Gentile direttore Franceschi,
righetto e squadretto. Si sa che la gente dà buoni consigli sentendosi come Gesù nel tempio … “ cantava il poeta e, gli architetti Pier Dal Rì e Roberto Bortolotti non sono da meno (il nuovo Trentino 04.06.2023). Loro che sono stati “geometri veri”, righetto e squadretto, mica bao bao micio micio. Se la prendono con chi si oppone al bypass ferroviario sulla città di Trento. Dal loro nido dorato magnificano, l’abitare nelle torri di Madonna Bianca (ci potrebbero traslocare loro), i sogni di Busquetes (che tali rimarranno) di interramento della ferrovia e porterà nuova speculazione sui terreni che si libereranno. Vogliono che si sviluppino energie propositive e non a prescindere. Ma lo sanno che esiste anche il dissenso, la capacità di critica e l’autonomia di pensiero?
Ricordo che il Bortolotti periodicamente ci dispensa dalle colonne dei giornali la sua idea di pianificazione urbanistica, ma la realtà è lì a testimoniare il suo contrario, clamorosamente. Come quando certificò l’esistenza di un poggiolo sulla facciata di una casa a Borgo Lares smentito dalla sua stessa documentazione fotografica. O l’altro che in tempo di Covid se ne uscì auspicando le “ferie forzate” o forzose lui, giovane pensionato Pat. Si preoccupava dei tanti silenti fancazzisti, soprattutto dipendenti pubblici che stanno in ufficio a fare il “free cell”.
Siamo ancora una democrazia e il diritto ad esprimere il proprio pensiero e dissenso ancora, per il momento, non sono stati aboliti. Cari architetti rimanete a fare i pensionati, curate l’orto che la primavera incombe, fate due passi rilassanti sulla “collina vip”, due bracciate nel lago, coltivate i vostri sogni nel cassetto, ma lasciate in pace la gente che lavora e soffre e contesta la sviluppo della città pensata per loro e le generazioni future. Temi sui quali hanno il sacrosanto diritto di esprimere dissenso.
*
Aldo Collizzolli
Cittadini uniti per il Trentino- Onda