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LETTERE AL DIRETTORE

CLAUDIO TAVERNA * ELEZIONI: « DOV’È IL LEGAME TRA PARLAMENTARE E TERRITORIO? IL 25 SETTEMBRE SI CONSUMERÀ L’ESPROPRIO DELLA VOLONTÀ POPOLARE »

Scritto da
23.03 - domenica 4 settembre 2022

Gentile direttore,

le allego alcune mie considerazioni riguardanti le prossime elezioni nazionali per il Parlamento italiano.

Claudio Taverna

Trento

*

Il prossimo 25 settembre gli elettori saranno chiamati a confermare un parlamento di nominati. Altro che voto libero e democratico. È la conseguenza del “Rosatellum”, l’infame e famigerata Legge elettorale. Questa legge (un terzo dei parlamentari eletti nei collegi uninominali e due terzi con i sistema proporzionale) consegna nelle mani di ristette consorterie dei comitati elettorali (i partiti non esistono più) il controllo dei parlamentari, ridotti al ruolo di «Yes man».

L’elezione dei candidati con il sistema proporzionale si attua con il listino. Vale a dire con voto obbligato, mentre l’elezione dei candidati (anche loro designati dalle consorterie) nei collegi uninominali avviene dalla loro competizione. Ci si può candidare in un solo collegio uninominale, mentre il sistema del “Paracadute” assicura, inoltre, al candidato la possibilità di presentarsi in cinque circoscrizioni proporzionali.

Gli elettori, pochi o tanti che siano, voteranno per i candidati del listino. Può essere eletto il candidato paracadutato diverso da quello votato, come diversa potrebbe essere la circoscrizione elettorale di appartenenza. Allora, dov’è il legame tra parlamentare e territorio?

La responsabilità dell’infame Legge è della classe politica nazionale, senza distinzione tra maggioranza e opposizione, perché a tutti fa comodo controllare i parlamentari, ridotti a peones di Camera e Senato. Il presidenzialismo, ripescato così tardivamente dalla Meloni, non assolve FdI dalla responsabilità di appartenere alla consorteria.

Fu Randolfo Pacciardi a proporre, negli anni ’60, la «Nuova Repubblica» e l’elezione diretta del Capo dello Stato, idea ripresa successivamente da Giorgio Almirante con «l’alternativa al sistema verso la Nuova Repubblica». L’elezione diretta del sindaco, proposta sempre da Almirante, trovò inizialmente l’opposizione feroce del Pci che la bollò come deriva «podestarile», salvo poi cambiare idea quando capì che l’elezione diretta del “primo cittadino” avrebbe potuto consegnare nelle sue mani moltissime città e comuni italiani, come puntualmente avvenne.

In conclusione, il 25 settembre si consumerà, per l’ennesima una volta, l’esproprio della volontà popolare!

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