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ZENI (PD) * CONCORSO NOMINA DIRIGENTE CENTRO SERVIZI CULTURALI “S. CHIARA”: « PARE CHE L’ASSESSORE BISESTI ABBIA ESERCITATO PRESSIONE, “L’ASSESSORATO ALL’INGERENZA” »

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08.15 - mercoledì 9 gennaio 2019

Forse l’efficien smo sbrigavo –e vagamente autoritario– dell’attuale Assessore alla Cultura ed Istruzione della Provincia autonoma di Trento imporrebbe un cambio della denominazione dell’Assessorato presieduto da tanta baldanza, trasformando l’attuale denominazione in quella più aderente alla realtà di “Assessorato all’Ingerenza”, posto che il suo tolare non si lascia sfuggire occasione alcuna per esercitare quest’invadente caratteristica della sua azione politica.

Infatti, prima di dar vita al nuovo istituto giuridico dell’ “approfondimento tecnico”, nuovo perché a tutt’oggi non risulta che gli Assessori provinciali abbiano quelle facoltà ispettve a ribuite invece ai Ministeri, l’assessore pare distinguersi per una non comune capacità di ingerirsi, appunto, in compiti e decisioni di altrui pertinenza, come ben insegna la recente posizione censoria assunta in materia di libertà d’insegnamento con l’attivazione del citato strumento dell’ “approfondimento tecnico”, del quale francamente sfuggono contorni e sostanza amministrativa.

Ma nelle scorse settimane, pur senza clamore mediatico, pare che l’Assessore abbia esercitato qualche personale forma di pressione, nella delicata questioone afferente il concorso per la nomina del dirigente del Centro Servizi culturali “S. Chiara” di Trento, ente pubblico a prevalente carattere provinciale.

I contorni della vicenda sembrano assai vasti e complessi.

Come certamente noto, alla scadenza naturale del mandato del precedente dirigente ed in ossequio ai disposti normativi vigenti, il Consiglio d’Amministrazione dell’ente, stando a quanto apparso sulla stampa, provvedeva ad indire una regolare selezione pubblica, alla quale presero parte alcuni candida che presentavano i requisi minimi richiesti per la partecipazione stessa. La conclusione dell’iter selettivo portava poi all’individuazione di un vincitore, avverso la nomina del quale altro candidato presentava un esposto, nelle opportune sedi giudiziarie, per vizi di forma, esposto che veniva infine accolto, disponendo il Giudice che l’ente avesse a provvedere a nuova selezione, dopo l’annullamento del precedente bando.

Elaborato quindi un nuovo bando di concorso – che prevedeva fra l’altro la nomina anche di una apposita Commissione tecnica avente il compito di fornire al Consiglio d’Amministrazione una valutazione, appunto tecnica, sui titoli presenta dai candidati – venivano valutati dalla suddetta Commissione tecnica i “curriculum vitae ed studiorum” presentati dai nuovi candidati per una prima scrematura, dalla quale emersero, infine, due nominativi ritenu idonei a tutti gli effetti per la valutazione finale e definitiva da parte del Consiglio d’Amministrazione, organo deputato per Legge alla decisione e convocato in proposito in data 18 dicembre 2018.

Fin qui lo svolgimento dei fatti occorsi, ma da tale data in poi alcuni passaggi risultano piuttosto nebulosi, non tanto sul normale iter di nomina, quanto piuttosto per certe evidenti, quanto incomprensibili, ingerenze dire e e personali dell’Assessore di merito.

 

 

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