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LETTERE AL DIRETTORE

COPPOLA (EUROPA VERDE) * ELEZIONI: « È POSSIBILE FARE CAPIRE AD AZIONE E AL SUO INEFFABILE LEADER CALENDA CHE ANCHE LE “FRATTAGLIE” POSSONO AVERE PESO SIGNIFICATIVO? »

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10.08 - mercoledì 27 luglio 2022

Che sarà sarà” era il titolo di una vecchia canzone della mia infanzia, un tacito e rassicurante affidarsi a un destino non necessariamente “cinico e baro”, per me sempre portatore di speranza. Ottimista in tempi non sospetti. Ora, con gli anni, un sano realismo e l’esperienza fanno sì che non mi nasconda la portata di questi tempi difficili, aggravati dalle dimissioni di Draghi, dall’ennesima imboscata di cui il nostro Parlamento è da anni testimone, senza vergogna né memoria. Egoismi personali, narcisismi coltivati nella Roma opulenta di parlamentari distratti rispetto al bene comune e viziati da troppi privilegi. Per alcuni tanto “ladrona” ma mai abbastanza da lasciarla, visto che ci soggiornano felicemente da qualche decennio.

E, alla resa dei fatti, quando il momento si fa più tragico, ecco ricompattarsi per miracolo anziani leader, bolliti quanto basta, pronti a prendersi la rivincita da figuracce cosmiche, processi, connivenze pericolose, insieme a leader sovranisti di una destra volgare e pronta a soddisfare gli appetiti del popolo meno includente, colto, generoso e solidale che l’Italia abbia mai conosciuto dal Dopoguerra.

Il popolo del “qui e subito e per me/noi”. Per finire con i cosiddetti post fascisti, capeggiati da una leader incazzosa, incattivita, urlante e amica delle peggiori dittature, che si dichiara pronta a governare. Sa come fare. Insomma siamo messi così. Non benissimo direi. In tutto questo un centro sinistra confuso e dispersivo, autoreferenziale in tutte le sue parti, bravissimo a lanciare veti a destra e a manca. Rassicurante quanto la previsione di un tornado nei Mari del Sud.

Comprensivo di tsunami. Su tutto aleggiano una crisi economica che attanaglia famiglie e imprese e spaventa, l’inflazione al 7,3 per cento, la crisi sociale e quella pandemica, ancora ben presente ahinoi. Eppure in tutto questo è necessario trovare la forza per contrastare l’avanzata del centro destra che dà ormai per scontato di governare a breve l’Italia con gli esiti che tutti possiamo immaginare in tutti i campi, ma soprattutto nell’ambito del lavoro, dei diritti e dell’ambiente, crisi climatica in primis.

Il tutto potrà influire pesantemente sul voto, in un modo o nell’altro. Ora non ci è dato sapere. Ci sono già state campagne elettorali con vincitori autoproclamatisi poi andate molto diversamente, per cui forse è il caso di rimboccarsi le maniche e fare tutti la nostra parte non facendoci trovare impreparati di fronte alle lecite domande dei cittadini, anche se è vero che in questo momento il centro sinistra non è precisamente il favorito. Perciò meno sondaggi e più lucidità politica.

Le domande sono tante. Sarà conveniente per un centro sinistra che attualmente si attesta sul 34,1 % a fronte del 45,3 % delle intenzioni di voto stimate per il centro destra, rinunciare all’11 per cento del Movimento Cinque Stelle? Perdere con onore o provare a vincere ricostruendo un minimo di relazione politica possibile? Allo stato attuale il movimento di Di Maio non è stimato. E ancora.

È  possibile far capire ad Azione e al suo ineffabile leader Calenda che anche le “frattaglie”, come lui ha definito Europa Verde e Sinistra Italiana, possono avere le loro buone ragioni di esistere e magari anche un qualche peso elettoralmente significativo? E che valore avrà per i cittadini/votanti il giudizio severo che molte e molti di loro hanno dato sui partiti che hanno fatto cadere il governo Draghi, decretandone la fine prima della naturale scadenza nella primavera 2023? La nostra corsa è certo in salita ma non è persa in partenza soprattutto se sapremo farci carico delle paure e della voglia di riscatto di un Paese che si sente allo stremo e che vede davanti a sé un futuro faticoso, difficile, straniante. Io causa Covid per la prima volta non sarò presente alla sessione consiliare provinciale sulla manovra di bilancio. Niente ordini del giorno, né emendamenti, né intervento.

Ne sono dispiaciuta, in campo ci sono questioni sulle quali in questi quattro anni di impegno da consigliera sono stata in prima linea. Perché per ora l’unica cosa sicura è che saranno i più fragili e meno tutelati a pagare i costi di questa crisi. Il taglio dell’Iva, i bonus salari, gli aiuti alle famiglie, gli sconti sulle bollette e sull’energia.

Una politica ambientale che si faccia carico delle immani problematiche dovute ai cambiamenti climatici di cui anche il nostro Trentino sta facendo le spese, dentro questa atmosfera bollente, con l’acqua agognata come la manna dal cielo. Dentro il paesaggio irriconoscibile delle nostre colline, delle montagne e dei laghi che in silenzio urlano alle nostre coscienze di cambiare velocemente il nostro modo di stare su questo pianeta. Intanto associazioni, imprese, sindacati, anche la Chiesa, dicono no a tatticismi ideologici, richiamano al senso di responsabilità nei confronti del paese impoverito.

E c’è il tema del PNRR, incagliato a metà anno tra una seconda rata ancora da incassare, 21 miliardi per i 45 obiettivi raggiunti entro il 30 giugno, e una terza rata da 19 miliardi legata all’approvazione entro dicembre di altri 55 obiettivi.

Un governo dimissionario può fare ben poco oltre all’ordinaria amministrazione, ma l’incognita vera sarà il dopo. Che ne sarà dei 55 obiettivi legati alla tranche da 19 miliardi? Queste e molte altre sono le domande.

Che ognuno di noi, politico o cittadino che sia, rifletta bene e si faccia carico della sua storia e di quella collettiva di un paese quando sceglierà le alleanze, l’area politica di riferimento, il suo impegno diretto o indiretto. Se andare o no a votare. E per chi votare.

 

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Lucia Coppola

Consigliera provinciale Gruppo Misto/ Europa Verde – co portavoce di Europa Verde del Trentino

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