Golf a Nago – In attesa di analisi più circostanziate, ribadisco quanto dichiarato durante la serata di presentazione del nuovo progetto di golf a Nago. Tra l’altro, unico intervento non applaudito da un pubblico evidentemente a senso unico ed entusiasta.
Il progetto presenta delle evidenti criticità, non solamente ambientali, ma anche economiche.
In primis la grandezza dell’area, 50 ettari al momento occupati da bosco e massi, quindi non contaminati da presenze umane: molto più grande dell’intero abitato di Nago. Quanti alberi dovranno essere inevitabilmente “sacrificati” ? E poi il problema dell’acqua, che un golf “mangia” in gran quantità, e non presente nella zona, un problema che lo stesso progettista definisce “difficile”: sarà pertanto necessario costruire delle zone di stoccaggio, con pompe e tubazioni.
Infine le modalità di accesso: l’attuale stradina dovrà essere adeguata alle nuove necessità, con tutto ciò che ne consegue.
I costi, inoltre, sembrano esorbitanti (si parla di circa 10 milioni di Euro), al netto degli espropri dell’area che sembrano non siano necessari perché l’area è pubblica, e i ricavi dubbi, considerate le spese di gestione (certe) e il momento economico incerto, pandemia permettendo. Con il solito metodo di cercare di addossare i costi al pubblico e i ricavi ai privati.
In conclusione, la prima impressione, per il momento personale, è che si tratti di una vera e propria follia, non solo ambientale, ma anche economica.
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Paolo Barbagli
(Presidente degli “Amici della Terra dell’Alto Garda e Ledro”)