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LETTERE AL DIRETTORE

ANDREA MERLER * CRISI: « SE NON FOSSE POSSIBILE AVERE UN NUOVO GOVERNO DRAGHI BIS CON UN RIMPASTO DI MINISTRI, MEGLIO ANDARE AD ELEZIONI ANTICIPATE »

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15.22 - lunedì 18 luglio 2022

Il Governo Draghi e la questione di “sfiducia”. Nessuno se lo sarebbe mai aspettato, ma il Premier Mario Draghi conferma di essere una persona integerrima e che non è mosso da quei calcoli politici a cui siamo ormai abituati.

Sì, proprio così, perché pur avendo ricevuto la fiducia in ambedue i rami del Parlamento, ha mantenuto la parola e dopo aver convocato il Consiglio dei Ministri annunciando la volontà di dimettersi, è salito al Colle per confermare il suo passo indietro anche davanti al Presidente della Repubblica.

Il Capo dello Stato si è subito affrettato a respingere le dimissioni e credo che come garante della Costituzione non avesse altra scelta e giustamente ha richiesto al Presidente del Consiglio di parlamentarizzare le sue volontà e dichiarare così aperta ufficialmente la “crisi” di Governo. In realtà paradossalmente non c’è nessuna crisi in atto perché attualmente la maggioranza c’è sia alla Camera che al Senato.

Il punto è: la maggioranza ci sarà anche mercoledì, giorno in cui Draghi dovrebbe riferire alla Camera? Chi avrà il coraggio di aggiungersi al M5S? Forse la Lega o anche altri partiti che compongono la maggioranza del partito di unità nazionale? Difficile prevederlo, ma penso che ormai sia tutto nelle mani e nella volontà di Mario Draghi. E’ lui che deve dare la fiducia ad un’altra maggioranza, non viceversa e non certo i partiti o i parlamentari che vogliono arrivare alla scadenza naturale della legislatura visto e considerato che molti di loro non saranno più rieleggibili.

Una vera anomalia quello che è accaduto perché a mia memoria credo che le dimissioni del Presidente del Consiglio a capo di un Governo non sfiduciato rappresentino un unicum nella storia repubblicana. Queste dimissioni, se confermate e divenute irrevocabili, aprono solo due scenari possibili: le elezioni anticipate ovvero la formazione di una nuova maggioranza e un nuovo esecutivo di transizione, quasi balneare visto il periodo, che ci accompagni da qui al voto nel 2023.
Se guardiamo con attenzione alla cronologia degli eventi la situazione è precipitata dalla prima scissione del M5S ad opera del Ministro Di Maio. Su questo credo che ormai ci sia poco da argomentare.

L’ala oltranzista del Movimento, che non ha mai visto con favore all’esecutivo Draghi, ha approfittato della debacle delle amministrative per smarcarsi, presentando un documento di nove punti di programma elettorale e sperando così di recuperare qualche punto percentuale per le ormai prossime elezioni politiche.
La soluzione adottata è però di quelle peggiori mai viste perché l’astensione, l’abbandono dell’aula, da parte di chi appartiene alla maggioranza eterogenea di questo Governo è una non scelta, ma al contempo anche un ricatto politico che il Premier Draghi non ha voluto – a ragione – non accettare. I Ministri del M5S che escono dall’aula e non votano e poi si presentano tranquillamente al Consiglio dei Ministri come nulla fosse accaduto denotano una scarsa cultura politica e poco rispetto delle Isituzioni.

Se ci ricordiamo i Ministri di Italia Viva si erano dimessi e poi il partito aveva votato contro il Governo Conte bis per farlo cadere e dare così avvio al Governo Draghi con una nuova maggioranza. Questo credo si dovrebbe fare in politica quando non si è più d’accordo. Si vota contro e ci si dimette da Ministro se si vuole aderire alla linea contraria al Governo del proprio partito.

Altre soluzioni da prima Repubblica, raffazzonate e incomprensibili ai più, sono sintomo di una politica che ha ormai perso completamente cognizione della realtà del Paese. Un Paese dove crescono disaffezione e astensionismo e la politica non fa nulla per recuperare la fiducia degli elettori. Auspico che mercoledì vi sia un segno tangibile che ci permetta di recuperare quel poco che resta di fiducia nella politica e vi sia la possibilità per andare avanti con un Governo che dovrebbe essere sostenuto da una maggioranza diversa, priva dell’apporto del M5S e che a questo punto non è più indispensabile.

A pochi mesi dalle elezioni, altre soluzioni servirebbero solo a rendere la politica una sceneggiata teatrale e spero che se ne rendano conto tutti i leader politici e anche lo stesso Draghi che però sembra quasi sempre più convinto di confermare le proprie dimissioni.

Gli appelli firmati da molti in questi giorni, gente comune, politici, imprenditori, sindacati, ecc. sono il segno che tutti si rendono conto della situazione in cui il nostro Paese andrebbe a cadere e spero che i pontieri, il Capo dello Stato facciano tutto il possibile per portarci fuori dal guado di una crisi che crisi non è. Se non fosse possibile avere un nuovo Governo Draghi bis con un doveroso rimpasto di Ministri, allora meglio andare al più presto a elezioni anticipate così almeno gli elettori potranno giudicare direttamente quanto avvenuto in questo periodo.

 

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Andrea Merler

Trento

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