Covid-19: ancora focolai nei reparti “Covid free” degli ospedali. Premesso che:
durante questa seconda ondata pandemica si è avuta notizia che negli ospedali trentini si sono accesi alcuni focolai epidemici di CoViD-19 tra i/le pazienti e il personale sanitario e assistenziale, ultimo in ordine di tempo quelli nell’ospedale di Borgo Valsugana e di Trento;
pare che gli ospedali, in particolare quelli periferici, siano in difficoltà nell’organizzazione dei percorsi separati per pazienti affetti o sospetti per CoViD-19 e nella definizione delle zone filtro dove collocare i pazienti in attesa dell’esito del tampone;
i focolai tra il personale pare insorgano prevalentemente tra quello che lavora nelle unità operative “CoViD-19 free”, dove le misure di prevenzione si limitano a quelle in uso per la popolazione generale (mascherina chirurgica e igiene delle mani), fatta eccezione per il distanziamento interpersonale, impossibile da realizzarsi nell’assistenza ai/alle pazienti;
con una popolazione in condizioni di fragilità come quella ospedaliera, limitarsi all’utilizzo di precauzioni aggiuntive per dropplet (mascherina chirurgica e igiene delle mani) rischia di non contenere sufficientemente la trasmissione di SARS-CoV-2, poiché il personale potrebbe avere contratto il virus in comunità e i/le pazienti potrebbero risultare falsi negativi al tampone d’ingresso in ospedale la malattia potrebbe essere in incubazione;
si ha notizia che solo sul personale che lavora nei reparti che assistono pazienti CoViD-19 si effettuino tamponi di screening e solo una volta al mese.
Tutto ciò premesso:
CHIEDO AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA E ALL’ASSESSORA ALLA SALUTE DI SAPERE
quanto personale degli ospedali dell’APSS ha contratto SARS-CoV-2 durante la seconda ondata pandemica, diviso per reparti che gestiscono pazienti affetti da CoViD-19 e reparti “CoViD-19 free”;
il livello di dettaglio del Piano CoVid-19 della nostra provincia nel prevedere la riorganizzazione delle singole strutture ospedaliere (percorsi, zone filtro, conversione dei reparti, misure di precauzione), a chi sia stata demandata l’attuazione della riorganizzazione e se sia stata messo in atto tempestivamente;
il tipo di precauzioni adottate dal personale dei reparti che gestiscono pazienti non affetti da CoViD-19;
se viene realizzato e ogni quanto lo screening per SARS-CoV-2 tra il personale che lavora nei reparti, sia quelli che gestiscono pazienti CoViD-19 che quelli che gestiscono pazienti negativi al SARS-CoV-2.
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Paolo Zanella
Gruppo consiliare FUTURA