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LANCIO D'AGENZIA

ZENI (PD) – INTERROGAZIONE * SANITÀ: « QUAL È LA LINEA DELLA NUOVA GIUNTA PROVINCIALE IN MATERIA DI VACCINAZIONI? »

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09.43 - venerdì 28 dicembre 2018

Interrogazione a risposta scritta n. 124 – Qual è la linea della nuova giunta provinciale in materia di vaccinazioni? Premesso che:

Tre le misure di prevenzione alle malattie e di salute pubblica che la comunità scientifica in- ternazionale e gli istituti nazionali ed internazionali riconoscono come maggiormente efficaci ci sono i vaccini;

Negli ultimi due anni c’è stata una forte rilevanza mediatica del tema; in queste situazioni le istituzioni hanno il dovere di rimanere più razionali possibile e non avvallare teorie improvvisate. Infatti è fondamentale per la tenuta stessa di una società che vi sia riconoscimento dei ruoli; in questo caso esistono una comunità scientifica e delle istituzioni scientifiche (organizzazione mondiale della sanità, istituto superiore di sanità, agenzia nazionale del farmaco, enti di ricerca..) che sono quelle che devono indicare pro e contro di un trattamento. Non spetta al singolo cittadino, al singolo politico o al singolo medico.

E se tutte convergono nell’indicare l’importanza dei vaccini, sarebbe l’anarchia se ogni politico o rappresentante istituzionale si muovesse a caso secondo la sua opinione personale.

Ogni farmaco può avere degli effetti collaterali, e questo vale anche per i vaccini, se pur in forma molto diversa da quella che a volte traspare in alcuni dibattiti non scientifici. Però esistono soprattutto i danni da malattia.

Quando le istituzioni devono compiere delle scelte di salute pubblica sono chiamate a fare una valutazione complessiva, e i danni sociali e personali delle malattie sarebbero altissimi, rispetto agli effetti collaterali da vaccino, che non vanno negati ed anzi continuamente moni- torati anche per consentire alla medicina di migliorare e ridurli.

Ma negare i danni delle malattie sarebbe intellettualmente disonesto.
Per questo l’efficacia vaccinale non può essere messa in dubbio, se non dalle istituzioni mediche deputate a fare le valutazioni scientifiche.
il decreto-legge 7 giugno 2017, n. 73, (in Gazzetta Ufficiale – Serie generale – n. 130 del 7 giugno 2017), coordinato con la legge di conversione 31 luglio 2017, n. 119 (in questa stessa Gazzetta Ufficiale alla pag. 1), recante: «Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale, di malattie infettive e di controversie relative alla somministrazione di farmaci», ha previsto l’obbligo vaccinale per tutti i minori fino a 16 anni, sanzioni amministrative in caso di mancato adempimento, oltre alla non frequenza per la scuola materna e dell’infanzia;

Per debellare la malattia, e così proteggere anche quelle persone che non possono vaccinarsi (e sono i soggetti più deboli da tutelare), serve raggiungere soglie di vaccinazioni almeno del 95%.

Da quando è stato tolto l’obbligo con sanzione, queste percentuali non sono state raggiunte. Per questo è stato reintrodotto l’obbligo.In molti dicono “non mettiamo in dubbio l’efficacia dei vaccini, ma l’obbligo lede la libertà,è incostituzionale”. Tuttavia occorre rilevare che:
a) se non si mette in dubbio l’efficacia vaccinale, si dovrebbe condividere l’importanza di vaccinare tutti.
Se invece si mette in dubbio l’efficacia vaccinale, si dovrebbe chiedere che nessuno venga vaccinato.

L’atteggiamento di dire “vaccinate tutti, così c’è immunità di gregge, ma io non mi vaccino”, è un comportamento furbo ma non corretto.
b) dire che il provvedimento è incostituzionale è una bestialità giuridica. Perché solo la Corte costituzionale può dichiarare l’incostituzionalità di una legge. La quale si è pronunciata riconoscendo la legittimità della legge 119 con sentenza n.5 d.d. 18 gennaio 2018, mentre sulla non derogabilità della legge medesima si era espresso il Consiglio di Stato in data 26 settembre 2017, su richiesta di parere della Regione Veneto.

c) un ordinamento giuridico si fonda su regole, e su sanzioni se quelle regole non sono rispettate.Se non si condividono alcune di queste regole, ci si può impegnare politicamente per cambiarle, o è possibile non rispettarle accettandone le conseguenze, ma è sbagliato mettere in dubbio la legittimità di un ente statale di disciplinare una materia di salute pubblica. Si può ritenere che sia poco sensato che in tangenziale il limite di velocità sia 90 all’ora, ma se non viene rispettata una regola posta a base della sicurezza di tutti, si deve pagare la sanzione.E non esiste obbligo senza sanzione, sarebbe una mera raccomandazione.

d) i genitori hanno un ruolo fondamentale nella crescita dei figli. Ma per l’ordinamento la tutela del bambino può in alcuni casi venire prima
Pensiamo all’educazione: le famiglie devono poter scegliere come educare il figlio, ma se dei genitori non vogliono far studiare il figlio, lo Stato tutela il bambino obbligando la frequenza scolastica.

