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LETTERE AL DIRETTORE

DIEGO FUSARO * EVENTO A ROVERETO (TN): « IL MUSEO DELLA CITTÀ HA PRESO LE DISTANZE PER LA MIA PRESENZA, DI CATTIVO GUSTO PER UN FILOSOFO CHE PRESENTA UN LIBRO »

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11.04 - venerdì 19 novembre 2021
Sono venuto a conoscenza della notizia per cui un museo di Rovereto (Tn) ha preso le distanze da una locandina legata a un mio evento sulla quale era riportato il logo del museo stesso.
Se, come mi pare di avere inteso, il logo era stato posto sulla locandina senza previa autorizzazione del museo stesso, è del tutto corretto che il Museo possa voler smentire il proprio patrocinio ed è senz’altro stato uno spiacevole equivoco che qualcuno lo abbia inserito senza consultare il museo.
Ciò detto, trovo francamente fuori luogo la presa di distanza che il museo stesso ha fatto circa quella che è una presentazione di un libro di uno studioso che si occupa di filosofia. Lecito smentire il proprio patrocinio, di cattivo gusto fare una presa di posizione contro temi e problemi che fanno parte del dibattito pubblico e che uomini di cultura, amaggior ragione I curatori di un museo, dovrebbero stimolare anziché disincentivare. Diciamolo senza perifrasi: chi si dissocia dal libero dibattito e dal libero scambio delle idee, non fa mai un buon servizio alla ragione e alle istanze della democrazia.
I dibattiti e le presentazioni dei libri si fanno non certo per imporre idee ma per discuterle, E chi esorta a non discutere o si dissocia dalla discussione stessa esce sempre sconfitto. Stupisce peraltro che a prendere questa posizione preventivamente avversa al dibattito sia un museo, che in teoria dovrebbe essere sempre il luogo aperto della Cultura e del dibattito. Stupisce altresì che sulla pagina Facebook del museo siano stati usati lemmi e argomenti del tutto inappropriati a quelli che un tempo si definivano gli uomini di cultura: Cosa vorrà mai dire la logora espressione fake news in riferimento al campo delle interpretazioni entro cui si muove la filosofia?
Vuol forse dire che ci sono argomenti che non possono essere in quanto tali affrontati con taglio critico, come la filosofia fa? Il riferimento ai “contenuti contrari alla scienza” risulta poi francamente grottesco, perché su queste stesse basi il museo dovrebbe respingere la discussione dei libri ad esempio di Martin Heidegger, notoriamente critico verso la scienza e sostenitore della tesi provocatoria secondo cui “la scienza non pensa”. Forse che per gestori del museo di Rovereto la scienza è una nuova religione che non consente dubbi, problematizzazione e magari anche tesi critiche? di fronte a queste tesi, che si possono benissimo non condividere, l’uomo di cultura dibatte e si confronta, non nega a priori la possibilità del dibattito dissociandosi da essa. Mi pare sempre preoccupante quando iniziano a prendere forma la caccia alle streghe, la demonizzazione del dibattito libero, la messa in guardia rispetto a convegni e incontri in cui si discutono i libri.
Lo prendo comunque bonariamente come un segno di provincialismo. Se qualcuno comunque sperava di farmi restare a casa, sappia che ha sbagliato grandemente: il 2 dicembre sarò ancora con più convinzione A Rovereto per discutere del mio libro, con buona pace di quanti non condividono l’idea stessa che si possa presentare un libro che verosimilmente neppure hanno letto. Auguro comunque anche agli amici del museo di Rovereto di ritrovare la serenità e l’equilibrio che spetterebbe a persone che lavorano nel mondo della cultura.
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Dottor Diego Fusaro
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