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LETTERE AL DIRETTORE

ANDREA BEZZI * ISTRUZIONE E COVID: « È TEMPO DI PENSARE AD UN NUOVO MODELLO DI SCUOLA, PARTENDO DALL’ESPERIENZA DI QUESTO TEMPO SOSPESO »

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18.58 - giovedì 3 febbraio 2022

Non possiamo negare che il Covid 19, ha portato alla ribalta il tema della scuola. Mai come in questi due ultimi e tormentati anni, l’argomento è stato affrontato e trattato sotto svariati punti di vista. All’inizio della pandemia, nel marzo del 2020, molti, fra dirigenti e docenti, e la stessa ormai ex ministra Azzolina, hanno esaltata la didattica a distanza, la DAD, considerata la panacea di tutti i mali, la vera riforma della scuola sempre tentata e mai attuata. In seguito, quando sono emersi tutti i limiti, sia materiali che umani, della didattica a distanza, si è tornati a valorizzare la didattica in presenza, auspicando un rapido ritorno alla vita di classe, unica a garantire una scuola viva e vera.

Gli stessi studenti hanno chiesto a gran voce un rapido ritorno ad una scuola in presenza, imputando alla DAD effetti negativi sullo stato d’animo, sulla salute, sui rapporti interpersonali, sull’apprendimento. Al tempo stesso il Paese ha compreso chiaramente quanto il sistema istruzione sia centrale per la vita e la crescita della nostra società. Per questo, attraverso un grande lavoro organizzativo fatto dalle scuole, dal settembre 2021 si è cercato di tornare, nei limiti del possibile, ad una didattica in presenza. Siamo ora agli inizi del 2022 e, nella sostanza, non abbiamo mai smesso di vivere nell’emergenza, in questo strano tempo sospeso e incerto limitato dall’applicazione di ferree regole di sicurezza. Nonostante questo, una nuova e pericolosa ondata pandemica si sta abbattendo sul Paese e, conseguentemente sulla scuola.

Non possiamo negare che tutto quello che la comunità scolastica e il Paese hanno vissuto in questi anni, e continuano a vivere oggi, ha fatto emergere in modo palese i punti di forza e le criticità del sistema scolastico. E’ evidente che questa esperienza non può essere sprecata, ma deve costituire la base da cui partire per andare oltre l’emergenza e immaginare la scuola del futuro.

Sicuramente la scuola post covid non potrà essere come quella di prima. E’ tempo di pensare seriamente ad un nuovo modello di scuola, partendo proprio dall’esperienza fatta in questo tempo sospeso, dove si è compreso che la tecnologia da sola non basta a fare della scuola una buona scuola. La conoscenza si alimenta con la condivisione e la scuola è luogo di relazioni indispensabili per il pieno sviluppo dell’individuo. Per questo la scuola del futuro deve essere una scuola in presenza, sicuramente in grado di utilizzare tutti gli strumenti che la nostra epoca è in grado di offrire, ma in primo luogo capace di dare agli studenti più consapevolezza, più capacità critica, più visione del futuro.

Al tempo stesso deve essere una scuola liberata dai tanti orpelli burocratici che la stanno letteralmente soffocando e che in tempo di covid hanno dimostrato tutti i loro limiti. Dovrà essere una scuola caratterizzata, tanto sul piano didattico-ducativo, quanto su quello amministrativo-finanziario, da procedure semplici, mirate e innovative, che valorizzino l’autonomia scolastica, concetto troppo spesso dimenticato. Bisogna quindi saper cogliere la grande accelerazione prodotta suo malgrado dalla pandemia per avviare, finalmente, una trasformazione profonda del sistema scolastico.

L’auspicio è che il 2022 veda finalmente la fine della pandemia, ma sia anche l’anno costituente per la scuola, tanto a livello nazionale, quanto, in particolare a livello provinciale. E’ arrivato il momento di parlare seriamente della scuola del futuro, coinvolgendo tutti i soggetti interessati, dentro e fuori la scuola, alimentando un confronto ricco e aperto che favorisca la nascita di un nuovo modello di scuola adatto al nostro mondo sempre più veloce, complesso e articolato. Partendo, naturalmente, dalla convinzione che il denaro speso per la scuola non è un costo, ma un investimento importante per il nostro futuro.

 

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Andrea Bezzi

Dirigente scolastico dell’Istituto Tambosi di Trento

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