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ZENI (PD) – MOZIONE * HANDICAP: « LA PAT INDIVIDUI UNA SOLUZIONE EQUA PER PERMETTERE ALLE PERSONE CON MINORAZIONI FISICHE CHE NON POSSONO SBARRIERARE DI DISPORRE DI SPAZI ABITATIVI LIBERAMENTE FRUIBILI »

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10.32 - giovedì 31 ottobre 2019

Il consigliere del Partito Democratico del Trentino Luca Zeni ha presentato una proposta di mozione che impegna la Giunta ad individuare eque soluzioni per permettere alle persone con minorazioni fisiche, che per motivi strutturali non possano sbarrierare la propria abitazione, di disporre di spazi abitativi liberamente fruibili attraverso modifiche alle graduatorie di accesso all’edilizia pubblica, oppure ricorrendo alla monetizzazione del possibile contributo previsto dalla legge provinciale sull’eliminazione delle barriere architettoniche.

“Esistono situazioni – chiarisce il consigliere Zeni – in cui una persona con gravi minorazioni invalidanti non può adeguare la propria abitazione, per la presenza di impedimenti strutturali, perché gli spazi interni sono troppo piccoli, perché richiederebbe di intervenire su parti comuni. In questi casi, per fortuna non molto frequenti, la persona invalida o la sua famiglia non possono ricevere alcun aiuto provinciale e devono cavarsela da sola”.

L’impossibilità di muoversi liberamente dentro casa, di entrare e uscire dal proprio alloggio senza barriere fisiche-strutturali, di avere rapporti sociali extra familiari e di mantenere una propria autonomia, sono aspetti essenziali della vita. Mentre vivere rinchiusi in una casa, dove è anche difficile se non impossibile muoversi, diventa una condanna ulteriore per chi già soffre di minorazioni.

“In questi casi – conclude l’ex assessore alla sanità e al sociale – se la casa non è sbarrierabile esiste solo una soluzione: trovare un’altra abitazione. La mia proposta di mozione serve a questo.

 

*

Ill.mo Signor
Walter Kaswalder
Presidente del Consiglio provinciale
SEDE

Proposta di mozione n.

La legislazione provinciale prevede interventi a favore delle persone con minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali. In particolare la legge provinciale 7 gennaio 1991, n. 1 Eliminazione delle barriere architettoniche in provincia di Trento detta disposizioni rivolte all’eliminazione delle barriere architettoniche negli spazi pubblici, aperti al pubblico e privati.
Per quanto riguarda l’eliminazione o il superamento delle barriere architettoniche negli edifici privati l’articolo 16 prevede che la Provincia possa concedere somme fino al cento per cento della spesa ritenuta ammissibile per la realizzazione degli interventi necessari. I criteri e le modalità per la concessione e l’erogazione del contributo specificano che le tipologie di intervento ammesse, che possono riguardare opere edilizie, strutturali ed impiantistiche, devono essere finalizzate a:
a) eliminare o superare le barriere architettoniche che limitano l’accesso all’unità abitativa e/o all’immobile che la contiene;
b) adeguare l’unità abitativa per consentire al portatore di minorazione di svolgere gli atti ordinari della vita quotidiana, limitatamente agli interventi riguardanti l’ingresso, il locale soggiorno e/o la cucina, un servizio igienico e la stanza da letto;
c) acquistare e installare attrezzature direttamente finalizzate all’eliminazione o al superamento delle barriere architettoniche.
Possono richiedere il contributo provinciale direttamente il portatore di minorazione, uno dei genitori, nel caso di minorenne, o chi ne esercita la legale rappresentanza.
La legge offre quindi ampi spazi di intervento, ma non risolve tutti i casi.
Esistono infatti situazioni in cui, in presenza di una persona con gravi minorazioni invalidanti, non sono possibili interventi di adeguamento dell’abitazione per la presenza di impedimenti strutturali, per esempi spazi interni troppo piccoli, o legati alla disponibilità dell’immobile (magari con parti comuni sulle quali risulta impossibile intervenire).
In questi casi, per fortuna non molto frequenti, la persona invalida, o la famiglia in caso di minorenne, non può ricevere alcun aiuto provinciale e deve cavarsela da sola.
La impossibilità di muoversi liberamente dentro casa, di entrare e uscire dal proprio alloggio senza barroiere fisiche-strutturali, di avere quindi rapporti sociali extra familiari meno limitati e di mantenere una propria autonomia, può essere esiziale per le persone con minorazioni fisiche. Vivere rinchiusi in una casa, dove è anche difficile se non impossibile muoversi, diventa una condanna ulteriore per chi già soffre di minorazioni.
Esiste purtroppo una sola soluzione possibili nel caso in cui l’immobile o l’unità abitativa in cui ha la residenza la persona con minorazioni non risulti sbarrierabile: trovare un’altra abitazione.

Dal momento che il contributo per l’acquisto della casa è possibile solo per chi non è già proprietario di una abitazione e che il contributo per eliminare le barriere architettoniche non può essere monetizzato, ed usato quindi per acquistare un immobile sbarrierato invece che per adattare quello di proprietà, le soluzioni possibili potrebbero essere quelle di prevedere dei contributi ad hoc per l’acquisto di un’abitazione in questi casi particolari, oppure quella di ricorrere all’edilizia pubblica, prevedendo la possibilità di eccedere agli immobili ITEA anche ai proprietari, con minorazioni fisiche, di immobili adibiti ad uso abitativo non sbarrierabili.

Tanto premesso
il Consiglio impegna la Giunta provinciale

ad individuare una soluzione equa per permettere anche alle persone con minorazioni fisiche (o i loro familiari conviventi) che non possano sbarrierare, per motivi strutturali, l’abitazione di proprietà di disporre di spazi abitativi liberamente fruibili o con modifiche alle graduatorie di accesso all’edilizia pubblica oppure attraverso la monetizzazione del possibile contributo per lo sbarrieramento previsto dall’articolo 16 della legge provinciale sull’eliminazione delle barriere architettoniche 1991 e quindi con contributi ad hoc per l’acquisto di una nuova abitazione.

cons. Luca Zeni

Trento, 30 ottobre 2019

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