Pensiamo alla salute: se per motivi religiosi i genitori non vogliono che venga fatta una trasfusione al figlio che ne ha bisogno per sopravvivere, lo Stato tutela il minore e ordina il trattamento.

Quindi esistono molti casi di “obbligo” a tutela del minore.
In questo caso il rischio di avere grossi danni da malattie che tornassero a diffondersi, porta lo Stato a richiedere vaccini obbligatori, a tutela del minore e di chi non può vaccinarsi.

La Provincia di Trento, insieme alle altre regioni, ha chiesto allo Stato di introdurre una disciplina unitaria, perché non era coerente che ogni regione avesse regole diverse su un tema così.

La competenza a decidere quali vaccini debbano essere obbligatori è dello Stato. Sarebbe stato più comodo fare lo scarica barile, dire che non siamo d’accordo così da accontentare chi oggi protesta, sapendo che tanto la legge si applica anche sul nostro territorio, ma non sarebbe stato serio.

Purtroppo c’è chi crede ancora a qualche politico che cerca consenso facendosi portavoce delle istanze particolari che di volta in volta emergono, sapendo bene che non cambierà nulla, ma avrà “fidelizzato” un tot numero di elettori.

Il ministro e segretario della Lega Salvini ha dichiarato nel giugno 2018 che “dieci vaccini sono troppi”, senza specificare quale fosse il fondamento scientifico di tali affermazioni, suscitando proteste e critiche da parte del mondo medico. Le forze che stanno governando il Paese hanno più volte annunciato interventi sulla legge che disciplina la materia;

Dopo ripetuti annunci, soprattutto in vista dell’inizio dell’anno scolastico, su deroghe, proroghe, sospensioni, rispetto alla sanzione del divieto di frequenza per i bambini delle scuole materne non in regola con gli obblighi vaccinali, a livello nazionale non è stato adottato alcun provvedimento in attuazione dei proclami;

La stampa locale ha recentemente riportato alcune affermazioni dell’Assessore alla salute Segnana, la quale ha dichiarato che tra i suoi obiettivi ci sarebbero quelli di favorire la frequenza alle scuole materne anche dei bambini non vaccinati. Affermazioni in contrasto peraltro con le delibere della giunta provinciale, proposte dallo stesso Assessore Segnana, che danno mandato all’avvocatura della Provincia di resistere in giudizio contro i genitori di bambini non ammessi alla frequenza perché non vaccinati;

In data 17 dicembre 2018 il Tar ha pronunciato ordinanza con la quale respinge la domanda cautelare presentata da alcuni genitori avverso i provvedimenti che hanno portato all’esclusione di alcuni minori non vaccinati dalla scuola materna, condannando i ricorrenti alle spese e riconoscendo la correttezza della posizione della Provincia Autonoma di Trento.

Tutto ciò premesso, si interroga il Presidente della Provincia e l’Assessore competente per conoscere

1. quale sia la posizione della giunta in materia di vaccini e obbligo vaccinale:

– si riconosce l’efficacia delle vaccinazioni nella prevenzione di malattie molto pericolose?
– Si riconosce la potestà dello Stato di disciplinare una materia di salute pubblica a tutela di tutta la popolazione?
Si riconosce che in materia di vaccini sia coerente avere una disciplina nazionale univoca per tutte le Regioni?
La Provincia di Trento intende proseguire con l’applicazione della legge attualmente in vigore o intende cambiare linea? Nel caso intendesse cambiare linea, quali sarebbero i presupposti giuridici che consentirebbero alla Provincia di Trento di non rispettare la legge nazionale? Su quali presupposti giuridici l’assessore Segnana ha basato le sue affermazioni a mezzo stampa di voler favorire la frequenza a scuola anche per i minori non vaccinati? Se invece non si modificherà l’impostazione attuale, quale il motivo di una intervista che pare essere una captatio benevolentiae nei confronti delle associazioni contrarie all’obbligo vaccinale?

 

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A norma di regolamento, si chiede risposta scritta.
Consigliere Luca Zeni

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