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LETTERE AL DIRETTORE

ANGELO BOTTURI *: INFORMAZIONE: « LA NECESSITÀ DI LIBERTÀ DI STAMPA È AVVERTITA IN RUSSIA E CINA, NOI SIAMO PIÙ INFORMATI MA NEL WEB SPESSO I POLVERONI OSCURANO I FATTI »

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10.10 - venerdì 6 maggio 2022

Grazie per l’attenzione Gentile giornalista, la necessità di una stampa libera è avvertita in Russia come in Cina, in Corea del Nord, a Bagdad, ad Addis Abeba ecc. Noi occidentali possiamo dire di essere più informati ma sappiamo che il web spesso risulta capace di sollevare polveroni che oscurano i fatti ed anche le menti delle persone comuni digitalizzate a tempo pieno.

Il caso Assange la dice lunga, ma è indubbio che il diritto di informazione garantitoci dai giornalisti più attenti sia un valore trasversale da proteggere perché è stato l’unico strumento in grado di far emergere qualcosa degli indecenti passati intrighi di potere.

Papa Francesco, il presidente Mattarella e il premier Draghi ci invitano giustamente a ragionare con coerenza e ad ampio raggio. L’Ucraina è stata aggredita da una Potenza altra, la Russia, e va aiutata a difendersi anche con l’invio di armi e, se si constaterà la necessita, anche con un impegno militare diretto Nato. Tutto questo, senza ricorrere alle parole di Wilson Churchill, con la inevitabile adeguata fermezza dettata da ‘determinazione, visione ed unità’ e sempre consapevoli della necessità di una ragionevole mediazione di compromesso.

Si vuole, sull’altra sponda dell’oceano, dire e ridire che Vladimir Putin si è oramai giocato ogni plausibile reputazione ma ben sappiamo che l’avventura Ucraina è solo l’ultima tappa di un ben noto percorso tirannico. I valori democratici non negoziabili non sono ‘esclusività occidentali’ ma legittime esigenze dei popoli di ogni tempo, storia e luogo del pianeta.

Non abbiamo noi occidentali doc le mani pulite, solo meno sporche o così riteniamo di averle. Si vorrebbe dividere il mondo in buoni e cattivi ma si sa benissimo di mentire. Occorre assumere invece una visione ben più veritiera e lungimirante. Sappiamo che i problemi del pianeta terra sono ben altri e la pretesa di un governo mondiale è segnata dall’unilateralità degli interessi e delle paure che attraversano individui e collettività regionali e nazionali.

Ugualmente dobbiamo capire che la banale semplificazione dei fatti non ci può né aiutare né bastare.

Io proporrei una lettura più ampia e concreta. La contesa per le risorse, materie prime e beni ambientali/alimentari, alla luce del collasso planetario imminente sta trasformando, o consolidando, le ideologie in pretesti. Il palese furto economico finanziario preteso e perseguito a carico della Crimea/Ucraina, Cecenia, Siria, Afganistan, Sud America ed Africa (quasi per intero) non differisce di molto dalle passate, colossali e secolari rapine coloniali.

Non è il caso di invocare colpevoli od innocenti ma di sottolineare pragmaticamente che, non a caso, per tutte queste operazioni si parli di strategie geopolitiche-militari. Il prefisso ‘geo’ sta per. ‘Terra’. Il problema è sotto gli occhi di tutti: i saccheggio del pianeta è in crescita esponenziale ed i rimedi inadeguati, tutti palesemente primitivi se non disumani.

Non credo che si debba andare a Mosca da Putin con il cappello in mano, ma nemmeno come araldi senza macchia. Le distruzioni ‘totali’ come anche le minacce nucleari, non risolvono i problemi che sfacciatamente permangono nella loro evidenza quotidiana. Il costo delle tirannie ci è noto dall’antichità ma sappiamo che esportare le democrazie non ha portato, nel lungo periodo, ad alcun successo. Solo la faticosa accettazione delle diversità culturali e la crescita in saperi e conoscenze ci ha fatto assumere prospettive di futuro e di civiltà.

Il riscaldamento del pianeta e la penuria progressiva delle risorse vitali ci obbligano ad una ‘verità d’impatto’ e non più una vana attesa di chissà quali rivelazioni. Alle catastrofi incombenti e ripetute per l’ambiente non è il caso di affiancare rimedi stupidi come le devastazioni belliche. Qualcuno osa pensare al suo immediato e piccolo futuro esistenziale: ‘speriamo che non mi riguardi direttamente’; ‘mi è sempre andata bene’; ‘ci salverà la scienza e la tecnica’… Le Banalità ripetute ossessivamente hanno devastato le menti di molti e la violenza, che appartiene a tutti noi, può scatenare i mostri oscuri che abitano le nostre stesse paure.

Le innumerevoli contese storicamente documentate e che oggi stesso constatiamo, stupiti ed attoniti sui tanti fronti di guerra ce lo testimoniano direttamente in tempo reale. La sola tanto temuta guerra di Ucraina sta già causando più morti in Africa che in Europa. Le restrizioni commerciali devono avere una misura di attendibilità perché se dovessero portare anche tra di noi ‘armati’, dalla povertà alla miseria, già sappiamo come andrà a finire.

Come da decine e decine di anni ci dicono gli scienziati, il petrolio e il gas metano sono combustibili fossili che ci sono indispensabili per mantenere uno status di vita elitario capace di compromettere a breve la vivibilità del pianeta. Prima di fomentare disinformazione da ‘ideologismi’ beceri, gli economisti, i governanti e la stampa dovrebbero aiutarci a supportare ciò che palesemente constatiamo e far emergere con i problemi, la politica della decrescita che anche quella del bene comune.

Sappiamo benissimo che le prospettive di sette miliardi di persone sono compromesse già oggi e non possiamo fingere che il ‘green’, l’eolico, il solare o il supposto risparmio di caldaie e condizionatori, ci sottrarrà alla penuria preventivata. L’incremento demografico, per molti necessario o inevitabile, ci obbliga a pensare ad un ulteriore aumento della anidride carbonica e conseguente scioglimento delle regioni polari e desertificazione delle aree tropicali.

Non si tratta di visioni apocalittiche future o futuribili ma di oggettive constatazioni che spesso i media strumentalizzano per eccesso o per difetto a seconda degli opportunismi del momento. Come naturalista posso solo dire che il pianeta terra non è assolutamente nostro. Non dobbiamo dominare alcunché. Dobbiamo renderci conto che già stiamo attraversando una ‘emergenza catastrofica’ e che l’intero pianeta necessita di cura dei suoi lenti ma dinamici equilibri e soprattutto di tutela della complessa biodiversità che lo abita.

Rientrare in noi stessi nella consapevolezza di essere una specie cosciente, capace di agire tecnicamente nel bene come anche nel male è non solo urgente, ma di vitale necessità.. Io penso che dobbiamo tutti argomentare per conseguire l’obiettivo della progressiva decrescita demografica compatibile prima che il fallimento di ogni prospettiva futura ci conduca alla barbarie.

Questo Papa che si propone di recarsi con dignità, in piedi, al soglio di Putin, ci ha consegnato un percorso religioso ed umano diverso da quello in cui tutti noi siamo cresciuti. Potranno i due leader intendersi reciprocamente o ci vorrà il supporto del qualificato traduttore Kirill? Speriamo che, come da più parti si auspica, alcun chierichetto devoto e pacifista grillino o salviniano faccia parte del seguito perché il fallimento, dato per plausibile, diverrebbe certo o ridicolo.

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Angelo Botturi

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