Gentile direttore Franceschi,
la lettura dei giornali offre una chiara indicazione sulle tre linee che i tanti aspiranti trombati (il 95% di chi si candida nelle troppe liste) sembrano voler proporre ai votanti. E cioè: a) un referendum pro o contro Fugatti sulle scelte fatte e le cose non fatte in Provincia tra il 2003 – 2018 / b) un referendum pro o contro Fugatti suĺle cose dette o fatte tra il 2019 ed il 2023 / c) un “torniamo noi”, che avevamo i soldi e facevamo danni.
Un po’ poco visto che di contenuti ve ne sarebbero più di uno su cui avviare un confronto serio. A cominciare dal declinare le competenze della nostra Autonomia in modo diverso dopo i risultati che il Centrosinistra autonomista ci ha lasciato e che, forse per le logiche emergenziali che il Governo Centrale ha ispirato e perseguito, oppure per pochezza generale, nel quinquennio che si chiude non hanno trovato il “fiato” che serviva a cambiare registro.
Se le polemiche avessero una qualche base concettuale sarebbero anche utili, ma un’opposizione come quella che leggiamo, ancora prigioniera del compagno Notaio e del suo fiero ex vicesegretario ed a cui la sempre itinerante assistente del senatore Patton non ha saputo dare un imprimatur, non offre alcun concreto contributo.
Obbligando la maggioranza uscente a recitare più parti in commedia. Stufando chi poi dovrà recarsi alle urne. Come UdC insistiamo nel voler proporre contenuti. Prima e dopo il voto.
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Roberto Dal Rì
Commissario straordinario dell’Udc per il Trentino Alto Adige Südtirol
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