Nessuna guerra si giustifica, è infernale, ma tutte le guerra hanno una storia più o meno raccontata dove non sempre gli attori recitano la loro parte senza maschera, a viso scoperto. In questi drammatici giorni, ci sono leader politici che dicono che in Ucraina non è in corso un conflitto ma solo un aggressione. Un pensiero sempliciotto, miope e riduttivo della realtà.
Da un focus storico, emerge che #Amnesty International, a seguito di un incontro avvenuto l’8 settembre 2014 tra il segretario generale di Amnesty Salil Shetty con il primo ministro Arsenij Jacenjuk, aveva chiesto al governo ucraino di porre fine agli abusi e ai crimini di guerra commessi dai battaglioni di volontari che operano unitamente alle forze armate di Kiev.
Nel 2016 un rapporto dell’#OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) riconosce nel Battaglione “Azov” il responsabile dell’uccisione di massa di prigionieri, di occultamento di cadaveri nelle fosse comuni e dell’uso sistematico di tecniche di tortura fisica e psicologica. Nel solo #Dombas, si contano 14.000 persone uccise perché colpevoli di avere origini russe.
Le cancellerie di mezzo mondo sapevano, ma hanno scelto di lasciar fare, forse c’è stata pure una diabolica regia occulta. Comportamento spudorato foriero di mostruose conseguenze. Questa guerra ci pone sullo stesso banco degli imputati. Sono questi silenzi, la nostra connivenza e le nostre azioni che hanno gradualmente spinto al conflitto russi e ucraini. Questo è il mio pensiero.
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Claudio Cia
Presidente Gruppo consiliare Fdi – Provincia autonoma Trento