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LETTERE AL DIRETTORE

CARLO GUARDINI * FERROVIA / ROVERETO-RIVA E TRENTO-CANAZEI: « GRAZIE A TRANSDOLOMITES LA PAT SI È IMPEGNATA A PROGETTARE I DUE NUOVI COLLEGAMENTI »

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10.06 - giovedì 1 dicembre 2022

“Tanto tuonò che piovve..”: e qualche spiraglio di sereno, nel dibattito sul futuro del nostro turismo, ci viene regalato da Transdolomites – la resiliente Associazione ambientalista da decenni impegnata all’insegna d’una mobilità sostenibile – che sottolinea, con soddisfazione, come la Provincia abbia (finalmente) ufficializzato l’impegno, anche a livello statale nel documento Stato Regioni, alla progettazione di due nuovi collegamenti ferroviari: Rovereto-Riva, a servizio del bacino del Garda, e la Trento-Canazei-Penia che attraverso la valle di Cembra unirà il capoluogo alle Dolomiti orientali.

Gli studi di progetto prevedono circa 7mila passeggeri/giorno (ma oltre 10mila in alta stagione) sui treni dalla Città della Quercia al Garda; 10mila passeggeri/giorno (in crescita fino a 18mila in alta stagione) su quelli che attraverseranno le Valli dell’Avisio, di Fiemme e Fassa fino ai piedi della Marmolada. Se così stanno i fatti, c’è davvero da tirare un sospiro di sollievo: possiamo dire s’è infranto un tetto di cristallo, vorrà dire che politica ed amministrazione avranno scelto, opportunamente, un percorso mirato alla sostenibilità dei trasporti: ma, direttamente, di moderna riqualificazione del nostro turismo.

Indirizzi di portata storica che – traguardando le logiche del breve periodo – ci consentono di prefigurare, realisticamente, un futuro prossimo con molte meno automobili (con code, stress, inquinamento ecc.) e traffico privato verso le due destinazioni turistiche globali del Trentino, le Dolomiti ed il Lago di Garda. Nel 2032 sarà ultimato il BBT (Brenner Basic Tunnel) snodo sotto le Alpi della rete europea di treni ad alta velocità, rete in ampia parte già attuata all’estero.

Detti convogli effettueranno fermate nella nostra regione solamente a Bolzano e Trento: città pertanto destinate alla funzione di “gate”, come accade negli aeroporti, dalle quali si dirameranno i link ferroviari verso i centri turistici. L’alta velocità EU consentirà di raggiungere la nostra regione in poco più di 2 ore da Monaco di Baviera, 6 da Berlino, 5 da Vienna, meno di 4 da Roma; in un continente sempre più orientato all’uso del trasporto pubblico, si stima un bacino d’utenza di 100 milioni di turisti l’anno che vorranno – però – arrivare e muoversi dimenticando l’automobile.

Quindi uno scenario per ora inedito. Nel quale per prima Trento – città capoluogo – avrà a rivestire anche una nuova funzione di raccordo coi principali comprensori turistici, valorizzando ulteriormente la sua già realizzata vocazione turistica. E quando funzioneranno i treni attraverso la valle di Cembra, pare realistico – ragionando in ottica di TPL (trasporto pubblico locale) – anche ipotizzare, come suggerisce Transdolomites, un calo della pressione residenziale sulla città: con molti che sceglieranno, per abitarvi, i paesi della valle (recupero del patrimonio edilizio!) centri che potranno così tornare a nuova vita.

Un treno sulla soglia di casa per spostarsi comodamente e velocemente dalle periferie al capoluogo e per raggiungere le Dolomiti. Il progetto della Trento-Penia è stato valutato come sostenibile e vantaggioso da numerosi studi e valutatori, ultimo un team di ingegneri svizzeri, terra turistica dei treni ha da sempre fatto una propria bandiera alla pari dell’Emmenthal e del cioccolato.

Nella loro relazione i tecnici hanno sottolineato come i costi di gestione della ferrovia si annuncino ben più vantaggiosi rispetto agli ipotizzati BRT (Bus rapid transit, ossia grandi autobus che si muovono lungo corsie preferenziali) attraverso le Valli di Fiemme e Fassa; si prevede di realizzarli in vista delle prossime Olimpiadi invernali del 2026 ed in seguito potranno risultare preziosi complementi alla ferrovia nell’ottica TPL. La linea Trento-Penia richiederà tempi di realizzazione naturalmente dilatati: sicuramente ben maggiori degli 11 mesi che i genieri dell’Austria impiegarono – nel 1917 – per la Ora Predazzo che venne dismessa (malauguratamente) all’inizio degli Anni Sessanta, in pieno boom economico, quando le scelte politiche e di governo in Italia furono orientate ad incentivare l’uso dell’automobile.

La ferrovia significa concrete quanto enormi prospettive di miglioramento complessivo della viabilità turistica anche per il comprensorio del Garda, letteralmente soffocato nella stagione estiva da un traffico che raggiunge quasi i 20mila veicoli/giorno in transito da Loppio ed altri 12mila dalle sponde del lago. Anche in questo caso, emblematico constatare come non si tratterà – guardando alla Storia – d’una “nuova” ferrovia: bensì del ritorno in vita, ovviamente a ben altre condizioni e contesti, dell’antica Rovereto-Mori-Riva che venne costruita dagli austriaci nel 1891 e dismessa nel 1936 nel periodo fra le due Guerre mondiali.

(PS: credo che Massimo Girardi, modesto quanto tenace Presidente di Transdolomites, meriti un Oscar oppure un monumento, pur essendo ancora ottimamente in vita e salute. Ciò per l’esempio davvero raro di impegno civico offerto in tanti anni di battaglie, condotte con rara efficacia e determinazione nell’interesse comune d’un turismo più moderno e autenticamente sostenibile).

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Carlo Guardini – Trento

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