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LETTERE AL DIRETTORE

ALESSANDRO GIACOMINI * ACHILLE LAURO – FESTIVAL SANREMO : « GRAZIE ALLO STRUMENTO DELLO SBATTEZZO È POSSIBILE CANCELLARNE GLI EFFETTI, PER POI NON ESSERE CONSIDERATI CATTOLICI »

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11.09 - venerdì 18 febbraio 2022

Il cantante Achille Lauro in occasione del recente festival di Sanremo si battezza durante la sua esibizione canora, riconducendo il suo gesto ad un significato familiare, dedicandolo alla madre il giorno della sua nascita,

“le madri ci danno la vita ogni giorno, oggi è un nuovo inizio, vi omaggio del mio battesimo“. Sarà pure simbolico, oppure una semplice provocazione, ma che di fatto ha mosso il consigliere regionale Trentino di Fratelli d’Italia Claudio Cia.

Nella sua pagina facebook commenta l’esibizione del cantante Achille Lauro: “una becera esibizione blasfema” offrendo poi dello “stupido” al cantante stesso.

Egli continua il proprio attacco al cantante: “ una vera e propria profanazione pubblica del sacramento battesimale”. Mentre Pro Vita, l’associazione di riferimento dello stesso Claudio Cia, si rivolge alla nazione con una campagna alla disobbedienza del canone Rai: “ di mettere un freno a questa deriva oscena e violenta, altrimenti saremo costretti alla disobbedienza civile evadendo il canone rai che viene usato contro la nostra più intima identità religiosa”.

Il consigliere Claudio Cia non è certo nuovo a codeste affermazioni soprattutto nell’avvicinarsi di consultazioni elettorali, sostenuto anche dalle dichiarazioni del vescovo Antonio Suetta:

“Una triste apertura del Festival della Canzone Italiana ha purtroppo confermato la brutta piega che, ormai da tempo, ha preso questo evento canoro e, in generale, il servizio pubblico,” scrive l’alto prelato Antonio Suetta sul sito della diocesi riferendosi all’esibizione di Achille Lauro . “ La penosa esibizione del cantante ancora una volta ha deriso e profanato i segni sacri della fede cattolica evocando il gesto del Battesimo in un contesto insulso e dissacrante. Il brano presentato, già nel titolo – Domenica – e nel contesto di un coro gospel, alludeva al giorno del Signore, celebrato dai cristiani come giorno della fede e della risurrezione, collocandolo in un ambiente di parole, di atteggiamento e di gesti, non soltanto offensivi per la religione, ma prima ancora per la dignità dell’uomo”.

Continua il vescovo con affermazioni da profeta: ” sono convinto di dover compiere il mio dovere di pastore affinché il popolo cristiano, affidato anche alla mia cura. “ / “è opportuno sollecitare le coscienze ad una seria riflessione, al dovere della riparazione nella preghiera, nella buona testimonianza della vita e nella coraggiosa denuncia”, conclude il vescovo Suetta.

Quindi, il consigliere Claudio Cia ha fatto prevalere il suo insito opportunismo, sia esso in vari cambi di partito nel suo recente passato politico, sia quello di annacquare la propria fede cattolica con i calcoli della convenienza elettorale.

Noi da cattivi NON credenti vogliamo però offrire due consigli per eliminare le sofferenze del consigliere e del monsignor, senza nessuna pretesa, ma che di certo porteranno benefici agli interlocutori, si accorgeranno però che la soluzione è peggiore del problema.

Il primo consiglio è che la disobbedienza civile, nel non pagare il canone Rai, è la stessa che permette a Rai Vaticano di sopravvivere con l’obolo di 9 euro al mese che tutti i cittadini Italiani pagano con l’obbligo del canone, credenti e non.

Ovviamente Rai Vaticano non si occupa di religioni ma di una sola , naturalmente quella cattolica, con toni non certo da servizio pubblico ma di una esaltazione della stessa.

Ma è mai possibile che su una televisione pubblica, si trasmetta, a senso unico e senza un minimo di obiettività una religione che fino a prova contraria non è, o meglio, non dovrebbe essere la religione di stato in una nazione dove la costituzione dovrebbe proteggere la laicità?

Quindi senza il canone Rai addio a Rai Vaticano, ne vale la pena cara CEI e caro Pasdaran Claudio Cia?

Il secondo consiglio, ancor più accorato, riguarda il “blasfemo” battesimo dell’artista Achille Lauro. Converrete con chi scrive che è ben difficile l’auto battesimo, solitamente si viene battezzati ad propria insaputa, quindi è più naturale il gesto del cantante consapevole dell’atto, che il classico battesimo ad un neonato.

Se qualcuno ha delle obiezioni a ciò lo invito a leggere l’assurda norma del codice di diritto canonico, al canone 868, dove si stabilisce: “ il bambino di genitori cattolici e persino di non cattolici, in pericolo di morte è battezzato lecitamente anche contro la volontà dei genitori”. Forse è proprio questa procedura che è “blasfema”.

Ma arriviamo alla seconda soluzione per i nostri “cari interlocutori”, grazie allo strumento dello sbattezzo è possibile cancellare gli effetti del battesimo, con esso non è più possibile essere considerati cattolici.

Noi, non credenti, con un gesto di benigna carità informeremo della procedura il cantante Achille Lauro, egli dovrà semplicemente inviare alla parrocchia di riferimento, in questo caso in quella di Sanremo, proprio allo “scandalizzato” vescovo Suetta, una raccomandata con ricevuto di ritorno dove farà richiesta, con annotazione sul registro dei battezzati, la sua inequivocabile volontà di non essere più considerato aderente alla confessione religiosa denominata Chiesa cattolica, inoltre chiederà che la cancellazione sia data conferma per lettera debitamente sottoscritta, che sicuramente il buon vescovo evaderà con celerità.

Solo perchè un problema non è stato ancora risolto non è detto che sia impossibile da risolverlo, quindi caro consigliere di Fratelli D’Italia Claudio Cia, se la preoccupa cosi tanto il problema, posso solo immaginare la soluzione.

 

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Giacomini Alessandro

Responsabile UAAR Trentino

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