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LETTERE AL DIRETTORE

CIA (FDI) * REFERENDUM GIUSTIZIA: « NECESSARIO INVERTIRE LA TENDENZA AL PIÙ PRESTO, PER LA SALUTE DELLA DEMOCRAZIA ITALIANA »

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11.46 - venerdì 10 giugno 2022

Egr. Direttore, si trascina stancamente verso il 12 giugno il dibattito sul referendum sulla giustizia. La discussione si è arenata in una sorta di palude dell’agorà democratica per alcuni motivi su cui è giusto che la politica si interroghi. Certamente la questione della giustizia sembra essere stata depennata dai titoli e dalle prime pagine da un’informazione “mainstream” che troppo spesso tende ad appiattirsi su un unico tema: il Covid a partire dall’inizio del 2020, la guerra in Ucraina dal febbraio 2022.

È altrettanto vero che alcuni dei quesiti hanno natura alquanto tecnica, e mi rammarico del fatto che i due quesiti di carattere più squisitamente politico siano stati depennati, perché avrebbero indubbiamente fornito spunti di riflessione importantissimi sulla concezione che ognuno di noi ha su questioni di vita e di fine vita, o sull’approccio che uno Stato sovrano deve avere riguardo alle sostanze stupefacenti e alle relative conseguenze sulla salute delle persone.

A volte la politica sembra voler dribblare determinate questioni, seguendo il polso dell’opinione pubblica invece di proporre la forza delle proprie idee ai cittadini. L’interesse della popolazione sul tema giustizia è palpabile, e me ne rendo conto quotidianamente dialogando con le trentine ed i trentini che ho modo di incontrare su tutto il territorio provinciale. La politica però latita, sembra quasi sfilarsi dal dibattito, dirigendo le proprie attenzioni su altri temi. È evidente come questa spirale, questo circolo vizioso, possa causare una disaffezione generalizzata verso la politica e c’è il rischio che una bassa partecipazione alla tornata referendaria rappresenti un segnale, l’ennesimo, che potrebbe proiettare un’ombra cupa sul coinvolgimento democratico alle prossime elezioni su scala nazionale e locale.

L’indicatore più tipico della qualità di un sistema democratico è l’affluenza dei cittadini alle urne, ed è quindi doveroso lavorare per rovesciare al più presto questa spirale negativa, riportando la politica ad un ruolo centrale, attivo e propositivo nel dibattito pubblico. A tal proposito, i referendum, piacciano o non piacciano, rappresentano uno straordinario strumento di partecipazione popolare, e dovrebbero essere tenuti nella considerazione che meritano.

Gli inviti ad “andare tutti al mare” durante le tornate referendarie troppo spesso si sono ripetuti durante gli anni, sotto formule e modalità diverse, strizzando l’occhio, più o meno esplicitamente, all’astensione per evitare il raggiungimento del quorum piuttosto di convincere la popolazione sulle ragioni del “no”. Questo ha contribuito a dare l’impressione che l’opinione dei cittadini non fosse adeguatamente considerata, se non addirittura snobbata, dando poi adito a una deriva verso un abuso nell’utilizzo di forme di democrazia diretta, esemplificate dall’ascesa del grillismo, che hanno però mostrato evidenti limiti.

Ciò perché non è ipotizzabile demandare ogni questione alla cittadinanza, in quanto molti argomenti richiedono tempo, costanza e dedizione per essere trattati adeguatamente, e inevitabilmente ai cittadini il tempo manca nella frenetica società moderna.

Per questo, oggi come non mai, c’è bisogno di buona politica, perché la bassa affluenza alle urne referendarie ed i frequenti “commissariamenti” del Governo a livello nazionale evidenziano la mancanza della politica nel saper coinvolgere e rappresentare gli elettori.

Per la salute della democrazia italiana è necessario invertire la tendenza al più presto, tornando a detenere un ruolo attivo, centrale, credibile e di indirizzo nei confronti alla pubblica opinione.

 

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Cons. Claudio Cia
Presidente del Gruppo Consiliare Fratelli d’Italia

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