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LANCIO D'AGENZIA

ZENI (PD) – INTERROGAZIONE: PUBBLICA AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE: « QUALE È L’IMPIANTO TEORICO DELLA RIFORMA STRUTTURALE DISEGNATA DA SPINELLI NELLA SUA INTERVISTA FERRAGOSTANA? »

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15.40 - venerdì 30 agosto 2019

In un’interrogazione presentata oggi dal Consigliere provinciale del P.D., avv. Luca Zeni, viene affrontato il tema di una possibile riforma della Pubblica Amministrazione provinciale, o meglio della volontà di ridisegnare la stessa come preannunciato da una recente intervista dell’Assessore allo Sviluppo economico, dott. Achille Spinelli, peraltro non competente per materia.

Nel palesare una evidente insoddisfazione dell’attuale Giunta provinciale relativamente al funzionamento della cosiddetta “macchina” provinciale, l’Assessore Spinelli sostiene la necessità di una riforma globale della Struttura e dell’Organizzazione della Provincia autonoma, senza peraltro definire almeno i perimetri e gli orizzonti di un simile processo. Ciò che insomma latita è il “come fare” una tale riforma, posto chela stessa coinvolge il funzionamento intero dell’amministrazione del territorio, ivi compresi Comuni e Comunità di Valle ed in tal senso vanno i molti quesiti posti dal Cons. Zeni nell’atto che qui si allega.

 

 


Interrogazione n.
QUALI CAMBIAMENTI PER LA PROVINCIA DEL FUTURO?

Con una netta presa di posizione politica, apparsa sulla stampa locale nelle scorse settimane (vedi: “L’Adige” d.d. 15 agosto 2019 pag 11), l’Assessore provinciale allo Sviluppo economico, Ricerca e Lavoro dichiara la sua volontà di porre mano alla riorganizzazione della Provincia, “intesa come Uffici, Servizi e rapporti con il cittadino. In modo radicale. Profondo. Per renderla più moderna e dinamica. Perchè così come è (…) inizia ad essere “vecchia”. Un modello superato.”

Insomma una bocciatura della Struttura edell’Organizzazione provinciale “a prescindere”, anche se lo stesso Assessore si affretta a sottolineare che non si tratta di questo, bensì del suo “esatto contrario”. Le sue parole registrano una insoddisfazione diffusa dell’attuale governo provinciale nei riguardi proprio della “macchina” istituzionale ed una volontà di ridisegno ampio e del quale già qualche segnale si è pur evidenziato, con la manovra di assestamento del bilancio provinciale laddove si è raddoppiata la quota delle assunzioni di nuovi Dirigenti della Provincia “per chiamata fiduciaria” e quindi senza concorso, almeno per la durata della Legislatura.

A quanto consta poi, sulla base del Decreto del Presidente della Provincia n. 23-1/Leg. d.d. 13 novembre 2018, al dott. Achille Spinelli, non facente parte del Consiglio provinciale, vengono attribuite, secondo le vigenti disposizioni normative, le seguenti competenze assessorili: interventi in materia di sviluppo economico e coordinamento delle relative azioni, compresi i rapporti con “Trentino Sviluppo”; interventi in materia di internazionalizzazione delle imprese trentine; attuazione della legislazione provinciale in materia di cooperazione allo sviluppo; ricerca scientifica; coordinamento degli interventi e dei progetti attuativi delle politiche comunitarie (Fondi strutturali dell’Unione europea ad esclusione di quelli in materia dis viluppo rurale); politiche ed interventi in materia di lavoro; interventi provinciali per il ripristino e la valorizzazione ambientale; funzioni delegate in materia di Camera di Commercio, Industria, Artigianato ed Agricoltura; miniere, cave e torbiere; acque minerali e termali. Quindi fra le stesse non rientra nessun tema relativo alla gestione ed organizzazione della Provincia e del suo Personale, che invece il Presidente della stessa ha mantenuto in capo a sé. Risulta pertanto difficile comprendere a quale titolo l’Assessore allo Sviluppo economico disegni la futuribile “riforma” della Provincia e soprattutto in base a quali valutazioni lo stesso esprima giudizi tecnici così severi sul funzionamento attuale della “macchina” provinciale.

Ma al di là di queste considerazioni, che peraltro non sono affatto secondarie e palesano ancora una volta la confusione gestionale e di ruoli che ormai pare essere la cifra distintiva di questa Giunta provinciale, ciò che preme capire è la dimensione, i perimetri e gli orizzonti di un così rilevante disegno riformatore abbozzato in una intervista ferragostana e che, a quanto dato sapere, non è nemmeno oggetto programmatico dell’attuale governo provinciale.

