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LETTERE AL DIRETTORE

ANTONIO DI MARCO * BENE COMUNE: « È L’INSIEME DELLE COSIDDETTE “LEGGI NEGATIVE” CHE ATTRAVERSO POCHISSIMI DIVIETI FONDAMENTALI GARANTISCONO A CIASCUNO DI ESERCITARE LA PROPRIA LIBERTÀ »

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13.15 - martedì 26 gennaio 2021

Non c’è discorso in cui il Papa non ci ricordi il bene comune. A forza di essere ripetuto, il tema è entrato così profondamente nel nostro vocabolario, che quasi più nessuno riflette sul suo significato.

Ho provato a chiedere ad alcuni amici cosa intendessero per bene comune e dopo qualche esitazione i più hanno risposto che il termine si spiega da solo:” E’ comune quel bene di cui tutti godono, come l’aria, l’acqua”.

Qualcun altro ha aggiunto che il bene comune è quel bene che gli uomini raggiungono quando hanno una meta comune. A questo punto mi è venuta voglia di fare qualche considerazione su queste due risposte.

Aria e acqua sono fattori di natura; ciò che la natura mi dà non è né bene, né male. Può essere bene o male l’uso che l’uomo fa dei mezzi di natura, ma la natura in sé non è né buona né cattiva, è pura necessità, è prima della morale.

Il bene comune presuppone una meta comune; per esempio in una scuola la meta sarebbe dare una buone educazione agli studenti e allora costruire la scuola, istruire gli insegnanti ecc. sarebbe il bene comune.

Ma il bene di uno studente è avere una buon scuola ? Se un ragazzo non realizza la sua personalità, non può esprimere sé stesso, cosa se ne fa di una buona scuola.
Non sarebbe meglio pensare che una scuola è buona se i suoi studenti crescono uomini liberi?

Qualcuno mi ha anche fatto presente che una buona struttura sanitaria, per esempio, in questo momento, potrebbe essere un bene comune a tutti.

Credo che in una società civile la sanità deve essere una condizione necessaria, come tutte le altre infrastrutture, le strade, le ferrovie, i porti, ecc. È Molto diverso dire che le infrastrutture sono la condizione necessaria perché ogni individuo esplichi se stesso nella piena libertà e dire che queste strutture siano il bene. I governanti vogliono sempre confondere le acque e far passare per bene morale quelle che sono solo le condizioni che rendono possibile il bene morale, che esiste soltanto rispetto alla sfera della libertà.
Allora possiamo dire che il bene comune è la pura possibilità che ognuno ha di vivere del tutto individualmente in libertà. Quindi paradossalmente io ho in comune con gli altri il fatto di non avere nulla in comune.

Qualcuno a questo punto potrebbe aggiungere:” Ma per garantire questa possibilità ci vogliono le leggi e allora questa leggi sono il bene comune.” Ma come devono essere queste leggi?

Quando il Padreterno dettò a Mosè le famose leggi, si limitò a vietare quelle cose che rendono impossibile all’uomo di vivere in pienezza. Posso essere me stesso, se ho fiducia che non mi uccidano, che non mi derubino , che non mi imbroglino.

Contemporaneamente, se sono un uomo che tenda alla libertà, questi divieti non mi pesano, perché non ho nessuna intenzione di uccidere qualcuno, di rubare, di mentire, ecc.
In conclusione, sempre per paradosso, si può dire che l’unico bene comune è l’insieme delle cosiddette “leggi negative”, quelle che attraverso pochissimi divieti fondamentali garantiscono a ciascuno di esercitare la propria libertà.

 

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Antonio Di Marco

Trento

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