Gentile giornalista,
in questi giorni viviamo sulla nostra pelle di europei la tragica realtà della guerra ucraina. Le armate di Putin minacciano quell’Europa che dovrebbe essere per la Russia intera un’alleata contro le potenze emergenti ai suoi confini orientali, Cina e India. Le affinità culturali che ci legano alla Russia dicono la necessità di una convivenza possibile e fruttuosa per ambo le parti. Il conflitto è partito e noi europei siamo come quella rana gettata nel pentolone dell’acqua calda, pronta al salto estremo per la salvezza ancora possibile.
La nostra stampa occidentale ci costringe a pensare ad un Putin ebbro di potere e stordito dall’ossequio pietoso dei suoi ubbidientissimi generali. Un despota cieco che ha perso ogni sensibilità politica e che per mantenersi sullo scenario imperiale, che si è pazientemente costruito, si affida senza remore alla potenza dei suoi numerosi e micidiali missili nucleari.
Un novello Stalin o Hitler, uno stolto despota incapace di capire che i suoi interessi geopolitici dovevano essere coniugati con quell’Europa resa fragile dal disimpegno Nato-Usa degli ultimi decenni. Visione troppo semplificata, attraversata da interessi multipli e perciò stesso non del tutto credibile.
Ben sapevamo, dopo i fatti di Crimea del 2014 e delle contese violente tra filo russi e filo occidentali nei territori in armi, che la ferita era aperta e che la cura non poteva tardare. Siamo rimasti a guardare, non abbiamo voluto capire per tempo; non abbiamo fornito adeguate garanzie militari e la guerra ci è paurosamente scoppiata in casa. Gli USA lo sapevano; ne erano certi da tempo. Si potrebbe dire che è accaduto l’irreparabile ma, ugualmente dobbiamo reagire. Come Europa unita, dobbiamo esporci e dare garanzie per una pacifica convivenza futura con tutta la Russia.
Nell’immediato dobbiamo fermare con ogni mezzo il massacro di un popolo che rivendica una libertà difficile ma, sempre con il sostegno di ambo i fronti Europa-Russia, necessaria e possibile.
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Angelo Botturi
Verona