(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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L’esito dell’udienza di ieri in Corte d’Assise a Trento del processo “Perfido” ci lascia sconcertati.
Pur riservandoci una valutazione più approfondita nei prossimi giorni non possiamo nascondere la nostra delusione. Pare che non si voglia arrivare, mediante un processo dibattimentale, ad un accertamento della verità, almeno dal punto di vista giudiziario, in quanto potrebbero emergere cose imbarazzanti per i gestori del potere economico-politico locale e provinciale.
Già i patteggiamenti concessi in sede di rito abbreviato l’11 febbraio 2022, con la derubricazione dei reati contestati a due imputati, da 416 bis a 418 co.2, avevano destato forti perplessità. L’avv. Giudiceandrea che rappresentava i tre operai costituitisi parte civile (con il supporto dello scrivente C.L.P.) aveva definito “perlomeno inusuale” quel patteggiamento concesso dalla Procura. Giudizio confermato dal successivo pronunciamento della Corte di Cassazione che ha annullato quel processo e le cui motivazioni sono state recentemente depositate.
Ora, ad un anno di distanza, ancora una volta assistiamo ad una procedura richiesta dalla Procura ed accolta dalla Corte “perlomeno inusuale”.
Riprova, a nostro avviso, che purtroppo anche in Trentino vige l’anti costituzione di cui parla nel suo ultimo libro il dott. Gherardo Colombo, d’altra parte perché mai dovrebbe essere altrimenti.
Diciamo questo con grande amarezza, ringraziando sentitamente i Carabinieri del Ros per il lavoro d’indagine svolto, il cui coraggio maggiormente si apprezza alla luce delle vicende, non solo giudiziarie, che ne sono seguite.
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Walter Ferrari
A nome del Coordinamento Lavoro Porfido
Albiano – Trento