Direttore Franceschi,
allego ad Opinione, per vostra pubblicazione, la mia lettera che ho inviato al direttore del giornale l’Adige circa la Marcia della Pace, in risposta alle affermazioni della Sindaca di Villalagarina e riportate dal quotidiano in edicola (sotto l’estratto).
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SÌ ALLA MARCIA DELLA PACE PERUGIA-ASSISI RISPOSTA ALLA PRESA DI POSIZIONE DELLA SINDACA DI VILLALAGARINA
Gentile Direttore, sono davvero sconcertata leggendo sul Suo quotidiano la presa di posizione della Sindaca di Villalagarina (Tn) che intende non sostenere, per 160 euro!, la Marcia della Pace Perugia-Assisi. Incredibile davvero il proclama: “Niente soldi a chi si riempie la bocca e manifesta in nome della pace ma vota partiti per l’invio delle armi a Kiev”.
Evidentemente la Sindaca ha il dono della preveggenza se pensa di interpretare le intenzioni di voto di centinaia di migliaia di persone. Ma a prescindere da questo temo non conosca il senso e il significato della Marcia Perugia-Assisi che da 63 anni è diventata simbolo dell’impegno fattivo dell’umanità per la pace, la dignità e l’uguaglianza, la solidarietà, i diritti umani, la libertà, la giustizia, la democrazia e la fraternità. La prima Marcia per la Pace si è tenuta il 24 settembre 1961 e il principale promotore di questo evento fu Aldo Capitini: colui che ha fatto la storia dell’Europa e del pacifismo italiano, di fronte al quale si dovrebbe inchinarsi.
Mi pare anche di capire, e lo dico da persona che di Marce della Pace Perugia-Assisi ne ha camminate tante, che la Sindaca non vi abbia mai partecipato, perché se lo avesse fatto saprebbe bene che a questa manifestazione, che ha ormai risonanza internazionale, partecipano una infinità di associazioni, di enti locali, scuole, boy scout, parrocchie e uomini e donne di buona volontà. La Marcia della Pace si è sempre tenuta lontana dai partiti in quanto tali accogliendo al suo interno tutti coloro che non si rassegnano alla guerra e alla corsa al riarmo. Non a caso uno dei suoi slogan è proprio: “Facciamo pace.
Prendiamoci cura delle vite degli altri sempre, comunque e dovunque, senza distinzioni di alcun genere”. Identificare la Marcia della Pace con coloro che inviano armi all’Ucraina, cioè i Governi (posto che andrebbe ricordato che vi è un aggredito e un aggressore!) con la Marcia della Pace rappresenta un falso storico e fa passare un messaggio pericoloso, quello di confondere chi da decenni si impegna sul fronte del NO deciso a tutte le guerre e fa appello alla diplomazia, con chi la guerra la assume come mezzo di risoluzione dei conflitti.
È la stessa operazione che si fa quando si accusano le ONG di favorire l’arrivo dei migranti. Come diceva Don Milani: “I care. Mi preoccupo di tenere viva la scintilla della pace che sola può sconfiggere l’egoismo, l’indifferenza, la violenza, la rassegnazione all’ingiustizia”. Concludo con l’appello del 2021 fatto da David Maria Sassoli: “In questo momento abbiamo tante marce da percorrere, tra tutte la Marcia della Pace Perugia-Assisi, tante sfide da affrontare assieme, diventando tutti strumento di pace”.
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Cons. Lucia Coppola
Europa Verde del Trentino