Riformare un sistema così complesso come può essere quello della Provincia – stante anche la recente dichiarazione del Presidente Fugatti al Meeting di Comunione e Liberazione per la quale la nostra provincia “è un piccolo Stato” – non è assolutamente questione risolvibile con un’intervista.

Smontare e poi costruire meccanismi di funzionamento dell’apparato burocratico-amministrativo comporta anzitutto una profonda conoscenza dello stesso; una conoscenza che non può essere figlia di pochi mesi di frequentazione o dei suggerimenti delle teorie decostruttiviste di quei “guru tecnologici” per i quali tutto si risolve con un algoritmo. A meno che invece non si tratti di una mera operazione di “maquillage”, più gonfia di parole che non di contenuti e per la quale è sufficiente una minima trasformazione di superficie per vantare una riforma radicale del sistema.

In altre parole tutto potrebbe risolversi in qualche “app” in più per consentire così al cittadino ed in nome di una trasparenza più vagheggiata che perseguita, di perdersi nei meandri dei rimandi a sempre nuovi indirizzi web, senza di fatto intaccare le dinamiche di costruzione del potere e del governo della Struttura; dinamiche che invece dovrebbero essere profondamente incise, ad esempio, rivedendo ”in toto” i meccanismi di nomina della Dirigenza provinciale e la sua dipendenza o meno dal potere politico di turno.

Ma ciò che ulteriormente colpisce di quella pag. 11 del quotidiano locale citato più sopra, è l’ “assist” che il Presidente della Provincia offre al suo Assessore, che di fatto con quell’intervista gli ha usurpato le competenze, quando il Presidente afferma che, in progressione, le assunzioni in Provincia sono destinate a calare, nonostante gli incrementi finanziari per il settore nel prossimo triennio 2020-2022.
In altre parole, pur continuando a far lievitare dentro i bilanci pubblici i finanziamenti per le assunzioni nel comparto dello “autonomie locali”, si prefigura una progressiva contrazione delle stesse assunzioni, in nome di una ipotetica “operazione di efficientamento” ed in virtù di una progressiva informatizzazione del “sistema Provincia”(anche se sul tema dell’informatica sino ad ora ci si è limitati ad una condotta istituzionalmente gravissima e probabilmente giuridicamente scorretta, rispetto all’occupazione di posti nella società che se ne occupa), togliendo quindi in prospettiva posti di lavoro e riducendo il rapporto fra cittadino ed Istituzioni ad un mero monologo tecnologico fra individuo e macchina.

Ancora una volta cioè, la maggioranza politica provinciale dimostra l’assenza di un programma di governo serio e concreto; un programma capace di fare i conti con la realtà esistente, con le risorse della stessa e con il rapporto della medesima con il divenire dell’ intero territorio trentino. Molte parole insomma; molte promesse, ma anche carenza quasi totale di conti con la realtà, se solo si immagina di riformare la pubblica Amministrazione provinciale senza spiegare il “come”.

Promesse, slogan, affermazioni in libertà senza alcuna percezione effettiva del presente e del divenire del Trentino, questo sembra il fondale sul quale una simile vagheggiata riforma si trova a muoversi, disancorata da un più complessivo ridisegno eventuale della realtà economica e sociale e solo piegata a logiche aziendalistiche, forse buone per i sodali dell’Assessore , ma sicuramente deleterie per il territorio e per la comunità che vuole invece ritrovare prossimità con l’Amministrazione e non tecnologia incapace dia dialogare e relegata solo al triste gracchiare delle segreterie telefoniche.

Tutto ciò premesso, si chiede cortesemente di interrogare la Giunta provinciale per sapere:

– quale sia l’impianto teorico della riforma strutturale disegnata dall’Assessore spinelli nella sua estemporanea intervista ferragostana;

– a quale titolo di tale riforma si fa carico l’Assessore allo Sviluppo economico, anziché il Presidente della Giunta titolare per materia;

– quali sono i perimetri organizzativi e tecnici di questa ipotetica riforma della Provincia e quali gli obiettivi di lunga deriva, posto che non è sufficiente declinare l’urgenza di nuove tecnologie;

– come si pensa di compensare la paventata riduzione dei posti di lavoro nelle Autonomie locali nei prossimi quindici anni;

– quale disegno programmatorio è sotteso a questa proposta di riforma, nella convinzione che una trasformazione della Provincia comporta, senza dubbio, anche una revisione degli assetti organizzativi e strutturali dei Comuni ed, in genere, delle Amministrazioni pubbliche che alla Provincia fanno riferimento.

A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.
Distinti saluti.

– avv. Luca Zeni –

 

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