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LETTERE AL DIRETTORE

COLONNELLO MATTEO EDERLE – COMANDANTE PROVINCIALE CARABINIERI TRENTO* INSEDIAMENTO – SALUTO ALLA STAMPA, « AUSPICO PIENA E SERENA COLLABORAZIONE, BASATA SU CORRETTEZZA E PROFESSIONALITÀ RECIPROCHE »

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11.17 - lunedì 14 febbraio 2022

Gentili Direttori,

in attesa di un incontro diretto (ove non già avvenuto), vogliate accogliere queste mie parole di saluto, da estendere idealmente, se e nei contenuti che ritenete, alla popolazione trentina, conscio del vostro importante ruolo di comunicazione oltre che di interazione tra il territorio e le Istituzioni che lo servono.

Mi affaccio su una realtà che conosco già solo in parte (per le mie origini e per la pregressa esperienza in Alto Adige), e che è caratterizzata da peculiarità uniche rispetto al resto del territorio nazionale, in termini socio-economici, sotto il profilo naturale e paesaggistico, e più in generale per la qualità della vita e quindi per i relativi indici di sicurezza e legalità.

Le caratteristiche di questa bella Regione non rendono tuttavia necessariamente semplice il ruolo dell’Arma dei Carabinieri, presente in questa Provincia con oltre 70 sedi capillarmente e strategicamente distribuite, per due motivi principali: proprio l’alta qualità di vita e della sicurezza rendono il cittadino più esigente ed attento di fronte a piccoli e infrequenti eventi delittuosi, perché prima di ogni statistica, utile e positiva, per la popolazione conta comunque e giustamente la cosiddetta “percezione della sicurezza” piuttosto che la sicurezza stessa; in secondo luogo, un territorio fertile e produttivo richiama facilmente le forme più subdole e silenti della criminalità organizzata, che si insidiano volentieri e proficuamente in contesti cruciali della pubblica amministrazione o del settore commerciale ed industriale del territorio.

Lo vediamo accadere oramai da anni in molte aree del nord Italia, è un fenomeno quest’ultimo che non suscita molto clamore perché non percepito dai non addetti ai lavori, ma sul quale è opportuno concentrare molti sforzi istituzionali al fine di evitarne il radicamento.

L’impegno dell’Arma da sempre è pluri-direzionale, e non si può fermare all’ordinario. Come già condiviso con molti attori istituzionali che ho avuto il piacere di incontrare in questi primi giorni, ritengo fermamente che la sinergia tra Amministrazioni (Provincia, Enti locali, Magistratura, Forze di Polizia, Forze Armate, etc.) non possa essere una scelta bensì un concreto dovere di ciascun dirigente nei confronti del cittadino, perché rappresenta il naturale strumento per ampliare la valorizzazione della spesa collettiva e l’efficacia della “macchina” pubblica.

Al riguardo, condivido pienamente (e farò anche miei) gli attuali intenti della Questura di rafforzare il dialogo e il confronto con i Sindaci del Trentino, perché tale approccio costituisce già un elemento da sempre fisiologico e distintivo della naturale mission dell’Arma.

Le Stazioni dei Carabinieri, peraltro, nascono concettualmente per offrire ovunque un riferimento al cittadino, per garantire sempre un sostegno quando e a chi serva. Non dobbiamo dimenticare che, aldilà dell’ottima qualità generale della vita trentina, in periferia la vita nelle valli minori o “in quota” comporta comunque adattamenti e talvolta disagi, in luoghi dove le Istituzioni non sempre hanno le sedi, e dove non è infrequente che la popolazione varchi la porta delle nostre caserme anche solo per una “ciacola” o una esigenza non del tutto pertinente ai nostri compiti di Polizia. Situazione, quest’ultima, che è tuttavia una felice parte delle nostre tradizioni, perché il cittadino, soprattutto quello dotato di buona educazione, deve sentire la Stazione Carabinieri come casa sua, come parte della collettività in cui vive.

Credo sempre che gran parte della professionalità di ogni pubblico dipendente stia nella capacità di calarsi in chi ha davanti e nelle esigenze che gli vengono manifestate, e di ricordarsi di ragionare anche “da cittadino” verso l’altro cittadino… con la speranza poi che quest’ultimo a sua volta rammenti che dietro allo sportello o alla divisa c’è in definitiva uno come lui, ancorché investito di funzioni e competenze magari a volte complesse o “scomode”. Non dimentichiamoci infatti che in un Paese come il nostro, rispetto ad altre aree del moderno Occidente, l’aspetto umano appare ancora fortunatamente un elemento distintivo prevalente e prioritario per la popolazione, di cui dobbiamo essere fieri.

Con tali prospettive e convinzioni mi accingo ad affrontare, da oggi, il mio ruolo qui in Trentino, sulle buone orme di chi mi ha preceduto, per garantire un’Arma sempre più attenta e vicina al territorio, al servizio di una sana collettività di cui vogliamo essere fedele parte.

Concludo rivolgendo a voi della Stampa l’augurio di buon lavoro, auspicando in una piena e serena collaborazione basata su correttezza e professionalità reciproche, improntata in definitiva sulle concrete esigenze del cittadino stesso.

 

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Colonnello Matteo Ederle

Comandante Provinciale dei Carabinieri Trento

 

 

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PROFILO

Classe 1974, veronese di origine e gardenese d’adozione, con due lauree, un master e il titolo di Consigliere Giuridico, proviene dai corsi dell’Accademia Militare, subito dopo i quali ha partecipato a varie missioni operative nei Balcani (Bosnia e Kosovo) e in Medio Oriente (Iraq). Sul territorio nazionale ha comandato compagnie dell’Arma Territoriale in Romagna e in Alto Adige (dove ha sviluppato anche una specifica competenza in tema di sicurezza sulle piste da sci, offrendo poi consulenza tecnico-legale, formativa e legislativa). Nell’ultimo decennio ha ricoperto diversi incarichi nella Capitale occupandosi di riforme strutturali e riorganizzative (tra cui l’incorporamento della Forestale nell’Arma), di legislazione nazionale, di affari legali e del contenzioso strategico dell’Amministrazione, oltre che di associazionismo sindacale militare (da poco riconosciuto dalla Corte Costituzione).

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