I lavoratori del Comparto Progettone, in questo momento tanto delicato per tutti, sono chiamati, senza alcun riguardo per la loro salute e quella dei loro familiari, ad eseguire lavori ad alto rischio contagio.
Si fa presente che sono tutti lavoratori in età avanzata quindi considerati a rischio.
Sono lavoratori le cui strutture sono state chiuse proprio per il rischio contagio e adesso vengono chiamati a lavorare nell’accoglienza dei supermercati, nelle RSA, nei front office degli ospedali ecc. quindi in ambienti rischiosi per l’alta affluenza di persone o, come per le RSA e gli ospedali, dove è maggiore la probabilità di essere contagiati.
Certamente, come ha scritto qualcuno, la colpa di tutto questo è dell’attuale giunta, in particolare del Presidente Maurizio Fugatti e dell’assessore Achille Spinelli, ma un ruolo fondamentale lo rivestono anche i sindacati CGIL, CISL e UIL che hanno dato l’assenso a questa direttiva. Non è pensabile che persone considerate a rischio vengano “precettate” per fare lavori in ambienti ad alto rischio contagio. Non viene data loro alcuna scelta: o accettano oppure gli viene detto che rimarranno senza stipendio.
Un ricatto in piena regola! Quando, invece, anche per i lavoratori del Progettone è prevista la Cassa integrazione in deroga (codice COVID 19 per un totale di 9 settimane) o al fondo di solidarietà territoriale di integrazione del reddito. Il dubbio nasce spontaneo: perché le cooperative non vogliono accedere alla cassa integrazione in deroga o al suddetto fondo? Sarà forse perché vogliono continuare a guadagnare sui lavoratori del Comparto Progettone? Se così fosse saremmo di fronte ad un cinismo senza precedenti.
I lavoratori del Comparto Progettone hanno manifestato l’esigenza di aderire a questo tipo di impieghi proposti solo su base volontaria in considerazione delle particolari situazioni di salute e familiari di ciascun lavoratore.
Nell’attuale frangente, che non ha precedenti, i lavoratori si sarebbero aspettati una maggiore attenzione alle loro condizioni di persone appartenenti ad un comparto che li classifica come lavoratori di fascia debole.
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Daniela Gualazzi
Legale rappresentante del Coordinamento Lavoratori Progettone C.L.P.