Gentile direttore Franceschi,
chiudi la macchina, lasci il finestrino aperto un paio di centimetri. Ti allontani si 50 metri e nel giro di 10 minuti ti trovi la macchina aperta e la borsa sparita. Amarezza, complicazioni a non finire. Provi a fare denuncia, ma ti mandano via sia i carabinieri di Lavis sia la polizia dalla questura, che non ha personale. Dopo ore riesci a fare denuncia dai carabinieri di via Barbacovi. Nel frattempo saltano le ferie che avevi programmato.
Ma tutto questo non che un qualcosa che può capitare sempre, e sarà capitato a chissà quanti di noi. Quello che non capita tutti i giorni invece è di trovarti in prima pagina sul giornale vittima di un titolista del giornale L’Adige – Quotidiano indipendente del Trentino Alto Adige che decide di darti implicitamente della cretina, scrivendo che hai lasciato la macchina aperta QUANDO NON È VERO (nota di redazione Opinione, sotto la prima pagina de l’Adige).
Per chiosare, la giornalista aggiunge che avrei perfino rischiato di prendere la multa, cosa che ovviamente i carabinieri non si sono sognati di contestare. Bello questo giornalismo che dà la colpa alla vittima. Poteva essere una vicenda fastidiosa e basta. Così invece mi apre gli occhi su questo tipo di informazione. Disonesto intellettualmente perché non c’è un altro termine, diceva un amico, per definire chi mente sapendo di mentire.
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Giulia Bortolotti – Candidata sindaco Trento per Onda – Prc – M5s

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