News immediate,
non mediate!
Categoria news:
LETTERE AL DIRETTORE

BRUNO DORIGATTI * TRENTINO: « L’ANIMA DELL’AUTONOMIA SPECIALE NON VA NUTRITA CON FACILI SLOGAN E CON SOLUZIONI IMPROVVISATE, BENSÌ CON LA FATICOSA E QUOTIDIANA RESPONSABILITÀ »

Scritto da
21.32 - giovedì 23 dicembre 2021

Nello snodarsi del dibattito politico, più volte mi sono trovato su posizioni diverse da quelle di molti interlocutori, sia dentro le forze politiche come fuori da esse.

Ho però sempre creduto che storie e culture diverse, esperienze differenti e punti di vista anche alternativi fra loro sono comunque sempre una richezza, soprattutto quando non si limitano alla condivisione costante ed ossequiente.

Le riflessioni a firma di Giorgio Tonini, mi trovano così assolutamente in sintonia, in una condizione d’animo più che di una consuetudine, perché con esse Tonini coglie l’essenza delle attuali difficoltà dell’ autonomia, ridotta a strumento idoneo solo a “reperire risorse”, anziché laboratorio di pensiero per “costruire governo” e quindi prospettiva.

Non si tratta di criticare aprioristicamente. Da un lato, l’evidente emarginazione e il quotidiano indebolimento del potere legislativo, chiamato a testimoniare i principi istituzionali e statutari che sovraintendono all’identità della nostra specialità per evitare che la stessa divenga fine a sé stessa e, dall’altro, una dedicazione della politica al solo terreno della ricerca di fondi e di investimenti, scambiando così il compito della Giunta provinciale per quello di un consiglio d’amministrazione di un’ impresa in difficoltà.

Sono le prove provate del degrado e dell’abbandono nei quali è stata lasciata l’autonomia, privata di ogni spinta al pensiero e rannicchiata nella mera logica della distribuzione finanziaria, quasi questa fosse la panacea di ogni male. In tale contesto, a poco serve rivangare, in chiave di narrazione mitologica, un passato spesso edulcorato e piegato, da letture convenienti, ad interessi di parte ed a poco serve il continuo richiamo ad un’etica ormai divenuta fragile se non evanescente. Non è questo ciò che risulta essenziale per un rilancio di quel valore intrinseco dell’autonomia come fattore di costante innovazione che, peraltro, non pare più percepito dalla comunità e che diventa incapace quindi di riprendere il suo ruolo di propulsione verso il futuro.

Ciò che manca è insomma una esortazione a pensare in termini di sviluppo storico, anziché di contingenza ed un invito a percepire l’autonomia come coraggio progettuale, forzando schemi e rompendo convenienze, per porre, nei suoi termini esatti, l’obiettivo della compiutezza democratica. Mentre sembra prendere piede, anche grazie a “compiacenti maestri” che dettano partiture stando dietro le quinte, una lettura unilaterale del percorso autonomistico, ci si dimentica che l’autonomia comporta una situazione speciale e di diversità in capo a chi pretende di farsene titolare ed un carico di responsabilità, di impegno, di dialogo e di collaborazione ai quali la pratica politica si deve continuamente ispirare.

Solo così è possibile misurare il grado di crescita dell’autonomia, della sua qualità e dei metodi scelti per dar corpo a quelle riforme profonde e sempre più urgenti che sono essenza stessa della competitività del sistema e che oggi bussano alla porta del nostro tempo. Tonini centra il tema del governo delle risorse quale elemento caratterizzante la specialità autonomistica, evidenziando fra le righe come reperire non sia governare e come alla politica spetta il compito centrale del progetto del cambiamento; dell’intuizione degli orientamenti e delle domande che salgono dal corpo sociale; dell’assunzione di responsabilità anche diverse da quelle mirate al solo consenso.

E per giungere a questi obiettivi, la politica non può stufarsi del confronto democratico o ascriverlo a categorie minimaliste; non può rifiutarsi di ascoltare e di mettersi in discussione; non può, in altre parole, abdicare al suo dovere di ricerca costante del compromesso migliore e più alto. Stiamo attraversando una fase oltremodo complessa e frastagliata ed è proprio adesso che avvertiamo forte il bisogno di ritrovarci come comunità, di condividere ansie e prospettive, di ricostruire un tessuto sociale e solidaristico lacerato da sterili contrapposizioni ideologiche, di attribuire al lavoro ed all’individuo quella centralità che, fino ad oggi, abbiamo lasciato solo alla tecnologia, di ritrovare il gusto di essere sistema e di inseguire traguardi nuovi e più ambiziosi.

Questa è, d’altronde, l’anima dell’autonomia speciale; un’anima che non va nutrita con facili slogan e con soluzioni improvvisate, bensì con la faticosa e quotidiana responsabilità verso una terra, una comunità ed una storia, prima che gli eventi prendano il sopravvento e riducano il Trentino ad un insignificante geografia di litigiose feudalità.

*

Bruno Dorigatti

Gia Presidente del Consiglio provinciale di Trento

Categoria news:
LETTERE AL DIRETTORE
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DELLA FONTE TITOLARE DELLA NOTIZIA E/O COMUNICATO STAMPA

È consentito a terzi (ed a testate giornalistiche) l’utilizzo integrale o parziale del presente contenuto, ma con l’obbligo di Legge di citare la fonte: “Agenzia giornalistica Opinione”.
È comunque sempre vietata la riproduzione delle immagini.

I commenti sono chiusi.