in particolare delle patologie croniche sul territorio.

Le Aft come previste dalla legge Balduzzi del 2015 (158/12) finora hanno trovano applicazione molto difficile nel nostro paese per la mancanza di un piano attuativo organico del settore che renda imprescindibile e indispensabile tale organizzazione che sulla carta dovrebbe comportare aumento dei livelli di efficacia ed efficienza della sanità territoriale.

Le Aft hanno inoltre il limite di essere monoprofessionali cioè di aggregare mmg e e pediatri con personale di supporto infermieristico e amministrativo, mentre il cambio culturale di rotta dovrebbe essere il coinvolgimento più attivo e “di iniziativa” degli altri operatori sanitari, in particolare degli infermieri in una vera equipe territoriale di base.

A mio modo di vedere anche queste ultime figure professionali dovrebbero essere incluse tra il personale convenzionato, con il ruolo di infermiere di percorso, che si prenda in carico la regia dell’assistenza al paziente. In questo modo tali professionisti sarebbero qualificati, identificati come figure autonome dell’assistenza rispetto ai medici, valorizzati sia sul piano normativo che remunerativo.

Anche gli specialisti convenzionati dovrebbero trovare collocazione organica e strutturata in questa organizzazione con presenza in fascia oraria, in consulenza o a chiamata ma con l’obbiettivo di portare la specialistica nelle aree territoriali più vicine al paziente.

La continuità assistenziale fornita dai medici di guardia medica dovrebbe essere invece essere resa non più necessaria in quanto la continuità di cura dovrebbe essere fornita h24 e 365 giorni all’anno dall’equipe medica e infermieristica di questa equipe territoriale di base.

Correlato a ciò le guardie mediche esistenti sul territorio dovrebbero essere quindi incluse nell’ambito della medicina di base e cooperando alla turnistica e alla reperibilità continuativa cosi come già in uso nelle Unita operative ospedaliere.

È chiaro che per fare ciò la politica deve avere una visione che parti dal bisogno dei cittadini, con un progetto coraggioso, un processo non scevro da difficoltà ma reso orami indispensabile dalla complessità delle cure attuali.

 

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Roberto Pergher

(medico presso Apss del Trentino -ndr)

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