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LETTERE AL DIRETTORE

CESCHI E FRESCHI * SCUOLA TRENTINA: « CONTINUA IL “TRUMAN SHOW”, COMUNICAZIONI DISTORTE PER ATTRIBUIRSI MERITI DI ATTIVITÀ »

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08.29 - martedì 30 maggio 2023

Gentile direttore Franceschi,

continua il “Truman show” della scuola trentina. In passato non si è mai riscontrata una strumentalizzazione del sistema educativo trentino paragonabile a quella degli ultimi mesi: comunicazioni distorte e artefatte per attribuirsi il merito di attività e progetti avviati da anni e ormai consolidati nel tempo, arbitrarietà di convocazioni in Commissione per dare l’illusione di un consenso fittizio e distorto che snaturano i principi democratici della stessa Provincia.

In questi giorni per la discussione del ddl 176, ormai tristemente noto come “carriera docenti”, sono stati convocati in audizione in Quinta Commissione permanente, oltre ai soggetti rappresentativi delle varie componenti del sistema educativo trentino (previsti dalla legge 5/06), anche molti altri, a volte simili e fuorvianti che non hanno nulla a che vedere con il mondo dell’istruzione: tutto ciò nella speranza di ottenere un sussurro di consenso, per lo più superficiale e privo di argomentazioni, da poter spendere sui social media e sulla stampa per sostenere una manovra che d’innovativo o epocale non ha nulla se non per i danni che si profilano a carico di una Scuola, quella trentina, che ha già pagato duramente una politica inconsistente e autocelebrativa.

Tralasciando gli invitati di comodo ed entrando nel merito delle posizioni espresse dai principali soggetti previsti dalla legge 5/06, possiamo riscontrare un sostanziale consenso sulla necessità di valorizzare la professione dei docenti – e si tratta, a ben vedere, di una perfetta ovvietà – ma anche una decisa critica sulle modalità attuative per la quasi totale mancanza di criteri e regolamenti, oltre a limitazioni alla mobilità dei docenti. Carenza che rende questo disegno di legge una “scatola vuota” meglio identificabile con la definizione di pacco, nel senso di confezione che trasmette l’illusione di un contenuto di valore ma che in realtà non contiene nulla.

Alcuni dirigenti scolastici, esprimendosi con un documento approvato con 17 voti favorevoli (su 76 istituti provinciali), affermano che “lo sviluppo della carriera docenti rappresenta un’opportunità di crescita per il sistema scolastico”; molti altri sono ben coscienti che il ddl sia privo di contenuti, arrivando a dichiarare che “si ritengono inadeguate e controproducenti le ipotesi d’intervento tracciate” e chiedendo di riavviare un confronto reale ed attento con tutte le componenti.

Iprase, pur convenendo sul fine, ne ha messo in luce evidenti lacune. La Consulta dei genitori ha ribadito la totale mancanza di criteri e il significativo taglio di organico, chiedendo di sospenderlo e di rinviarne la trattazione per un più approfondito confronto con tutte le componenti. La Consulta degli studenti ha espresso dubbi sulle modalità attuative.

Il Consiglio del Sistema Educativo Provinciale, in attesa della convocazione del 30 maggio, ha informalmente sottolineato la carenza di criteri, l’arbitrarietà nella definizione dei regolamenti, le limitazioni alla mobilità, l’incompatibilità con il sistema nazionale e il taglio di organico. I sindacati hanno stigmatizzato le carenza di criteri, l’arbitrarietà nella definizione dei regolamenti, le limitazioni alla mobilità, l’incompatibilità con il sistema nazionale e il taglio di organico.

Uno dei membri di minoranza della Quinta Commissione ha segnalato inoltre all’assessore i rischi di impugnabilità di un testo ai limiti dell’incostituzionalità. Appare evidente che, dopo aver inseguito gli eventi durante tutta la pandemia attendendo indicazioni dal Ministero, con grave carenza d’iniziativa e capacità nel gestire l’autonomia, si cerchi ora un’accelerazione convulsa per ottenere il ritorno d’immagine.

Dovremmo supporre che l’unica funzione di questo provvedimento sia quella di dare una parvenza di dignità a un mandato impalpabile e giustificare i costi sostenuti negli ultimi anni per consulenti ed esperti coinvolti nella “riforma” che sta ora svelando tutta la propria inconsistenza. Volendo suggerire qualche spunto propositivo si può ricordare che esistono tutti gli strumenti per valorizzare e incentivare la professione dei docenti regolamentando più dettagliatamente l’attuale art. 87 bis, attendendo la definizione della riforma nazionale e, qualora si ritenga davvero proficua per un miglioramento del sistema-scuola, utilizzando adeguatamente per affinarla i margini concessi dalla competenza concorrente dell’autonomia.

Ripensando a un noto politico del passato che era solito avvertire – con le parole di un pontefice – “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci s’indovina” verrebbe da chiedersi se il fine di presentare un disegno di legge vuoto di contenuti non sia semplicemente quello di presentarsi alle imminenti elezioni spendendo con l’elettorato il credito d’immagine ottenuto con questa operazione tutta immagine e zero sostanza. Se poi la riforma “epocale” fosse impugnata e annullata successivamente all’esito del voto, il risultato sarebbe stato comunque ottenuto.

 

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Giovanni Ceschi
è docente di Latino e Greco al Liceo “Prati” di Trento
e presidente del Consiglio del Sistema Educativo

Maurizio Freschi
è presidente della Consulta provinciale dei genitori
e vicepresidente del Consiglio del Sistema Educativo

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