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LETTERE AL DIRETTORE

AMBROSI (FDI – TRENTINO) * GOVERNO: « LA “RIPRESA” DI DRAGHI, TRA STATISTICHE E VITA REALE DELLE PERSONE »

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10.56 - lunedì 8 novembre 2021

Lo standing personale del Presidente del Consiglio Mario Draghi non è certamente in discussione, risultando egli una delle poche personalità per competenza economica che il mondo ci invidia.

Tuttavia, non essendo al centro del dibattito i giudizi sulle persone ma l’operato di un governo, mi permetterei qualche osservazione sulla situazione che ci si ritrova a vivere, sia nel resto d’Italia sia nel nostro Trentino.

Quando riflettiamo sugli indicatori economici degli ultimi giorni, a volte abbiamo veramente l’impressione di vivere una sorta miracolo, una realtà che ci proietterebbe, guardando la forza dei numeri, a metà tra la Svizzera e la ripresa italiana del Dopoguerra.

Assistiamo con un certo ammirato stupore a curve al rialzo, ripresa delle aziende, del lavoro, della produzione.

Una premessa, doverosa: se in Italia e specificamente nel nostro Trentino dopo tanti disastri dovuti alla pandemia le cose andassero realmente, percepibilmente meglio, non potremmo con ogni piacere che esserne entusiasti.

Ma una domanda, altrettanto doverosa: i numeri relativi agli andamenti economici disegnano compiutamente la realtà oppure ne rappresentano solo una parte?

In sintesi: questa ripresa è concretamente percepibile?

Come decine di milioni di italiani, spostandomi in auto non posso ad esempio fare a meno di considerare la quotidiana sorpresa di fronte al continuo aumento del prezzo dei carburanti: benzina, diesel, gpl. Siamo ormai a 2 euro al litro in autostrada, e se magari per fretta, per urgenza o per sbadataggine, ci si accomoda alla colonnina “servito”, i 2 euro sono già da un pezzo addirittura superati al rialzo.

Come si fa a valutare le condizioni di un Paese non avendo considerazione per cose come questa?

Evidentemente le dinamiche di tali aumenti non sono dinamiche solo nazionali, essendo i costi del petrolio stabiliti via via ogni giorno a livello mondiale: ma dai costi per i carburanti bisognerebbe avere cura di eliminare qualche balzello per rendere competitivo il sistema Italia. Basti ad esempio considerare quanto la benzina costa in un Paese confinante come l’Austria. Nella competizione globale, come possiamo affermarci se viviamo disequilibri del genere?

Un’altra stangata sempre legata ai carburanti sta arrivando nelle nostre case, e di fronte a questa siamo totalmente indifesi: il costo dell’energia per riscaldamento. Si paventano aumenti percentuali annui a due cifre, e per tante famiglie trentine siamo davanti a una mazzata che graverà seriamente sul tenore di vita di tante persone e di tante famiglie.

Ancora un’altra vicenda, è quella degli imminenti e in parte già avviati rincari di pane, pasta, pizza. Anche qui, purtroppo, impennate di prezzi senza controllo che fanno schizzare in alto il costo dell’alimentazione per le famiglie, un costo assolutamente primario, portando a un drammatico e progressivo impoverimento del ceto medio.

Nella nostra Trento avete mai visto che tipologia di auto sono parcheggiate davanti ai discount? Fateci caso, vedrete la rappresentazione plastica del crollo del tenore di vita di una fascia ampia della popolazione che da mediamente abbiente si ritrova adesso a sfiorare in più di qualche caso le soglie di povertà, trascinata in una spirale di aumenti senza fine.

Perdipiù, a fronte di tali aumenti gli stipendi restano sempre gli stessi; per non parlare poi di chi il lavoro lo ha perduto e vive sempre più questi drammi sulla pelle propria e della propria famiglia.

La domanda dunque è: nessuno può né vuole negare che gli indicatori macroeconomici siano in ripresa, del resto dopo 2 anni di livelli così bassi almeno una parte di questa ripresa è da considerare anche in parte come rimbalzo fisiologico.

Preoccupa però che, a fronte di un certo malinteso trionfalismo, anche alla luce di provvedimenti come ad esempio i temuti effetti della revisione degli estimi catastali si ometta di considerare che almeno una parte del prezzo di questa “ripresa” lo paghiamo noi, è a carico del cittadino consumatore e contribuente.

Fino a che tale ripresa non migliorerà concretamente la nostra condizione, fino a che non ci renderà meno gravosa l’esistenza, a mio avviso non potrà essere considerata reale.

Stiamo e staremo cioè parlando di numeri che riguardano solo rispettabili statistiche.

Non certo, o almeno non ancora, la vita concreta di altrettanto rispettabili persone.

 

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Alessia Ambrosi

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